Un via libera arrivato in extremis ma finalmente incassato: Alitalia può vendere le proprie attività. E potrebbe farlo attraverso una procedura di vendita straordinaria decisa dalla struttura tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico che, per smuovere la situazione, ha scritto al commissario straordinario Giuseppe Leongrande.
Tanti soldi spesi e pochi risultati
La situazione attuale di Alitalia è tutt’altro che semplice: si sono accumulati molti ritardi, indifferenza e molte dinamiche sono state sottostimate e questo ha portato a far salire in maniera esponenziale quello che viene definito il conto di salvataggio di Alitalia. I numeri parlano chiaro: circa 1,4 miliardi di prestiti ponte negli ultimi due anni, 350 milioni all’anno per la cassa integrazione di 6800 dipendenti e 400 milioni di euro stanziati nel corso della emergenza covid per affrontare questo periodo.
Tutti i soldi che sono usciti dalle casse dello Stato senza che si facesse davvero qualcosa per rilanciare il vettore tricolore: si è parlato di newco, ovviamente ci si è mossi per la sua costruzione ma, nella realtà dei fatt, il vero inizio è partito a novembre. Va tenuto conto inoltre del fatto che, nonostante i sindacati abbiano richiesto a gran voce la vendita della compagnia in amministrazione straordinaria, la procedura appare essere ancora bloccata. Questo nonostante il governo abbia finanziato con tre miliardi Ita, la nuova società. Eppure, il via libera della cessione dei complessi in mano ad Alitalia è stato dato solo lo scorso 12 febbraio.
Una mossa necessaria per andare avanti
Una mossa di questo genere, da parte del ministero dello Sviluppo Economico, si è resa necessaria per evitare che le problematiche di Alitalia portassero ulteriori criticità non solo alla nuova società che è stata fondata, ma anche allo stesso Governo. Dalle indiscrezioni de Il Messaggero si evince che la lettera inviata al commissario Giuseppe Leongrande sottolinei con forza il periodo di emergenza e la necessità di far partire effettivamente la macchina di vendita: se Alitalia non mette sul mercato i suoi asset, a partire dagli aerei fino arrivare ai dipendenti, Ita non può partire. E non solo: se tutto rimane fermo nemmeno Bruxelles e la nuova azienda possono discutere adeguatamente delle modalità di cessione.
Dovrà quindi partire la procedura di vendita e tocca al ministro Giancarlo Giorgetti fare il possibile per gestire al meglio il nuovo dossier in base alle possibilità. La prima ipotesi in cantiere è quella di un’accelerazione del nuovo bando di gara, tagliando i tempi rispetto alle procedure classiche: la seconda, che non piace molto alla Commissione Europea ma sulla quale ci si può lavorare, è un conferimento diretto degli asset o di una parte di essi alla newco attraverso una gara ridotta, mentre la terza coinvolge un acquisto diretto da parte dello Stato degli asset Alitalia azzerando il debito verso il Governo.