Mario Draghi, con la sua nomina a presidente del consiglio, ha causato un effetto a catena che coinvolge in modo positivo il settore finanziario governativo: sono infatti pronte le offerte, da quel che si evince, di Cassa Depositi e Prestiti sia nei confronti di Autostrade che di Open Fiber, di cui Enel è il maggior azionista.
Discussione su offerta vincolante per Aspi
È difficile considerare una certa accelerazione su entrambi i dossier come un caso o una coincidenza soprattutto nel momento in cui un esecutivo può contare su una maggioranza più ampia e fortunatamente incapace di dare vita a troppi veti incrociati. Oggi, 22 febbraio, è previsto il consiglio di amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti e all’ordine del giorno vi sono due temi importantissimi per ciò che concerne il futuro delle infrastrutture italiane: autostrade e rete a banda larga. Per ciò che concerne la rete autostradale Cdp dovrà deliberare sull’offerta “vincolante” per acquistare lo 88% di Aspi, il cui controllo è in mano ad Atlantia, la holding di Benetton.
Si tratta di una situazione molto delicata, visto che sono almeno 7 mesi che le trattative tra Cassa Depositi e Prestiti e Atlantia continuano ad andare a rilento, senza trovare una soluzione netta che accontenti entrambe le parti. E questo nonostante, teoricamente, un accordo raggiunto qualche mese fa. L’offerta del Governo viene presentata ad Atlantia insieme a due fondi di investimento internazionali: l’americano Blackstone e l’australiano Macquarie.
Nel caso l’offerta dovesse venire accettata, la rete autostradale tornerebbe in mano pubblica, stabilendo nuovi canoni per una sua eventuale messa in gara. Per ciò che riguarda il prezzo bisognerà attendere la fine del Cda di Cdp per comprendere su quale parte della forchetta di possibilità la società deciderà di muoversi.
Trovare il punto anche su Open Fiber
Per ciò che concerne invece la banda larga, capitolo altrettanto importante legato alle infrastrutture nel nostro paese, Cassa Depositi e Prestiti ha la possibilità di decidere se esercitare il diritto di prelazione sul 50% della rete in fibra ottica attualmente controllata da Open Fiber, di cui Cdp possiede un 50% al pari di Enel.
Secondo gli esperti la controllata del governo punta ad aggiungere al suo capitale fino ad un 10%, atto a concedere il controllo della società. Sul tavolo Enel può contare già su un’offerta del fondo Macquarie che valorizza il capitale di Enel a 2,65 miliardi di euro: una spesa impensabile da sostenere per Cassa Depositi e Prestiti, che necessita comunque di assicurarsi un maggiore controllo nel consiglio per poi far partire una trattativa in grado di portare alla creazione di una rete unica delle infrastrutture per ciò che concerne la banda larga.