Il Fondo Monetario Internazionale non lancia un vero e proprio allarme ma allo stesso tempo non nasconde le sue preoccupazioni: il debito globale è schizzato in alto a causa della pandemia di coronavirus toccando i 226.000 miliardi dollari nel 2020 e non si può far finta che questo non porti a conseguenze sul lungo periodo in termini di sostenibilità.
Aumento importante del debito globale
La ragione di questa preoccupazione legata alla sostenibilità del debito globale è legato al rischio di problematiche legate all’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Insomma, l’immagine globale che il Fmi ci regala non è delle migliori dato che il forte indebitamento scatenato dalla pandemia si trova a dover essere gestito in un momento di incertezza con in concomitanza una inflazione che corre più del dovuto.
Tecnicamente parlando il debito globale è salito di circa il 28%, raggiungendo il 256% del Pil, facendo registrare il più alto aumento annuale dalla fine del secondo conflitto mondiale. Prendendo in analisi anche solamente le economie più sviluppate, il debito pubblico è passato dal 70% del Pil al 124% del pil del 2020 mentre quello privato si è mosso dal 164% del Pil per arrivare al 178% dello stesso. E l’Italia è suo malgrado partecipante in questa tenenza dato che prendendo in considerazione i dati resi noti da Bankitalia, il debito pubblico del nostro paese è nuovamente cresciuto nel mese di ottobre 2021 sebbene non abbia raggiunto il picco agostiano di 2.734 miliardi.
Situazione dovuta alla pandemia di coronavirus
Il Fondo Monetario Internazionale chiede agli stati di fare attenzione, ma allo stesso tempo spiega e giustifica le decisioni prese da parte delle diverse economie mondiali per quel che concerne la reazione all’emergenza dettata dalla pandemia di coronavirus. Ed evidenzia:
[L’aumento del debito globale] è stato giustificato dalla necessità di proteggere le vite umane, preservare posti di lavoro ed evitare un’ondata di bancarotte. Se i governi non avessero agito, le conseguenze sociali ed economiche sarebbero state devastanti. [Ciò non toglie che] il balzo amplifica le debolezze, soprattutto di fronte a una stretta delle condizioni finanziarie.
Questo sottintende che le banche centrali, onde evitare problematiche, sono chiamate a mettere a punto un sapiente mix di politiche monetarie e di bilancio che siano capaci di gestire una condizione di alta inflazione e di alto debito. E questo significa, specialmente in un contesto dove l’inflazione tende ad aumentare, la necessità di rivedere le politiche già pianificate per adeguarle alle nuove condizioni che si prospettano e che richiedono una riduzione della debolezza del debito per salvaguardare la crescita e tutti coloro, nel pubblico e nel privato che sono vittime di un forte indebitamento.