Stellantis raggiungerà il 100% di vendite di auto elettriche in Europa entro il 2038, raggiungendo un dimezzamento delle emissioni di carbonio entro il 2030 e il zero emissioni contestualmente alla produzione massima delle vetture sopracitate. Insomma, si mostrerà ai primi posti nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Stellantis al lavoro per un futuro sostenibile
Come ha sottolineato Tavares, Stellantis è intenzionata ad “assumere la leadership nella decarbonizzazione” impegnandosi anche nell’economia circolare per contribuire alla costruzione di un futuro sostenibile. Sono queste le parole del Ceo dell’azienda automotive in occasione della presentazione del piano strategico della società a Zaandam, nei pressi di Amsterdam.
Non solo: Carlos Tavares ha sottolineato che con il suo piano “Dare Forward 2030“, i dipendenti Stellantis non saranno “secondi a nessuno nella creazione di valore per tutti gli stakeholder. Un discorso in linea con l’impegno della società alla formazione dei suoi operatori già annunciata in occasione della presentazione della collaborazione con Amazon.
Stellantis ha un piano ben preciso su quelli che sono gli obiettivi da raggiungere, in particolare i ricavi potenzialmente ottenibili dalla vendita delle vetture sul mercato cinese: le previsioni parlano di almeno 30 miliardi di ricavi totali entro il 2030 puntando su brand specifici, soprattutto legati alla parte business. Ha infatti sottolineato:
Saranno rivisti i business model di Citroen e Peugeot. Per quanto riguarda Jeep, Stellantis è ancora in attesa dell’approvazione da parte del governo cinese della richiesta di salire al 75% della joint venture con Gac. Inoltre, si punterà a migliorare le esportazioni di Maserati in Cina.
Ruolo Europa negli incentivi per auto meno inquinanti
Per quel che concerne gli incentivi alle auto meno inquinanti, Carlo Tavares sostiene che si tratta di una decisione che non può essere presa solo per quel che concerne il territorio nazionale ma dovrebbe essere coinvolta anche l’Europa, la quale dovrebbe esplicitare meglio quale possa essere il suo ruolo nel sostenere l’industria automobilistica nel continente. Ha aggiunto:
Il problema non sono gli incentivi dei singoli Paesi ma se l’Europa vuole proteggere la sua industria dell’auto. La domanda che l’Europa dovrebbe porsi è come si possa fare per riportare il mercato al livello pre-Covid, quando si vendevano 18 milioni di auto all’anno contro i 15 milioni di oggi. La questione al centro di tutto è se l’Europa vuole garantire a tutti i suoi cittadini la libertà di movimento che è la base della democrazia europea, se si vuole difendere il diritto alla mobilità.
Le macchine ibride, ha spiegato Tavares, sono al momento un tassello fondamentale del passaggio dal carburante all’elettrico perché consente un accesso alle vetture molto più economico per la popolazione rispetto a una vettura totalmente elettrica.