Può il caro energia essere risolto dal decoupling? È questa la domanda che ci si sta ponendo a livello europeo. E che è spinta da un bisogno urgente: quello di aiutare famiglie e imprese a gestire la crescita delle bollette.
Come risolvere la situazione
I prezzi salgono troppo e trovare una soluzione diventa necessario. Abbiamo passato dei mesi difficili e ne verranno di duri ancora a breve termine. Capire come intervenire nel modo giusto all’interno del mercato dell’energia diventa basilare per sostenere l’economia ma soprattutto chi produce. Aziende e consumatori stanno tentando di affrontare il caro energia e il generale rialzo dei prezzi, ma non è facile. La crisi energetica iniziata al termine del 2021 è andata peggiorando a causa della reazione russa, maggiore esportatrice di gas naturale, nei confronti delle sanzioni emesse contro il suo attacco in Ucraina.
L’Italia potrebbe addirittura trovarsi davanti a un blocco di vendita dell’elettricità, se le cose non dovessero sistemarsi. E cosa può fare l’Unione Europea per aiutare i suoi componenti? Ci sono due strategie che emergono come fattibili contro il caro energia: il price cap ovvero il tetto al prezzo del gas e il decoupling.
La prima è una misura temporanea sebbene apprezzata da molti Stati membri, la seconda uno strumento importante e ben conosciuto perché sfruttato in questi ultimi venti anni. Ultimamente se ne è iniziato a parlare proprio lo scorso anno quando i prezzi dell’energia sono aumentati. Tecnicamente parlando si tratta del disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia su i mercati all’ingrosso.
Decoupling contro caro energia piace all’Italia
Una soluzione particolarmente apprezzata dall’Italia, ma anche dalla Francia, dalla Romania, dalla Grecia e dalla Spagna che hanno richiesto questo tipo di riforma del mercato dei prezzi. E che potrebbe essere utile nei confronti del caro energia. Il problema? Al momento l’Europa è bloccata: non riesce a decidere quale sia la soluzione migliore da applicare in fretta per aiutare consumatori e aziende.
Negli ultimi venti anni questo approccio è stato sfruttato per liberarsi dal carbone e ha dimostrato di essere utile per favorire la crescita dell’economia senza però portare ulteriore degrado nell’ambiente ed evitando uno sfruttamento esagerato delle risorse. La transizione energetica, nel periodo sopracitato, è avvenuta proprio con il disaccoppiamento tra le emissioni di CO2 e la crescita del Pil. Crescendo il prezzo del carbone come materia prima è stato più semplice abbandonarlo.
Dividendo il prezzo del gas da quello dell’elettricità con il decoupling si potrebbe ottenere un calo importante del prezzo dell’energia elettrica.