Ciò che sta accadendo in Israele in queste ore potrebbe dare il via a una nuova crisi energetica per l’Europa nei prossimi tempi? Rispondere no non è affatto scontato. Soprattutto gettando uno sguardo al prezzo del petrolio.
Cresce il prezzo del petrolio
È già stato possibile notare un balzo del 5% del prezzo del greggio. Al 9 ottobre 2023, le quotazioni del Wti sono salite del 3,8% a 86 dollari al barile mentre quelle del Brent fermano sugli 87,6 dollari con una crescita del3,6%.
L’attacco di Hamas nei confronti di Israele e la conseguente reazione di quest’ultimo non stanno dando solamente vita a un tragico conflitto sociale con morti da entrambe le parti. Ma stanno gettando le basi per una nuova crisi energetica. L’atto terroristico di Hamas non procurerà solo morte e sofferenza a israeliani e palestinesi ma anche conseguenze pratiche sull’assetto geopolitico.
Sono in molti gli esperti che sottolineano che l’attacco sia una risposta alla più alta collaborazione economica tra Israele e parte del mondo arabo. E non ce la sentiamo di contraddire tale analisi. Soprattutto gettando uno sguardo a come sia aumentato il prezzo del gregge nelle ultime ore. È naturale quindi aggiungere allo sconcerto umanitario su ciò che sta accadendo la preoccupazione di eventuali ripercussioni sull’economia europea.
Certo, può sembrare egoistico, ma ciò non toglie che ci troviamo davanti a delle condizioni economiche difficili da gestire. In Europa il quadro inflazionistico è ancora preoccupante. E la crisi energetica derivata dall’attacco della Russia contro l’Ucraina sta avendo tuttora conseguenze. Anche con speculazioni difficili da eliminare.
Possibili ripercussioni economiche con attacco a Israele
Una ulteriore crisi dettata dal prezzo del petrolio, e quindi dei carburanti, in salita darebbe del filo da torcere a tutti. Sia privati cittadini che imprese. Con un conseguente e ulteriore taglio della capacità di spesa e crescita di oneri.
Anche il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso ha sottolineato come l’attacco a Israele crei “una situazione di emergenza che rischia di far esplodere altre problematiche, per esempio per l’energia. Così come è accaduto per la guerra di Russia in Ucraina per il gas“, ha spiegato, “potrebbe accadere di nuovo perché da quei Paesi del Nord Africa arrivano altre risorse”. E ha quindi sottolineato la necessità di dover capire cosa possiamo fare per sostenere l’autonomia energetica dello Stivale.
Il prezzo del greggio non è l’unico già in crescita. Anche quello del gas è salito oltre i 40 euro sul mercato di Amsterdam, quello di riferimento. Anche l’oro, bene rifugio per eccellenza, ha superato i 1851 dollari all’oncia.