In Mediobanca, come tutti si aspettavano, ha vinto la lista che vede Alberto Nagel come amministratore delegato. E come presidente Renato Pagliaro. Niente di diverso da quelle che erano le previsioni.
Tutto come ci si aspettava in Mediobanca
Ha vinto quindi la lista del consiglio d’amministrazione nell’ultima assemblea di Mediobanca: questa è stata accolta con il favore del 40,4% del capitale. Il distacco con la lista di minoranza del primo socio Delfin è stata di 8 punti: questa infatti si è fermata al 32,06%. La lista di Assogestioni è stata votata dal 3,5% del capitale e l’astensione si è fermata all’1%.
Va detto che alcuni si aspettavano un distacco tra le due liste più piccolo, ma l’elevata affluenza pari al 76,8% del capitale ha fatto la magia. Parliamo di un’affluenza ai suoi massimi da 10 anni: fattore che si sapeva avrebbe favorito la lista dei manager. Assenti Gavio e Poste Italiane che, con le loro azioni, rappresentano poco meno del 2% dell’intero capitale.
È importante sottolineare che sia Pagliaro sia Nagel sarebbero stati eletti alla guida di Mediobanca anche nel caso in cui avesse perso la loro lista. Delfin ha infatti presentato una lista di minoranza. Ciò che cambia al momento è che invece di 5 membri di quest’ultima ne entrino in consiglio di amministrazione di Mediobanca solo due.
A prescindere dalle diverse suddivisioni, tutto in Mediobanca è andato come ci si aspettava che andasse. Ovviamente Alberto Nagel mostra tutta la sua soddisfazione, dato che in questo modo difende ampiamente risultati ottenuti con l’aver deciso di diversificare credito al consumo e wealth management. È stato fautore di un cambiamento che ha convinto. “Ci aspettavamo un supporto forte” ha spiegato. ”Ma questo è andato al di là delle nostre migliori previsioni. Il che vuol dire che c’è stato un apprezzamento per la nostra proposta di governance e industriale”.
Posizioni di collaborazione tra i soci
Nel corso dell’assemblea di Mediobanca l’assemblea ha poi votato a favore di tutti i punti all’ordine del giorno, tra i quali figuravano anche l’aumento di capitale gratuito da 3 milioni di azioni per il piano di incentivazione dei dipendenti e le remunerazioni.
Dobbiamo sottolineare però che l’intervento dei piccoli soci si è basato soprattutto sull’invito a collaborare con i soci più grandi. Nagel stesso ha garantito che da nessuna delle parti coinvolte, comprese Delfin e Caltagirone, è mancata la voglia di collaborare. Anche se nel corso del loro dialogo sono emerse delle differenti vedute sull’impianto di governance.
Interessante e ironica la risposta di Pagliaro che ha ricevuto critiche da alcuni piccoli soci in merito al fatto che non si sia ritirato nonostante avesse contro alcuni grandi azionisti.