Tassa di scopo sulle sigarette per finanziare il Sistema Sanitario Nazionale? È una proposta giunta al Senato, al momento al vaglio degli esperti, da parte dell’Associazione italiana di oncologia medica (AIOM).
Utile la tassa di scopo?
Nel corso di un’audizione infatti, attraverso la campagna “SOStenereSNN” l’associazione ha presentato la proposta di aggiungere una tassa di scopo di 5 euro su ogni pacchetto di sigarette venduto. È stato stimato che nel corso di un anno sarebbe possibile raccogliere fino a 13,8 miliardi di euro da utilizzare per sostenere, per l’appunto, il Sistema Sanitario Nazionale.
La sanità è da sempre uno dei comparti più toccati dalla crisi. Soprattutto perché la politica tende a tagliuzzare sempre in quell’ambito, piuttosto che sostenerlo. Una tassa di scopo sarebbe ovviamente indirizzata su uno specifico prodotto per specifiche ragioni.
E cosa c’è di meglio che raccogliere dei soldi per il comparto sanità attraverso uno dei prodotti che più tendono a “ingolfare” ospedali? Non dobbiamo dimenticare che il fumo di sigaretta è pericoloso sia se attivo che passivo. E che a farne nelle spese sono principalmente l’apparato respiratorio e quello cardiovascolare. Fumando si rischia infatti l’indurimento delle arterie e lo sviluppo di moltissime patologie neoplasiche tra le quali, ovviamente, il tumore ai polmoni.
Cinque euro possono sembrare molti ma in realtà sono davvero poco se si pensa al fatto che in tutta Europa il prezzo delle bionde è così basso solo In Italia e in Spagna. Negli altri paesi si raggiungono infatti con facilità gli oltre 9 euro a pacchetto.
Soluzione da prendere in considerazione
Questa precisa tassa di scopo dovrebbe essere presa seriamente in considerazione. E dobbiamo sperare che non rimanga solo un’idea potenziale per un emendamento da inserire in manovra come è stato annunciato. Non perché gli italiani necessitino di ulteriori tasse sulle proprie spalle. Ma perché una tassa di scopo di questo genere, esclusivamente indirizzata a favore del Sistema Sanitario Nazionale potrebbe aiutare a risolvere alcune criticità dello stesso.
Senza contare che rappresenterebbe una soluzione a “basso costo” per lo Stato da utilizzare come deterrente contro il fumo. Sì, suona paradossale dato che comunque sia lo Stato incassa denaro attraverso la vendita.
Dobbiamo però sottolineare che nel caso non si riuscisse a essere vincenti in quanto a prevenzione, si avrebbero comunque maggiori fondi a disposizione per la cura. E dato l’attuale stato del Sistema Sanitario Nazionale questo non è un elemento di poco conto.
Senza contare che istituzioni mondiali ed europee già applicano simili risoluzioni e che, in base a un’indagine condotta dall’Istituto Mario Negri nel 2024. il 62% degli italiani sarebbe favorevole a una tassa di scopo simile.