L’Inail porta una ventata importante di chiarezza per quel che riguarda l’infortunistica collegata all’uso delle biciclette, una fattispecie di cui non si parla mai abbastanza: secondo l’ente pubblico, infatti, l’infortunio che si verifica in questa maniera, oltre al celebre servizio di “bike-sharing” su piste ciclabili, deve essere assolutamente indennizzato. L’indennizzo, invece, deve essere corroborato da un utilizzo necessario del mezzo, qualora l’infortunio sia avvenuto su una strada aperta ai veicoli motorizzati. La casistica è piuttosto chiara, si tratta di una ipotesi infortunistica relativa all’uso di un mezzo privato di trasporto come ve ne sono molti. Il risarcimento, pertanto, può avere luogo quando si tratta di un ricorso necessario: quest’ultimo si verifica nel caso di totale assenza di altri mezzi pubblici di trasporto (ad esempio quando vi sono gli scioperi degli autobus), oppure quando si può dimostrare che la bicicletta può consentire un arrivo in orario sul posto di lavoro.
I chiarimenti in questione sono dunque fondamentali se, malauguratamente, dovesse essere necessario un indennizzo simile. Un’altra ipotesi per il ricorso necessario è quella che prevede la bici al posto del tragitto a piedi a causa di un percorso inagibile. L’inserimento del bike-sharing va inoltre approfondito: quest’ultimo, infatti, viene gestito nella sua totalità e nel suo funzionamento da comuni e altri enti locali e il suo obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento ambientale e di decongestionare in qualche modo il traffico cittadino, motivo per il quale non si può parlare anche in questo caso di un vero e proprio mezzo pubblico di servizio.
In aggiunta, bisogna ricordare che quando il percorso viene effettuato in parte su una pista ciclabile o su una zona che è interdetta al normale traffico veicolare, e in parte sulla strada motorizzata, allora l’indennizzo deve sempre appurare l’obbligatorietà dell’utilizzo se l’infortunio è avvenuto in presenza di autovetture: le condizioni sono precise, la speranza è che non si crei confusione al momento del rimborso vero e proprio.