Il colosso della chimica e della farmaceutica Bayer sta guardando decisamente a Oriente per quel che concerne il potenziamento dei propri business: l’azienda tedesca ha fatto sapere quali sono i propri obiettivi da perseguire nell’immediato e tra di essi figurano quelli relativi alla presenza all’estero. In effetti, il gruppo di Leverkusen è seriamente intenzionato a far crescere il proprio fatturato nel continente asiatico, in modo da riuscire a raggiungere una rappresentanza di rilievo, vale a dire circa il 60% dei propri ricavi totali entro i prossimi quattro anni. Si potrebbe subito pensare che il traguardo è fin troppo ambizioso, ma è già pronto un investimento pari a ben 1,8 miliardi di euro per quel che riguarda gli impianti industriali, a testimonianza del fatto che il mercato asiatico possiede ancora un fascino particolare per i teutonici delle aspirine.
Come ha opportunamente sottolineato il numero uno della Bayer, Marijin Dekkers, la presenza in questi paesi è già buona, grazie a capacità notevoli di produzione, ma c’è ancora una forte voglia di crescere nel futuro. Come si procederà dunque in tal senso? La fitta rete di vendite diventerà ancora più ampia, ma anche la ricerca e lo sviluppo avranno l’attenzione che meritano: alcune previsioni parlano di cessioni superiori agli undici miliardi di euro nel 2015 in riferimento all’intero continente, gran parte dei quali (6 miliardi per la precisione) saranno garantiti dalla sola Cina, la seconda economia mondiale.
I numeri sono impressionanti, soprattutto se si pensa che nel corso del 2010 lo stesso dato era risultato inferiore ai sette miliardi di dollari (il 20% delle vendite totali), con l’ex Impero Celeste sempre a farla da padrona. Tra l’altro, la multinazionale tedesca sta pensando di migliorare la ricerca sulle malattie più diffuse in Asia: a tal fine, la produzione di prodotti chimici di base sarà senza dubbio incrementata, senza dimenticare l’impiego di ben 30mila dipendenti.