In una crisi sempre più mondiale, nessuno è al sicuro. Nemmeno gli istituti di credito statunitensi che, secondo quanto ha appena affermato l’agenzia di rating Fitch, sarebbero seriamente e fortemente minacciati dalla crisi in zona euro. Una crisi che potrebbe porre le banche americane “di fronte ad un rischio elevato” di downgrade del proprio rating, ipotesi abbastanza plausibile nella sventurata ipotesi in cui la crisi dell’eurozona dovesse aggravarsi ancora.
L’allarme lanciato da Fitch ha ottenuto i risultati attesi sul fronte azionario. Tutti i principali istituti di credito a stelle e strisce hanno perso rapidamente capitalizzazione, con Morgan Stanley worst performer (- 8 punti percentuali). Particolarmente negative anche le prestazioni di Goldman Sachs (- 4,2 punti percentuali), Citigroup (- 4,1 punti percentuali), JP Morgan Chase e Bank of America (- 3,7 punti percentuali) e Wells Fargo (- 1,4 punti percentuali).
Fitch segnala come le prospettive di credito del settore bancario americano potrebbero essere declassate. Un’affermazione generica, che punta gli occhi sull’eurozona: l’agenzia di rating ammette infatti il mantenimento degli attuali giudizi sul debito delle banche americane, nella sola ipotesi in cui “la crisi nella zona euro sia risolta in tempo e in modo sostenibile2.
Per il momento, tuttavia, occorre spezzare una lancia in favore delle banche nordamericane. Gli istituti bancari statunitensi sono mediamente poco esposti nei confronti dei Paesi più criticamente colpiti dalle difficoltà, mentre lo sono maggiormente nei confronti di Germania e Francia. Proprio per tal motivo, in questo momento il giudizio presente e contemporaneo sulla solvibilità delle banche americane rimane molto elevato. Se la crisi dell’eurozona dovesse intaccare pesantemente anche le locomotive del vecchio Continente, tuttavia, la situazione analitica potrebbe cambiare rapidamente in peggio, con Fitch che prepara la propria penna rossa in vista del potenziale downgrade di alcuni tra i principali big del credito americano.