Moody’s Investors Service ha ridotto il rating creditizio della Slovenia di un notch, trascinando a quota A1, sulla base del rischio che il Paese debba mettere mano ai propri ulteriori sforzi per poter supportare il sistema bancario, preda della crisi del debito europeo.
L’industria del Paese ha asset complessivamente valutati intorno ai 136 punti percentuali sulla produzione interna lorda, che è – si legge nella nota del comunicato di Moody’s, un livello “relativamente vasto se comparato con gli altri sistemi dell’Europa Orientale”. Il downgrade ad opera di quella che è una delle principali agenzie di rating al mondo è il secondo negli ultimi tre mesi, e non è detto che – soprattutto in caso di peggioramento delle condizioni di solvibilità dell’area euro, lo scenario non possa ulteriormente peggiorare nel corso dei primi tre mesi dell’anno.
Sulla stessa lunghezza d’onda sono le altre principali agenzie di rating del mondo: Standard & Poor’s ha infatti affermato – e lo stesso può dirsi per Fitch – che potrebbe ridurre il rating di alcuni (o tutti) i membri dell’euroregione a 15.
Tornando alla Slovenia, Fitch ha confermato il proprio rating AA-, con preoccupazioni riguardo alla possibilità di una tensione di liquidità in vista del rimborso dei bond in scadenza nel 2012, per un totale di 1,17 miliardi di euro. “La debole crescita economica complica le capacità del governo di poter licenziare il proprio piano di consolidamento fiscale sul medio termine” – ha invece aggiunto Moody’s.
L’impressione è, ad ogni modo, che le prossime settimane siano cruciali per valutare la solvibilità dell’intero sistema bancario sloveno. Il Paese, che è il primo dell’ex blocco comunista ad adottare l’euro, dovrebbe altresì fronteggiare un calo delle proprie esportazioni, proprio in virtù della debolezza dell’euro zona: uno scenario che potrebbe trascinare la nazione all’interno di una pericolosa ondata recessiva.