La moda italiana non sa resistere al fascino estero: i principali compratori dei nostri prodotti di questo settore fanno parte infatti del vasto continente asiatico, ma stanno avanzando anche la Turchia e la Russia. Una chiara testimonianza di tale trend è giunto dall’ottantunesima edizione di Pitti Uomo, la manifestazione internazionale di moda che è riservata agli operatori del settore e che si tiene due volte l’anno a Firenze. In pratica, i compratori stranieri dell’evento in questione sono stati ben 7.700, un dato a cui fa da contraltare il progressivo declino dei negozi del nostro paese (ben otto punti percentuali in meno in un solo anno). Gli esercizi commerciali italiani, infatti, stentano a ingranare la marcia giusta, anche perché la merce venduta è davvero poca.
Dunque, è quasi fisiologico che si cerchino disperatamente degli approdi esteri più proficui del Belpaese, altrimenti si rischia di sopportare troppo a lungo tali sofferenze. Come è ovvio che sia, vi sono anche aziende di successo e che non possono lamentarsi, come Altea, la quale riesce a fatturare addirittura quaranta milioni di euro con i propri multimarca. L’arrivo di compagnie asiatiche è confermato dall’interesse dei giapponesi di Uniqlo e dai cinesi di Seven Days, un vero e proprio gigante per quel che concerne la distribuzione di questi prodotti. I consumatori italiani che possono permettersi i prezzi delle principali case nostrane sono ormai davvero pochi e questo dovrebbe far riflettere sulla filosofia aziendale.
Vi sono, però, altri esempi positivi che smentiscono la catastrofe in questione, quali Le Sentier, Blomor, Monocrom, Brunello Cucinelli e Anissej Life, i cui margini di ricavo sono il risultato di una attenta innovazione. Gli acquirenti della Corea del Sud sono tra i più diffusi in assoluto, infine, tanto che possono essere ricordati almeno tre brand molto importanti, vale a dire Allegri, Coccinelle e Mandarina Duck, segno che il 2012 dovrà essere caratterizzato da politiche ben diverse rispetto al passato.