Nonostante lo scorso anno i fallimenti bancari negli Stati Uniti siano diminuiti, almeno 758 istituti di credito sono a rischio bancarotta nei prossimi due anni, secondo un’analisi di Consulting Group Invictus.
Lo studio Invictus, muovendo sui dati resi pubblicamente accessibili, evidenzia che tale eventualità è dovuta principalmente alla debolezza della ripresa, che rischia di innescare una seconda ondata di insolvenze. Le banche oggetto dell’analisi, hanno assets totali di circa 440 miliardi dollari, ovvero una media di crica $ 580 milioni. Negli ultimi tre anni, 389 banche e casse di risparmio sono fallite, tra cui 90 nel 2011, secondo i dati FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation).
“Mentre la possibilità di un fallimento bancario è seria, ciò che rende la situazione ancora peggiore è che la scomparsa di una di queste banche si ripercuoterebbe negativamente a livello locale, in particolare sulle relatà minori, sui proprietari più piccoli e su coloro che cercano di comprare o migliorare le proprie case “, ha detto Mustafa Kamal, Presidente e CEO di Invictus. Il problema è aggravato dal fatto che le grandi banche nazionali hanno iniziato a chiudere le loro filiali più piccole, e questo, per le comunità, si traduce in minori risorse di prestito.
Lo stato della Florida ha il maggior numero (72) e la più alta percentuale (31%) di banche vulnerabili tra le sue istituzioni. I 72 istituti di credito dispongono di un patrimonio medio di 539.000 mila dollari ciascuna e rappresentano quasi il 25% delle attività bancarie totali in Florida ($ 158 miliardi). Altri stati con numerose banche ugualmente vulnerabili sono gli Illinois (69), la Georgia (66), il Minnesota (37), il Missouri (33) e il Tennessee (31). Gli unici Stati che, attualmente, sembrano godere di uno stato di grazia sono l’Alaska, le Hawaii, il New Hampshire e il South Dakota. Ma per quanto tempo ancora?