Il freddo polare sta letteralmente gelando tutto il nostro paese e questa situazione meteorologica si riflette in maniera inevitabile anche su altre situazioni strettamente connesse al cittadino: l’esempio più emblematico è offerto senza dubbio dai carburanti, i quali hanno mantenuto le loro tariffe inalterate e a livelli ancora poco accettabili per quel che concerne l’ambito finanziario. Secondo quanto rilevato, infatti, da Quotidianoenergia.it, l’ultimo monitoraggio è stato improntato a un immobilismo pressoché totale, quindi gli ultimi picchi sono rimasti tali, anzi vi sono state anche delle leggere crescite che non inducono all’ottimismo. L’analisi in questione, tra l’altro, ha riguardato una serie di stazioni di servizio, un campione che può rappresentare in maniera federale la situazione a livello nazionale. Che cosa è successo esattamente?
L’intero territorio ha visto prevalere la tendenza alla stabilità, come già accennato, mentre gli aumenti dei prezzi sono quelli dei gestori no-logo, le cosiddette “pompe bianche” che consentono spesso di risparmiare sulla spesa finale; in questo modo, quindi, la forbice che esisteva tra gli stessi e le compagne petrolifere più affermate si è ulteriormente ridotta. I prezzi sono fin troppo elevati, si passa dagli 1,85 euro al litro per la benzina verde fino agli 1,75 euro relativi a un litro di gasolio, con alcune aree del centro e del Mezzogiorno che si sono messe in evidenza in maniera negativa da questo punto di vista.
Se si vuole essere ancora più precisi, poi, bisogna precisare come la tariffa media della benzina sia ormai giunta a 1,775 euro al litro per quel che concerne i distributori della Esso e della Shell, mentre la Tamoil può vantare un prezzo addirittura superiore, vale a dire 1,784 euro al litro. I no-logo consentono invece il risparmio di qualche centesimo, dato che la tariffa media si è attestata al di sotto degli 1,7 euro (1,696 per la precisione). Infine, il Gpl è ancora fermo sugli 0,74-0,75 euro al litro.