Si può parlare a ragione di un lunedì nero per Autogrill: la celebre catena attiva nel settore della ristorazione, infatti, fa parte integrante del principale riferimento azionario di Borsa Italiana, vale a dire il Ftse Mib, ma il ribasso del titolo è stato netto ed evidente, ben 3,81 punti percentuali. A cosa è dovuto principalmente questo declino così fragoroso? Nel dettaglio, la compagnia ha dovuto subire due bocciature da parte di Deutsche Bank, istituto di credito che ha provveduto a ridurre la raccomandazione relativa al gruppo da “buy” ad “hold”, con il target price (il prezzo obiettivo) che è sceso da 11,9 a 9,2 euro. Come se non bastasse, la banca teutonica ha ridimensionato anche gli utili relativi a quest’anno e al 2013, a conferma di condizioni di salute non proprio brillanti. Tra l’altro, spicca il contrasto tra le due principali divisioni di Autogrill: nello specifico, il comparto Food & Beverage sta rallentando da diverso tempo a causa dell’aumento dei costi, mentre il retail (le vendite al dettaglio quindi) si è caratterizzato per buoni margini e concessioni interessanti.
C’è comunque da precisare che lo stesso F&B è ancora capace di dar vita a ben il 63% dell’interno margine operativo lordo, quello che in gergo anglosassone viene definito con la sigla Ebitda. Un ulteriore punto a sfavore di cibo e bevande è il traffico che è stato registrato in relazione alle autostrade del nostro paese e del continente europeo.
Nel dettaglio, infatti, il fatturato è stato piuttosto debole, nonostante si tratti di un segmento che garantisce il 34% delle cessioni totali, diversamente dalle stime degli aeroporti degli Stati Uniti (42% delle vendite complessive), in lieve rialzo. Il suggerimento di Deutsche Bank è preciso e chiaro: Autogrill deve abbandonare quanto prima quelle nazioni che la stanno indebolendo, altrimenti il rendimento del capitale investito rimarrà sempre troppo basso (si tratta del cosiddetto Roce).