Anche i lobbisti avranno il loro registro: il Ministero delle Politiche Agricole ha infatti deciso di istituire tale documento, un precedente storico, visto che è la prima volta che si procede in questo senso nel nostro paese. L’entusiasmo maggiore è stato mostrato dall’associazione Il Chiostro, la quale da tempo raggruppa diverse lobby e società col fine ultimo di promuovere la trasparenza e la tutela degli interessi. Ovviamente, il fatto che il registro sia stato creato da un solo dicastero, fa sperare nel riconoscimento e nella regolamentazione anche di altre attività, come auspicato dagli stessi rappresentanti appena menzionati. Un altro obiettivo che i lobbisti vogliono raggiungere, infatti, è quello di avere uno stretto rapporto con i loro uffici, quindi sono più che mai necessari un codice etico e delle sanzioni ben precise per chi non si attiene ad esso.
Una proposta che Il Chiostro ha avanzato poi è quella di dar vita a un registro obbligatorio per quei lobbisti che sono in stretto contatto con il Senato e la Camera, sempre nel rispetto di regole ben precise: non si tratta di una boutade, ma di un suggerimento già avanzato, tanto che potrebbe anche essere inserito un apposito emendamento all’interno della legge sull’anticorruzione che si sta ultimamente discutendo e prossima all’approvazione. Quali vantaggi si potrebbero ottenere in questo modo?
Secondo la categoria in questione, chiunque produce ricchezza per il sistema economico del nostro paese può riconoscere i pregi di un simile registro, in quanto gli interessi verrebbero a galla nella maniera più trasparente possibile. Tutto questo vorrebbe dire nuove opportunità e professionalità migliori, in grado di far funzionare la concorrenza e di dare ampio spazio allo sviluppo, soprattutto per quel che concerne le piccole e medie imprese e le industrie. Tra l’altro, si punta anche a modificare la percezione che al giorno d’oggi si ha del termine “lobby”, inteso in senso negativo e poco qualificante.