In un’Europa in crisi, BNP Paribas gioca la carta della virtù, stimando di garantire lo stesso livello di finanziamento dell’economia nonostante i vincoli molto forti termini di ratios patrimoniali. Sei miliardi di euro. In piena crisi finanziaria, BNP Paribas si concede il lusso di registrare, per il 2011, anno del caos nella zona euro e della “sbandata” della Grecia, uno dei più grandi profitti del CAC 40.
La banca francese, il cui percorso è in gran parte legato al tandem Pébereau-Prot, e che è ora guidata da Jean-Laurent Bonnafé, si impone nell’esclusivo club delle realtà (d’impresa) più redditizie in Francia, dopo la società petrolifera Total (più 12 miliardi di profitti). E’ anche la banca più redditizia in Europa. In grado di navigare a fianco di Santander, BNP Paribas amplia il divario con la banca spagnola, che ha annunciato 5,3 miliardi di euro di utile netto per il 2011. Santander rimane tuttavia la numero uno per il suo valore di mercato, con una capitalizzazione di 58 miliardi di euro, contro i 40 miliardi di euro del colosso francese.
Mentre cresce un certo scetticismo (e una certa incomprensione) da parte dell’opinione pubblica di fronte a questi enormi profitti (nonostante un calo del 23% rispetto al 2010) – e mentre il settore bancario europeo continua a beneficiare di prestiti “agevolati” dalla Banca centrale europea (BCE) -, i dirigenti di BNP Paribas cercano di mettere a tacere i rumors e le critiche.
“Un paese ha bisogno di banche forti per finanziare l’economia, dichiara Bonnafé. Queste sono le riserve che le banche costituiscono, grazie ai loro profitti, anno dopo anno, permettendo loro di distribuire i crediti”. “La quantità di capitale allocato per finanziare l’economia è proporzionale alla quantità di capitale che una banca possiede”, ha altresì aggiunto l’amministratore delegato della banca, il quale precisa che i capitali dell’istituto saranno aumentati di 5 miliardi di euro.
Oltre il 75% dei profitti sarà reinvestito in capitale, e probabilmente una percentuale maggiore (tra l’80% e il 90%) se gli azionisti opteranno per il versamento di un dividendo in azioni, come sarà loro proposto. Con un livello di Core tier 1 del 9,2%, il gruppo bancario soddisfa già i requisiti normativi che si applicheranno fino al 30 giugno. I buoni risultati di BNP Paribas trovano giustificazione soprattutto con la “performance” del retail banking in Europa, USA e Asia, e sono in parte imputabili alla forza delle sue attività di mercato, che sono scese meno rispetto alle sue concorrenti.
BNP ha registrato nel quarto trimestre un utile netto di 765 milioni di euro, superiore alla la stima di 574 milioni di euro emersa in un sondaggio Reuters e condotta su 10 analisti. La banca ha registrato nel quarto trimestre un BNP di 9,69 miliardi di euro, battendo la previsione di 9,16 miliardi. BNP è convinta che non sarà necessario procedere con ulteriori svalutazioni sul proprio debito sovrano greco quest’anno.
I buoni risultati di BNP Paribas hanno permesso di assorbire il pesante conto pagato per la Grecia (3,45 miliardi di euro l’anno, con un tasso di “provisioning” del 75%) e una perdita di 872 milioni sul portafoglio di debiti sovrani. Mentre il destino della Grecia resta ancora da decifrare, e la zona euro è sull’orlo della recessione (il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’attività si contrarrà dello 0,5% nel 2012), gli utili di BNP Paribas non devono trarre in inganno circa la salute complessiva del settore bancario europeo. Credit Agricole SA ha già avvertito che riporterà una perdita nel 2011.