La data del prossimo 8 marzo sarà fondamentale in casa Pirelli per la convocazione del nuovo consiglio di amministrazione: non si tratta, infatti, di un cda qualunque, bensì di quello che sarà chiamato ad analizzare nel più completo dettaglio i conti e i risultati finanziari che sono stati conseguiti nel corso del 2011. Non si nutrono al momento grandi preoccupazioni, anzi gli analisti hanno affermato che il margine operativo dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile, ma si sa anche che i volumi complessivi dovrebbero anche essere caratterizzati da una sostanziale debolezza. Anche l’utile netto della compagnia celebre per i suoi pneumatici e per il real estate non dovrebbe essere intaccato in maniera negativa.
Mediobanca si attende qualche ribasso alla luce di dati di fatto piuttosto incontrovertibili; tra di essi, ad esempio, si possono citare le minori scorte di pneumatici, il debole mercato del vecchio continente e i rallentamenti subiti in territorio americano, tre realtà di cui si era già da tempo a conoscenza. In tal senso, i ricavi del 2011 sono destinati a raggiungere quota 5,65 miliardi di euro, in linea con quanto prospettato da Pirelli stessa, senza dimenticare che il margine operativo dovrebbe superare, anche se non di molto, i dieci punti percentuali, ancora una volta in linea con le prospettive aziendali. Le conseguenze principali sono facilmente immaginabili. In effetti, il debito netto verrà sostanzialmente confermato a ottocento milioni di euro, con lo stesso discorso che vale anche per il fatturato, poco al di sotto di quanto si attendeva il management stesso.
Qualche revisione al rialzo potrebbe comunque avvenire, nonostante sia necessario fare i conti anche con il declino del titolo Pirelli a Piazza Affari (0,57 punti percentuali in meno), il che ha provocato il mantenimento del giudizio “buy” e un target price di poco superiore ai nove euro. Infine, c’è da ricordare che al momento la compagnia riesce a scambiare in linea con la principale concorrente, la francese Michelin.