Gli Stati Uniti hanno aggiunto più di 200.000 posti di lavoro per il terzo mese consecutivo mentre vari settori, dall’industria alla ristorazione, hanno assunto più lavoratori, mostrando segnali si un’economia che ha ripreso slancio. In tutto, l’economia ha aggiunto 1,2 milioni di posti di lavoro negli ultimi sei mesi, il ritmo di crescita più veloce dal 2006.
Tuttavia, a più di due anni e mezzo dalla recessione, il mercato del lavoro ha ancora molto terreno da recuperare. L’economia ha oggi 5,2 milioni di posti di lavoro in meno rispetto a quattro anni fa, anche se la popolazione è cresciuta. Il tasso di disoccupazione nel mese di febbraio è rimasto invariato all’8,3% e la maggior parte degli economisti ritiene che la disoccupazione si manterrà a livelli elevati per anni, salvo il verificarsi di una accelerazione del ritmo delle assunzioni.
I dati di Venerdì hanno comunque dimostrato che il mercato del lavoro continua a rafforzarsi. La pausa nel calo del tasso di disoccupazione è stata trainata dai lavoratori ri-entrati nella forza lavoro, un segnale, secondo molti economisti, di crescente ottimismo tra i non occupati in cerca di lavoro. La percentuale di adulti che lavorano – considerato un indicatore più attendibile della salute del mercato del lavoro rispetto al tasso di disoccupazione – è aumentata leggermente, portandosi al 58,6%, il livello più alto in quasi due anni.
“Penso che stiamo guarendo, ma è un processo graduale”, ha detto Jan Hatzius, economista di Goldman Sachs Group Inc. La questione chiave è se la domanda di beni e servizi, che rimane debole per un recupero, sarà in grado di innescare una marcia in più. Il Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke ha messo in luce, durante una dichiarazione al Congresso tenutasi all’inizio di questo mese, che i recenti passi avanti del mercato del lavoro potrebbero non essere sostenibili senza un’accelerazione della crescita economica.
La Fed, questa settimana, dovrebbe mettere “in pausa” la campagna di allentamento delle condizioni finanziarie. Bernanke, in una conferenza stampa di gennaio, si è detto disponibile a riprendere gli sforzi per stimolare la crescita economica, ma ciò dipenderà da come evolverà il recupero nei prossimi mesi. Un altro programma di acquisto di bond, destinato a ridurre i tassi di interesse a lungo termine, sembra improbabile nel breve termine con l’economia ridotta a un puzzle, ma rimane tuttavia una possibilità, laddove crescita non dovesse riprendere o l’inflazione rallentare.
Molti investitori scommettono su un’ulteriore azione della Fed, accogliendo tuttavia con favore gli ultimi incoraggianti dati sul mercato del lavoro.Altri recenti indicatori riflettono un miglioramento dell’economia nel suo insieme.
Il settore dei servizi nel mese di febbraio, è cresciuto al ritmo più veloce registrato in un anno, e il settore manifatturiero è in espansione da più di due anni e mezzo, secondo l’Institute for Supply Management. Gli utili aziendali sono stati consistenti, il reddito personale è cresciuto, e il mercato azionario è in salita. I produttori di automobili nel mese di febbraio hanno riportato una netta crescita del proprio fatturato, che si è rivelata la più forte in quattro anni, e anche il mercato immobiliare ha mostrato timidi segnali di miglioramento.
Nonostante la ritrovata fiducia, l’economia è tutt’altro che in fase di espansione, e molti economisti avvertono che il ritmo di crescita potrebbe rallentare nei prossimi mesi. La spesa dei consumatori è rimasta piatta, nonostante l’aumento dei redditi. L’incremento dei salari e il crollo della produttività potrebbero spremere i profitti aziendali e scoraggiare le aziende a procedere con nuove assunzioni.
Le importazioni hanno superato le esportazioni, queste ultime soprattutto verso Cina ed Eurozona. Il deficit nei confronti di Pechino si è impennato del 12,5%, a 26 miliardi di dollari (-13,8% l’export e +4,7% l’import), mentre il disavanzo verso l’Eurozona si è ridotto dell’11% a 7,61 miliardi. Il deficit commerciale degli Stati Uniti nel mese di gennaio si attestava a 52,6 miliardi di dollari. Nel frattempo JP Morgan taglia le sue aspettative per il primo trimestre, citando un contrasto “evidente” tra un rafforzamento del mercato del lavoro e la debolezza altrove. Fattori esterni, come i prezzi del petrolio e l’instabilità globale, potrebbero rallentare la crescita economica nel prossimo futuro. L’economia si sta stabilizzando e rendendosi meno vulnerabile a nuovi shock? Molte aziende rimangono tuttavia molto prudenti…