Sono positive le considerazioni espresse dalla Banca Centrale Europea nel suo periodico bollettino, nel quale si rileva – tuttavia – l’ennesima flessione nella fiducia dei consumatori, e alcuni aspetti di aleatorietà che potrebbero compromettere le speranze di crescita sul medio termine.
L’istituzione monetaria commenta l’attuale evoluzione del mercato europeo partendo dalla fine, dai due maxi finanziamenti a tassi di interesse agevolati che sono stati posti in essere permettere al mercato bancario di poter ottenere le opportune iniezioni di liquidità tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, e che – stando a quanto afferma l’istituto di Mario Draghi – “potrebbero aver contribuito a contenere gli effetti di contagio della crisi del debito sovrano”.
Ma è solo l’inizio. Poiché le considerazioni della Bce vanno ben oltre, andando a indagare sui singoli e specifici comportamenti dei Paesi dell’area euro, ricordando in merito come “tra di essi, l’Italia ha riportato il maggiore restringimento dei differenziali di rendimento sulle obbligazioni sovrane nonostante il declassamento da parte delle tre principali agenzie di rating” Il calo dello spread tra la fine di novembre e l’inizio di marzo è infatti stato pari a 166 punti, forse perfino al di là delle attese della Banca.
Ad ogni modo, l’attenzione della Bce si sposta anche a quanto accadrà nel nostro Paese con l’aumento dell’Iva parzialmente applicato, e da applicare, che “avrà un impatto nel 2012 e determinerà il protrarsi delle pressioni al rialzo sull’inflazione nel corso dell’anno”. La Banca ha poi affermato di prevedere un’inflazione sopra il 2% nel 2012, con il prevalere di rischi al rialzo. Anche per tale motivo, l’istituto sembra aver allontano ogni ipotesi di allentamento della politica monetaria.
Per quanto infine concerne le proprie stime di crescita trimestrale, l’istituto di Draghi afferma come nel 2012 lo sviluppo economico si aggirerà tra un – 0,5% e un + 0,3%, contro un – 0,4% – + 1% di fine 2012. Per il 2013 crescita prevista tra 0% e 2,2%, contro il precedente 0,3% e 2,3%.