Certi simboli non tramontano mai, o quasi. Ciò che è certo è che la Lego, celeberrima azienda danese famosa in tutto il mondo per le proprie costruzioni di mattoncini sulle quali hanno giocato almeno 3 generazioni di persone, si appresta a festeggiare i suoi primi 80 anni di vita con un bilancio in grande spolvero, sul quale emergono utili balzati dalla quota di 668 milioni di euro nel 2010, agli attuali 760 milioni di euro.
Oltre agli utili, ad aver compiuto un poderoso incremento è stato anche il fatturato, salito di 17 punti percentuali a 2,514 miliardi di euro, rispetto ai 2,150 miliardi di euro del 2010. La quota del mercato mondiale dei giocattoli in mano alla società europea è ancora superiore ai 7 punti percentuali: una strenua difesa dinanzi alla concorrenza più che agguerrita da parte di operatori low cost, prevalentemente cinesi, che stanno cercando di erodere delle fette significative della “torta” ludica internazionale.
Risultati molto soddisfacenti, dunque, quelli della Lego. Tant’è vero che la società ha scelto di guardare con rinnovato ottimismo nel futuro, affermando di aver assunto altri 1.000 dipendenti (per un numero complessivo delle risorse umane che fatica a superare le 9.300 unità), e di voler proseguire nella strada dello sviluppo che dovrebbe consentirle, tra 20 anni, di superare il secolo di vita in condizioni di perfetta redditività.
Tra i maggiori punti di forza commerciale della Lego, le varie serie speciali: da Harry Potter ai Pirati dei Caraibi, non c’è avvenimento cinematografico di primaria importanza che non abbia visto i suoi protagonisti essere convertiti in mattoncini, in una sorta di evento di tradizione storica che sembra destinato a perdurare nel tempo, a dispetto delle evoluzioni ludiche digitali.
A proposito, se mai vi siete domandati che cosa significhi “Lego”, la risposta è semplice. Lego è l’abbreviazione delle parole danesi Leg godt, ovvero, “gioca bene”.