Nestlè, il big svizzero dell’alimentare, ha hannunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare il latto Pfizer per 11,85 miliardi di euro. Una mossa che punta a rilanciare la posizione della società europea all’interno del mercato dell’infanzia, dove Nestlè ha iniziato a perdere quote dal 2005, quando ritirò alcuni prodotti di latte in polvere. La valutazione che la società svizzera ha effettuato su Pfizer è pari a circa 22 volte l’Ebitda.
Stando a quanto affermato dalla stessa società, l’operazione rappresenterebbe “un passo strategico per rafforzare la posizione mondiale nella nutrizione infantile” da parte dell’azienda del vecchio Continente. D’altronde, l’85% delle vendite di Pfizer Nutrition è realizzato nei Paesi emergeti a forte crescita e, di conseguenza, è facile comprendere quanto sia elevato l’interesse nei confronti di tale business.
Nestlè ha in proposito ricordato come il giro d’affari della società si attesterà intorno ai 2,4 miliardi di dollari nel 2012. Secondo quanto affermato dagli analisti di Vontobel, la transazione avrà un impatto positivo sull’utile per azione pari a circa 1,5 punti percentuali nel corso del 2013.
Tutto bene, quindi? Non proprio: l’operazione deve infatti ora passare al vaglio dell’antitrust. Un vaglio che non dovrebbe comportare sorprese negative, ma che comunque lega il futuro dell’accordo alla ratifica da parte dell’Authority. Secondo quanto ricordato dal report Bloomberg pubblicato negli ultimi giorni, Nestlè è uno dei leader mondiali nella produzione di alimenti per neonati, e l’acquisizione conclusa dalla società potrebbe rivelarsi come quella più importante nel settore dal 2010 ad oggi.
► IL NUOVO PROGETTO PER TUTELARE LA QUALITA’ DELLA PASTA
Il mercato dei prodotti alimentari per l’infanzia cresce con un ritmo, a livello globale, di circa 6 punti percentuali annui: un ritmo che – secondo quanto affermato dalle ultime considerazioni, dovrebbe poter durare su tali soglie almeno fino al 2016.