Campari conferma anche oggi le sue performance positive

 Una delle performance più interessanti per quel che concerne la giornata odierna e l’indice Ftse Mib, bisogna senza dubbio menzionare Campari: il celebre gruppo milanese aveva già fatto parlare di sé la scorsa settimana, chiudendo il venerdì borsistico con un interessante +0,5%, ma anche oggi non è stato da meno, con guadagni che hanno attirato l’attenzione degli investitori finanziari. Quali sono le indicazioni più attendibili da questo punto di vista? Anzitutto, bisogna precisare come circa 250mila titoli azionari della compagnia lombarda di bevande siano passate di mano nelle ultime ore, con la “Lettera all’investitore” del quotidiano La Repubblica che ha influito enormemente in tal senso.

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Nokia riduce l’organico di 10 mila unità

 Nokia, colosso finlandese della telefonia mobile, ha scelto di ridurre la sua forza lavoro di altre 10 mila persone, andando a raggiungere quota 25 mila unità in soli due anni. Grazie a questa nuova mossa, la società europea dovrebbe poter conseguire ulteriori risparmi per circa 700 milioni di euro per l’anno, elevabili a quota 1,6 miliardi di euro entro la fine del 2013.

Una riduzione, ha dichiarato l’amministratore delegato del gruppo Stephen Elop in una nota diramata alla stampa, che è “conseguenza difficile delle misure che pensiamo di dover prendere per assicurare la competitività a lungo termine di Nokia”.  Il risparmio conseguito nel biennio in corso dalla compagnia finlandese dovrebbe così controbilanciare il costo della ristrutturazione aziendale in corso, valutato intorno a 1,9 miliardi di euro.

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Jp Morgan e quegli errori “isolati”

 Jp Morgan invita a non generalizzare gli errori che sono costati ben 2 miliardi di dollari alle proprie casse, generati da scommesse sbagliate sul trading di derivati della divisione londinese. L’amministratore delegato Jamie Dimon, che ha recentemente discusso alla commissione bancaria del senato, ha affermato che la banca newyorkese sarà “solidamente in attivo” nel corso del secondo trimestre, e che comunque gli sbagli sono stati “un caso isolato”.

“Quando commettiamo errori” – ha dichiarato il manager, sempre più discusso in queste settimane – “li prendiamo seriamente e spesso siamo i critici più severi di noi stessi. Anche se non possiamo dire che non commetteremo mai errori, perchè sappiamo che ne faremo, crediamo che questo sia stato un evento isolato”.

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A Concorezzo (Monza-Brianza) torna di moda il baratto

 La crisi economica la stiamo avvertendo un po’ tutti: le famiglie si trovano in situazioni a dir poco disagevoli e il denaro che circola è davvero scarso. Ma gli italiani sanno spesso scovare delle soluzioni alternative, come sta accadendo a Concorezzo, comune della Brianza con quindicimila anime, il quale ha deciso di far tornare in auge l’antico sistema del baratto. Si tratta proprio della celebre operazione di scambio che fa immediatamente pensare a un passato storico molto lontano. L’idea l’hanno avuta i negozianti e i commercianti locali, più precisamente ad Antonio Mandelli, il quale è titolare di uno studio fotografico. In pratica, si evitano i soldi e si provvede a scambiare dei prodotti come accadeva in antichità.

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Censis-Abi: dal 1981 a oggi aumentate le case di proprietà

 Quante cose sono successe dal 1981 ad oggi: in trentuno anni, ad esempio, sono aumentati parecchio gli italiani che possono permettersi di vivere in una casa di proprietà, visto che sono passati dal 64 all’81%. Come si spiega questo incremento di ben diciassette punti percentuali? Anzitutto, bisogna spiegare che si tratta di una elaborazione dei dati raccolti dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) e dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi) sulla società del nostro paese. Il confronto con il resto del continente europeo mette ancora di più in risalto le cifre in questione, visto che al giorno d’oggi solamente il 46% dei tedeschi e il 61% dei francesi possono vantare lo stesso tipo di abitazione.

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Saab verso vendita a gruppo asiatico

 La svedese Saab parlerà cinese e giapponese: la compagnia auto europea, oramai in consolidate difficoltà, potrebbe essere salvata dalla bancarotta grazie alla vendita ad un gruppo di investimento cinese e giapponese, che potrebbe essere interessato a rilevare il business Saab per poter sviluppare un business intorno alle auto elettriche.

Il gruppo, guidato dalla società di investimento giapponese Sun Investment, e dalla National Modern Energy Holdings (società di Hong Kong specializzata nella realizzazione di impianti energetici ecologici), è pertanto prossimo a formalizzare il passaggio di proprietà della Saab. La notizia era stata anticipata qualche giorno fa dalle solite voci bene informate, che avevano costituito ideale premessa del rumor.

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Prezzi auto ai minimi da due anni in Cina

 Secondo quanto affermato dalla Commissione Nazionale per le riforme e lo sviluppo, i prezzi dei veicoli passeggeri, sul mercato cinese, sarebbero diminuiti ai minimi livelli degli ultimi due anni a causa del peggioramento dello scenario dei venditori. Il prezzo medio di vendita al dettaglio è così calato di 1,1 punti percentuali a maggio su aprile, per il calo mensile più profondo dal giugno 2010.

La contrazione dei prezzi delle auto sul mercato cinese alimenta le opinioni di chi ritiene che la domanda al consumo stia subendo un evidente rallentamento, che potrebbe minare alla base le speranze di un prolungamento della crescita economica cinese in proporzioni simili a quelle del recente passato. Ne deriva la richiesta, da più parti, di una politica piuttosto aggressiva per stimolare il mercato locale.

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Enel annuncia la cessione di Endesa Ireland

 Un nuovo accordo consente all’Enel di vendere l’intero capitale relativo a Endesa Ireland: in pratica, si sta facendo riferimento a una delle principali società controllate dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, la spagnola Endesa, la cui divisione irlandese è stata ora ceduta alla scozzese Sse (Scottish and Southern Energy), ma non si tratta comunque di un fulmine a ciel sereno. In effetti, questo piano di dismissioni era stato già messo a punto e annunciato da tempo dalla spa romana. In pratica, il corrispettivo per il capitale in questione è stato quantificato in 270 milioni di euro, una cifra ottenuta grazie a un opportuno meccanismo di aggiustamento al prezzo di chiusura e che tiene anche conto della valutazione di diritti di emissione di anidride carbonica.

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GL Events: brusco calo dei consumi di carburanti nel 2012

 Il mercato dei carburanti italiani è sempre una fonte di discussioni e approfondimenti. L’ultimo riguarda un’analisi che è stata condotta da Gl Events, più precisamente il suo Ufficio Studi: in pratica, si tratta di una struttura di ricerca che è specializzata nel mercato dell’automobile, una continuazione naturale della compagnia che organizza fiere ed eventi. Ebbene, secondo questo studio, i consumi di benzina e gasolio dello scorso mese di gennaio sono stati caratterizzati da un calo deciso, vale a dire 2,3 punti percentuali, salvo poi aumentare nei mesi successivi al 16,6% (febbraio), all’8,7% (marzo), al 14,85 (aprile) e al 9% (maggio). Il riferimento deve andare ai consumi per autotrazione.

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Germania sempre più pessimista

 Nonostante le parvenze di “locomotiva europea”, la Germania si riscopre sempre meno ottimista sul proprio futuro. Alla domanda se si spera che i propri figli, o la prossima generazione, vivrà meglio della precedente, i tedeschi sono infatti tra le popolazioni più pessimiste del vecchio Continente, con risposte affermative limitate al 13 per cento di loro. Una percentuale che è addirittura inferiore a quella dell’Italia, dove a credere che i propri figli avranno una vita migliore sono solamente 15 genitori su 100, e circa la metà della percentuale spagnola, attualmente pari al 27%, a dispetto della grave crisi.

A riportare i dati sono gli analisti della Boston Consulting Groups, secondo cui il 12% della Germania sarebbe una proporzione talmente sorprendente da rendere Berlino e vicinanze tra le zone più pessimiste dell’intero vecchio Continente. L’unico motivo di consolazione della Germania è che la vicina Francia non è da meglio, visto e considerato che la percentuale di chi ritiene di essere d’accordo con l’affermazione di cui sopra è ferma al 12%, come i tedeschi.

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