Utile in calo per Credit Agricole

 Credit Agricole, uno dei principali istituti di credito francesi, ha concluso i primi tre mesi dell’anno con un forte calo dell’utile netto, passato da un miliardo di euro dello stesso periodo dello scorso anno, all’attuale soglia di 250 milioni di uero. A pesare sull’andamento della rettività societaria sarebbero state le svalutazioni legate alla crisi che ha colpito l’eurozona (e in particolar modo la Grecia) e le minusvalenze sulle cessioni effettuate nel periodo considerato.

L’impressione complessiva è che Credit Agricole abbia vissuto un primo trimestre di purgatorio, e probabilmente si appresti a viverne almeno un altro: una scelta, quella di “purificare” la società da asset non proprio brillanti, che potrebbe consentire alla banca francese di potersi porre in diverso e rinnovato modo agli occhi degli investitori e degli analisti, una volta che i bilanci saranno ripuliti da svalutazioni e cessioni.

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Inail: prorogati i benefici per l’esposizione all’amianto

 Tutti conoscono purtroppo la nocività e la pericolosità dell’amianto come minerale: è proprio per questo motivo che l’Inail (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) ha adottato un apposito provvedimento, prorogando dal punto di vista temporale quelli che sono i benefici relativi all’esposizione a cui si sta facendo riferimento. In effetti, le pensioni che sono state liquidate con delle misure adottate fino allo scorso 28 febbraio dovevano essere confermate da questo punto di vista e in effetti rimarranno ancora valide ed efficaci. La circolare in questione è la numero 61 per la precisione. Volendo essere ancora più precisi, c’è da dire che questa novità è stata espressamente prevista dal cosiddetto Decreto Milleproroghe: il secondo comma-undecies dell’articolo 6 stabilisce in maniera chiara i provvedimenti di cui si sta parlando, ragione per la quale la salvaguardia del diritto alle prestazioni pensionistiche che sono state liquidate con il riconoscimento dell’agevolazione prevista per i lavori svolti in tale maniera.

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Buona trimestrale per Deutsche Telekom

 Deutsche Telekom, uno dei principali operatori di telefonia d’Europa, ha pubblicato i risultati economico finanziari relativi al primo trimestre dell’anno. Risultati che hanno superato la gran parte delle aspettative degli analisti, grazie a un declino dei ricavi del vecchio Continente sempre più tollerabile, e grazie a un forte incremento della redditività dell’investimento nella T-Mobile Usa, la divisione societaria del nuovo Continente.

Di conseguenza, gli utili prima di imposte, tasse e ammortamenti, sono calati di 0,1 punti percentuali a 4,48 miliardi di euro durante il primo trimestre, contro la media delle previsioni degli analisti di mercato pari a 4,4 miliardi di euro. I ricavi sono invece diminuiti di 1,1 punti percentuali a 14,4 miliardi di euro. Contrazioni delle righe del conto economico che appaiono fortemente contenute, a beneficio della tenuta dei conti.

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Utili News Corporation in crescita

 News Corporation, il gigante americano dei media controllato da Sky Italia, ha chiuso il terzo trimestre fiscale con un aumento sostanzioso dei profitti, per 46,6 punti percentuali. Escludendo le voci straordinarie, gli utili netti ammontano a 37 centesimi per azione, 6 in più rispetto alle attese degli analisti. Risultati sicuramente soddisfacenti, legati principalmente all’apprezzamento dei profitti delle reti via cavo.

L’utile netto risulta altresì cresciuto a quota 397 milioni di dollari, pari a 38 centesimi per azione, contro i 639 milioni di dollari, o 24 centesimi per azione, rilevati nello stesso periodo dello scorso anno. Come già ricordato, escludendo il peso della gestione straordinaria, i profitti sono stati pari a 37 centesimi per azione, contro i 31 centesimi per azione previsti dagli analisti, e contro i 26 centesimi per azione dello stesso periodo dello scorso anno.

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Per Safilo si concretizzano mille nuovi esuberi

 Sono tempi davvero duri quelli che sta vivendo Safilo, azienda padovana nota per la sua produzione e distribuzione di occhiali da vista: la compagnia veneta si sta infatti apprestando a rendere concreti altri mille esuberi, un numero che fa paura soprattutto se si aggiunge agli altri 518 che sono stati dichiarati qualche mese fa per quel che concerne gli stabilimenti presenti in Friuli. Per molti dipendenti vi sarà dunque la mobilità, come è emerso chiaramente dall’ultimo meeting che ha visto coinvolti Roberto Vedovotto, ad del gruppo, e i sindacati. Il motivo per una scelta simile e tanto dolorosa è presto detto, in effetti le difficoltà economiche e produttive che sono vissute ogni giorno si sono inasprite con la perdita della licenza Armani, visto che quest’ultima è finita nelle mani di Luxottica.

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L’Epap propone una nuova destinazione dei contributi integrativi

 Vi sono dei professionisti che guadagnano decisamente meno rispetto ad altri: proprio per tale ragione, questi soggetti subiscono una penalizzazione piuttosto pesante per quel che riguarda il sistema previdenziale a cui fare riferimento, dunque sarebbe utile destinare l’aumento del contributo integrativo anche ad essi, in modo che si possano mettere sullo stesso piano le varie situazioni. La proposta in questione è stata formulata e suggerita da Arcangelo Pirrello, numero uno dell’Ente di Previdenza di Geologi, Chimici, Agronomi-Forestali e Attuari (meglio noto con la sigla Epap). Quest’ultimo è infatti intervenuto nel corso della Giornata delle Previdenza di Milano, sfruttando la tavola rotonda organizzata in merito al sistema contributivo per lanciare la sua idea.

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Utili HSBC in crescita

 Sono positivi i risultati conseguiti da HSBC – il più grande istituto di credito europeo – durante il primo trimestre del 2012. Contrariamente all’anno scorso, quando i profitti si fermarono alla pur invidiabile quota di 5,4 miliardi di dollari, nel corso della primissima parte d’esercizio i profitti pretasse sono cresciuti fino a superare abbondantemente le stime degli analisti pari a 5,9 miliardi di dollari, giungendo infine ad accomodarsi sulla comoda soglia dei 6,8 miliardi di dollari.

Un incremento degli utili pari a 26 punti percentuali rispetto a quanto ottenuto durante lo stesso periodo dello scorso esercizio, che ha ovviamente generato grande soddisfazione nel top management della banca del vecchio Continente, che rinforza la propria posizione di mercato con un’attenta diversificazione settoriale e territoriale, andando esponenzialmente a privilegiare gli sforzi e gli impegni sui mercati emergenti e su quelli extra europei.

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Mediolanum: Ennio Doris lascerà il Cda entro giugno

 Nulla è eterno in questo mondo e ovviamente il discorso è più che mai valido anche per il settore finanziario: Banca Mediolanum dovrà fare i conti con un passaggio di consegne davvero impegnativo, quello del proprio numero uno Ennio Doris all’interno del consiglio di amministrazione. Le dimissioni del presidente si sono rese necessarie alla luce di quanto disposto dal Decreto Salva Italia, il quale ha di fatto proibito che i manager possano accumulare un numero eccessivo di cariche e ruoli. Doris, quindi, ha già provveduto a lasciare il cda di Mediobanca, di cui aveva fatto parte sino ad ora e lo stesso dovrà fare per la sua creatura, Mediolanum appunto. Come ha affermato l’imprenditore lombardo, la sostituzione verrà perfezionata entro il prossimo mese di giugno, anche se non è noto chi verrà scelto in questo senso, visto che si stanno ancora vagliando i candidati più papabili.

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Il Codacons propone un’azione risarcitoria per i clienti MPS

 I blitz nelle varie sedi del nostro paese di Monte dei Paschi non potevano scatenare cronache, discussioni e polemiche diffuse: i reati contestati all’istituto di credito senese sono piuttosto gravi, aggiotaggio (quindi la manipolazione dei dati di mercato) e gli ostacoli posti alle attività di vigilanza della Banca d’Italia per quel che concerne la scalata ad Antonveneta. Ecco perché non deve stupire l’immediata reazione da parte di una delle associazioni dei consumatori più agguerrite del nostro paese, il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell’Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori).

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Risparmi Germania

 La crisi economica finanziaria di inizio decennio (e fine della scorsa decade) non ha colpito tutti in ugual modo. A dimostrarlo è, ulteriormente, un recente studio della Bank of Scotland, secondo cui in Germania il numero delle famiglie che riescono a risparmiare qualcosa alla fine del mese sarebbe addirittura in aumento. La percentuale di coloro che al 30 o al 31 del mese hanno chiuso il mese in surplus sarebbe infatti salita al 57%, contro il 52% di un anno fa.

A ciò si aggiunga, sempre secondo la ricerca della Bank of Scotland, che un terzo di coloro che sono stati intervistati dagli analisti riesce a risparmiare in modo occasionale (33%, contro il 31% di un anno fa), mentre coloro che non riescono a risparmiare sono scesi al 9%, contro il 17% di un anno fa.

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