Petrolio: utilizzare le riserve strategiche?

 Gli Stati Uniti non hanno apertamente fatto appello ai paesi membri del G20 perché attingano alle riserve strategiche di petrolio, secondo quanto si è appreso dai leader del G20 i cui ministri delle finanze e banchieri centrali si sono riuniti questo fine settimana a Città del Messico. Ma gli USA ritengono che l’impennata dei prezzi dell’oro nero, alimentata dalle tensioni tra Iran e Occidente attorno alle ambizioni della repubblica islamica e al controverso programma nucleare, rappresenti un serio rischio per l’economia globale.

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha voluto mettere in guardia contro tale minaccia. Le nuove sanzioni che si annunciano contro l’Iran, provenienti dagli Stati Uniti e dall’Unione europea hanno già costretto alcuni paesi a ridurre i propri acquisti di petrolio iraniano.

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Volkswagen, numeri record

 Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, leader europeo e nuovo numero due al mondo, lo scroso anno ha più che raddoppiato l’utile netto, polverizzando tutti i record: il gigante di Wolfsburg ha infatti annunciato Venerdì da aver conseguito 15,4 miliardi di euro nel 2011, contro i 6,8 miliardi registrati un anno prima. Con un tale profitto, un record nella storia del settore automobilistico secondo i media, VW batte il numero uno, l’americana General Motors, che a sua volta ha registrato il suo miglior profitto in più di 100 anni di esistenza: 7,6 miliardi di dollari del 2011.

I risultati della casa automobilistica tedesca si pongono in controtendenza rispetto a quelli di alcuni omologhi europei, come la francese PSA Peugeot Citroen, il cui utile netto si è dimezzato, portandosi lo scorso anno a 588 milioni di euro, o la tedesca Opel, tallone d’Achille di GM, che ha pubblicato perdite spaventose per il 2011.

Le vendite di Volkswagen hanno superato quelle del gruppo giapponese Toyota, ma si pongono ancora alle spalle del numero uno al mondo dell’automobile, General Motors: in crescita del 17% in Cina, del 23% negli Stati Uniti, e del 75% in Russia, dove il produttore si è appena trasferito. Anche in Francia la quota di mercato è passata dall’11,2% al 12,8%. Il gruppo Volkswagen, che comprende Audi, Seat e Skoda, e dalla fine del 2011 il produttore di camion MAN, ha superato 8,3 milioni di veicoli l’anno scorso, registrando una crescita del 14,7% su un anno. Questa è la prima volta che il gruppo oltrepassa la soglia degli 8 milioni di unità vendute.

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Nei money transfer prolifera la criminalità organizzata

 L’evasione e il riciclo del denaro sono due realtà fin troppo presenti nel nostro paese: la lotta a questi fenomeni è stata a dir poco nulla finora, grazie soprattutto a degli intermediari che hanno chiuso entrambi gli occhi e a stratagemmi volti a superare le norme di contrasto, come ad esempio il celebre pagamento in forma frazionata. Di conseguenza, esercizi commerciali come i money transfer hanno rappresentato nel corso degli ultimi anni un terreno più che fertile per la criminalità organizzata. La Commissione Parlamentare Antimafia ha calcolato alcuni dati e ovviamente non c’è molto da essere allegri da questo punto di vista. In effetti, il trasferimento di denaro ha consentito di realizzare un volume di affari davvero ingente, con addirittura 150 miliardi di euro di fatturato, un business di non poco conto.

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Il punto di Mario Draghi (BCE) sulla crisi

 Il Presidente della BCE non usa mezzi termini e ricorre a toni piuttosto perentorei quando si rivolge ai paesi europei indebitati. In un’intervista pubblicata dal Wall Street Journal, Mario Draghi ritiene che non vi sia alternativa alla realizzazione di rigorosi piani di austerità, e avverte che i sistemi sociali del vecchio continente sono diventati obsoleti.

Mentre infuria il dibattito su come evitare la recessione nell’Eurozona, riducendo i disavanzi pubblici, Mario Draghi ha stimato che solo attraverso l’implementazione di profonde riforme strutturali l’Europa potrà uscire dall’attuale congiuntura. Il banchiere centrale esclude che alcuni Paesi d’Europa possano fare marcia indietro sugli obiettivi di riduzione del loro debito, in quanto ciò provocherebbe una “reazione immediata da parte dei mercati (e) spingerebbe i differenziali dei tassi di interesse al rialzo”. Tale affermazione sembra essere una risposta alle voci in circolazione, secondo cui la Spagna vorrebbe derogare agli impegni precedentemente assunti.

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Crédit Agricole in profondo rosso

 Per la prima volta nella sua storia, Crédit Agricole SA ha chiuso l’esercizio 2011 in rosso. Una maxi-perdita di 1,47 miliardi di euro dovuta ad un doppio sforzo: da una parte il tentativo di bilanciare la crisi greca e, dall’altro, l’adattamento al nuovo mondo delle banche. Come i suoi concorrenti Société Générale e BNP Paribas, la banca aveva annunciato a metà dicembre un piano di adattamento per rassicurare i mercati sulla propria solidità finanziaria, impegnandosi a ridurre il debito di 50 miliardi di euro e a tagliare 2.350 posti prima della fine del 2012.

Anche se Crédit Agricole SA, che ha pubblicato Giovedì  i suoi risultati per l’esercizio 2011 aveva previsto, dalla metà dicembre, che i conti sarebbero stati in rosso, la notizia ha sorpreso i mercati. Si tratta infatti della prima perdita dalla sua IPO, avvenuta nel 2001. Nei primi nove mesi del 2011, i risultati erano ancora positivi per 1,6 miliardi di euro.

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La Consob interrompe il divieto di vendite allo scoperto

 Gli ultimi mesi erano stati caratterizzati da un numero incredibile di proroghe per quel che concerne le cosiddette vendite allo scoperto: questa operazione finanziaria consiste essenzialmente nel vendere dei titoli specifici che non sono direttamente in possesso del venditore stesso e la Consob ha più volte chiarito come queste pratiche debbano essere vietate, anche se con l’interruzione delle proroghe temporali lo short selling potrebbe tornare ad essere effettivo. L’ultima scadenza era prevista proprio per oggi, ma il presidente della Commissione, Giuseppe Vegas, ha deciso di non prolungare ulteriormente il provvedimento in questione. L’adozione di tale misura risale addirittura allo scorso 12 agosto e quindi sono ben sei mesi che viene mantenuta in vita.

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Commerzbank penalizzata dalla Grecia, aumenta il capitale

 Commerzbank ha dichiarato che l’agitazione causata dalla crisi del debito sovrano continua a minacciare l’attività del gruppo. La banca tedesca ha pubblicato risultati trimestrali penalizzati da svalutazioni per 700 milioni di euro sul debito sovrano greco. L’utile netto dell’intero anno 2011 ammonta a 638 milioni di euro, inferiore alle attese degli analisti che scommettevano su un risultato pari a 699 milioni di euro, e contro 1,4 miliardi di euro registrati alla fine dell’esercizio 2010. L’utile netto del quarto trimestre è salito a 316 milioni di euro, dai 257 milioni dell’analogo periodo nell’anno precedente. Il risultato operativo su base annua si attesta a 507 .

L’Amministratore delegato Martin Blessing ha altresì annunciato che la seconda banca tedesca avrebbe condotto un aumento di capitale di circa un miliardo di euro per rafforzare il proprio bilancio, mentre Commerzbank cerca di rispettare i requisiti patrimoniali imposti dall’EBA, l’Autorità Bancaria Europea. Blessing ha sottolineato l’elevato grado di incertezza, che continua a prevalere a causa della crisi del debito sovrano europeo e della situazione in Grecia.

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Per Sogefi crescita degli utili e dividendo da 0,13 euro

 Anche per Sogefi è giunto il momento di rendere noti i dati finanziari che sono stati registrati nel corso degli ultimi tre mesi dello scorso anno. La compagnia mantovana, celebre per la sua componentistica destinata alle autovetture, può attualmente vantare dei buoni margini in rialzo e un utile netto che è riuscito a superare i trentuno punti percentuali di crescita. Anche le vendite sono andate piuttosto bene e questo risultato non era poi così scontato e prevedibile: in effetti, bisogna tenere conto della debole economia globale, un rallentamento a cui Sogefi ha risposto con una importante acquisizione, quella dei francesi di Systèmes Moteurs, una operazione avviata a partire dalla scorsa estate. Tra l’altro, occorre anche sottolineare come la società lombarda sia riuscita a penetrare bene a fondo in alcuni paesi che non fanno parte del Vecchio Continente, in particolare mercati emergenti come la Cina e l’India, senza dimenticare gran parte dell’America settentrionale.

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General Motors-PSA Peugeot, alleanza strategica

 Che accoglienza! Gli investitori hanno fragorosamente applaudito la prospettiva di un avvicinamento tra PSA Peugeot Citroen e General Motors (GM). Il titolo del produttore francese è schizzato del 20% nel corso della seduta alla Borsa di Parigi. Un balzo spettacolare, se si considera l’andamento del titolo PSA negli ultimi tempi, e il fatto che abbia perso metà del suo valore in un anno. Il connubio GM-PSA potrebbe trasformarsi nel nuovo Fiat-Chrysler …

Per ora il progetto è ancora poco chiaro. Il patron di PSA, Philippe Varin, ha presentato la notizia del partenariato strategico come “una buona notizia per il gruppo, perché ridurrebbe i costi di produzione dei veicoli”. PSA ha anche rilasciato una scarna dichiarazione confermando, senza citare la General Motors, che il gruppo ha esaminato “progetti di cooperazione e di alleanze”.

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Bankitalia: il mercato immobiliare è ancora debole

 Gli ultimi tre mesi dello scorso anno sono stati caratterizzati da un’evidente debolezza per quel che concerne il mercato immobiliare del nostro paese: in effetti, il periodo compreso tra i mesi di ottobre e dicembre del 2011 hanno fatto registrare un importante incremento degli incarichi relativi alle vendite in questione, ma anche e soprattutto un maggior quantitativo di tempo per le stesse e una riduzione delle tariffe totali, tanto che poi si sono osservati degli sconti piuttosto corposi rispetto a quanto richiesto dai venditori. Tutte queste stime si possono ricavare in modo piuttosto agevole dall’ultimo sondaggio che è stato condotto dalla Banca d’Italia sul real estate italiano.

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