L’Antitrust apre un’indagine sul comportamento di Avron

 Avron non si smentisce mai e continua a suscitare una polemica dopo l’altra: dopo la truffa accertata diverso tempo fa per quel che concerne il Registro del Mercato Nazionale, ora bisogna parlare invece del procedimento avviato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti della società, un atto dovuto per comprendere quali comportamenti siano stati effettivamente posti in essere. Molte imprese e aziende hanno denunciato e segnalato fatti ben precisi, vale a dire la ricezione di un modulo per iscriversi al registro in questione, con tanto di sito internet creato per l’occasione. In realtà, anche se il nome suggerisce una sorta di censimento eseguito da una istituzione pubblica, le cose sembrano andare ben diversamente, anche perché costi e oneri sono stati spiegati in maniera poco chiara e approfondita.

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Barclays: utile in calo e obiettivo a rischio

 La banca britannica Barclays ha annunciato che potrebbe mancare il suo obiettivo di redditività a medio termine, dopo che ha terminato il 2011 con il peggior trimestre in tre anni. La crisi del debito della zona euro ha colpito il trade delle obbligazioni, trascinando al ribasso il profitto annuale della banca.

L’ Amministratore delegato Bob Diamond aveva fissato il target del ritorno sul capitale proprio nel quadro di una revisione strategica proprio l’anno scorso. L’obiettivo del 13% rimane quello giusto e realizzabile, “ma non possiamo raggiungerlo nel 2013 visto l’impatto dell’ambiente esterno”, ha detto Venerdì Diamond.

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La Ducati divisa tra la vendita e la quotazione a Hong Kong

 La Ducati Motor Holding spa è ufficialmente in vendita dopo ben ottantasei anni di onorata storia: l’alternativa sarebbe quella di quotare ufficialmente la compagnia di Borgo Panigale a Hong Kong, per un valore complessivo di un miliardo di euro. Secondo le indiscrezioni più accreditate, la gestione di questa offerta pubblica iniziale dovrebbe andare appannaggio di due istituti di credito molto importanti, vale a dire Deutsche Bank e Goldman Sachs, con la tempistica che parla chiaramente del prossimo mese di giugno come il più papabile in questo senso. Inoltre, anche Intesa Sanpaolo potrebbe ricoprire un ruolo importante nell’operazione. Tra l’altro, bisogna ricordare come la stessa Ducati abbia subito il delisting da Borsa Italiana quasi quattro anni fa, quindi la sua esperienza borsistica era terminata da diverso tempo ormai. Ma la notizia che fa più scalpore è la possibile vendita del gruppo emiliano, con la società controllante, Investindustrial spa, che sta considerando seriamente questa opzione, più precisamente nei confronti di un partner industriale.

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Vodafone interessata a Cable&Wireless Worldwide

 Vodafone valuta regolarmente le opportunità del settore e conferma che è in una fase molto precoce di valutazione dei meriti di una potenziale offerta per CWW“. Mediante un comunicato diffuso Lunedì 13 febbraio, Vodafone ha confermato il proprio interesse per Cable & Wireless Worldwide, facendo eco alle speculazioni sollevate dalla stampa britannica durante il fine settimana. Il colosso britannico della telefonia mobile si è affrettato a precisare che questo non costituisce alcuna assunzione di impegno, in quanto “un ulteriore annuncio sarà effettuato a tempo debito, se sarà il caso”.

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Chi è il Super Mario dei rendimenti italiani?

 Mario Monti o Mario Draghi? A chi il merito di saper domare i rendimenti dei titoli italiani?

E’ incredibile come le cose possano cambiare in soli un paio di mesi. A novembre i rendimenti sui titoli italiani erano balzati a livelli insostenibili mentre i problemi in Grecia, Irlanda e Portogallo affioravano l’uno dopo l’altro e le tensioni sui mercati finanziari sembravano ogni giorno acuirsi.

Ma ora, nonostante si parli di un possibile default greco, i tassi non hanno registrato pericolose e allarmanti impennate. In effetti i rendimenti sui titoli italiani a 10 anni sono scesi a circa il 5,50%, il livello più basso dal settembre 2011!

Potrebbe essere che il fascino di Mario Monti stia facendo realmente presa sugli investitori? Questo è ciò che alcuni guru economici sostengono e rilevano: dall’insediamento del Primo Ministro tecnocrate l’andamento dei tassi ha mutato la propria tendenza, allontanandosi dalla temuta soglia di guardia del 7% e diminuendo sensibilmente.

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La Coldiretti stima i danni economici del maltempo

 La Coldiretti ha stimato le conseguenze economiche di queste ultime avverse condizioni meteorologiche che stanno funestando l’Italia: secondo l’associazione, il maltempo ha comportato finora ben 1,5 miliardi di euro per quel che concerne il conto complessivo dei danni, i quali fanno riferimento al settore primario, ma anche a quello industriale e dei servizi. In pratica, è come se si fossero polverizzati 0,1 punti percentuali di prodotto interno lordo, una perdita davvero grave di ricchezza. Come è apparso chiaro un po’ a tutti, l’agroalimentare ha risentito di queste situazioni in maniera più pesante rispetto agli altri comparti, con le varie ramificazioni (industria alimentare, trasporti e distribuzione in primis) che non sono riusciti a salvarsi.

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La migrazione delle piccole imprese verso i centri commerciali

 Secondo quanto accertato dalla Federcontribuenti, i centri commerciali sono diventati l’unica risorsa per le imprese di piccole dimensioni per fronteggiare la crisi economica: lo sbocco in questione diventa praticamente obbligatorio, tanto che si affidano nella maggior parte dei casi i brand al franchising, visto che ormai i centri storici non rappresentano più lo spazio ideale per incrementare le vendite (queste ultime sono risultate decisamente in calo). La stessa associazione ha parlato di una vera e propria “migrazione” dai nuclei cittadini per affidarsi a questa soluzione alternativa. Il problema principale, però, è rappresentato dal fatto che i costi relativi agli stessi centri commerciali sono piuttosto elevati, fino a un massimo di 650 euro per ogni singolo metro quadro.

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La Grecia si salverà dal default?

 La Grecia ha compiuto un timido passo in avanti, lungo la strada per garantirsi altri (vitali) fondi di salvataggio: i suoi leader politici hanno concordato una nuova serie di misure di austerità. A questo punto gli osservatori di mercato si stanno probabilmente chiedendo “La Grecia si salverà così da un default? Quali sono le prospettive per l’economia del Paese?

Ecco alcuni aspetti fondamentali della vicenda greca

1. Più austerità significa più “costi sociali”.
Con la proposta del governo di Atene di ridurre drasticamente il salario minimo del 22% e licenziare i lavoratori del settore più pubblico, come parte delle misure imposte, non sorprende la notizia delle manifestazioni di protese di migliaia di greci che hanno marciato per le strade. Pensandoci bene, il tasso di disoccupazione greco ha già raggiunto il livello record del 20,9% a novembre dello scorso anno, mentre la Grecia ha vissuto il suo quinto anno consecutivo in recessione. La nuova serie di misure di austerità, che è stata chiesta dalla troika dei creditori internazionali (UE, FMI e BCE) quale conditio sine qua non per il rilascio un’altra tranche di fondi di salvataggio, comporterebbe sacrifici (sociali ed economici) maggiori e ancora più dolorosi per i greci.

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Economia della Cina in pericolo

 Il gigante cinese sta mostrando segni di rallentamento. Per la prima volta in due anni, le esportazioni cinesi sono scese dello 0,5% e hanno raggiunto i 149,9 miliardi di dollari. La Cina ha anche registrato un calo del 15,3%  su base annua delle importazioni, che si attestano a 122,6 miliardi di dollari.

Questo, nonostante il paese abbia cercato di stimolare i consumi per compensare la flessione dell’export e per riequilibrare la sua economia, troppo dipendente dalle esportazioni e dagli investimenti, orientandola verso una maggiore domanda interna.

Secondo gli analisti, anche se le celebrazioni in occasione del Capodanno cinese possono in parte spiegare questo rallentamento, esse non rappresentano certo l’unica ragione. Sicuramente il fenomeno è motivo di preoccupazione in quanto potrebbe significare un rallentamento della crescita.

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Ancora nessun acquirente per la Unoaerre spa

 Il nome di Unoaerre è ben noto ad Arezzo, ma non solo, per le sue tradizioni orafe: si tratta, infatti, dell’azienda toscana attiva in questo ramo commerciale, con una storia importante che dura dal 1926 e che si è consolidata nel corso del tempo. Purtroppo, però, il periodo attuale non è certo uno dei più felici per questa spa, in crisi profonda e alla ricerca disperata di un acquirente. Ben diciassette lustri di storia non sono bastati per trovare qualche soggetto disposto a rilevare l’azienda. In effetti, l’asta per l’acquisto di Unoaerre è andata addirittura deserta, ma l’amministrazione momentanea di Sergio Squarcialupi, numero uno della Chimet, non potrà durare a lungo. I liquidatori attendono con ansia un esito ben diverso, ma le opzioni non sembrano poi moltissime.

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