Ubi Banca dà il via alla propria riorganizzazione interna e lo fa comunicando i nomi dei nuovi direttori generali: il gruppo bergamasco ha infatti reso noto che questi ruoli verranno ricoperti a partire dal prossimo 1° febbraio, con una distinzione relativa ai vari istituti di credito che fanno capo al gruppo in questione. Nel dettaglio, Roberto Tonizzo sarà il nuovo direttore generale del Banco di Brescia, Marco Mandelli della Banca Popolare Commercio e Industria e Riccardo Barbarini della Banca Regionale Europea. Le scelte non sono certamente casuali, ma basate sull’esperienza che è stata maturata finora. In particolare, bisogna sottolineare come Tonizzo possa vantare lo stesso incarico presso la Banca Regionale Europea, mentre Barbarini si è occupato soprattutto dell’area commerciale all’interno dello stesso istituto. Mandelli, invece, proviene direttamente da Centrobanca, la banca d’investimento del gruppo Ubi.
Redazione
Ottimi ordini per Ansaldo in Turchia e negli Emirati Arabi
Non sono certo pochi 102 milioni di euro in ordini: questa stima si riferisce ad Ansaldo Sts, la spa genovese che si occupa di trasporti ferroviari e metropolitani, la quale ha potuto beneficiare di un buon numero di ordinativi provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Turchia. Che cosa è riuscita a perfezionare in Asia e in Medio Oriente la compagnia che fa parte del vasto universo Finmeccanica? Nello specifico, la nazione anatolica ha riservato un’intesa piuttosto importante con la joint venture composta da Salini e Gc FKolin; nel dettaglio, l’accordo ha riguardato alcuni sistemi di segnalamento e di automazione relativa alla linea ad alta velocità che collega due delle principali città turche, vale a dire Ankara e Istanbul.
General Motors torna in pole position
A Cesare quel che è di Cesare. General Motors (GM) è tornata ad essere un leader mondiale nel settore automobilistico. Un titolo di cui il produttore americano è stato detentore per 76 anni, prima di perderlo nel 2008. A Detroit, sede di GM, sembra che le cose stiano finalmente tornando alla normalità.
Data per morta nel 2009, la Fenice rinasce dunque dalle sue ceneri grazie alla protezione del Capitolo 11, la legge fallimentare statunitense, una sorta di lavagna magica che permette di cancellare gli errori del passato. Meglio di una revisione a 10000 km, un modo per azzerare i contatori (a colpi di tagli di posti di lavoro e stabilimenti e grazie ad una iniezione di 50 miliardi di dollari da parte del Tesoro americano. General Motors ha inoltre rimosso diversi marchi come Pontiac, Saturn, Hummer, Saab).
La Cina sopravviverebbe a un’apocalisse economica?
L’economia globale è costretta ad affrontare diversi venti contrari. Stiamo assistendo ad una sorta di selezione naturale, in cui gli individui più deboli, cioè quelli che, per le loro caratteristiche sono meno adatti a sopravvivere in determinate condizioni ambientali, sono destinati a soccombere. In questa lotta per la sopravvivenza, la Cina giocherebbe il ruolo del “più forte”, e quindi di colui che è destinato alla vittoria. Quali sono gli strumenti che la terra del Dragone potrebbe utilizzare in caso di apocalisse economica?
1. Per darvi un’idea di quanti soldi la Cina abbia sparsi qua e là, basti ricordare che il governo di Pechino è stato in grado di rilasciare 1.200 miliardi di yuan in depositi fiscali nel mese di dicembre dello scorso anno al fine di aumentare la liquidità. Questa iniezione ha permesso alle banche cinesi di estendere ulteriori prestiti, da 562,2 miliardi di yuan nel mese di novembre a 640,5 miliardi di yuan nel mese di dicembre.
2. Uno dei motivi che potrebbero spiegare una tale prontezza a rilasciare così tanto denaro, è che il governo cinese si aspetta di ricevere un record di gettito fiscale, pari a 10 miliardi di yuan per il 2011. Questo significa che potrebbe avere ancora spazio per un altro rilascio di depositi fiscali! In contrasto con le nazioni occidentali che stanno riscontrando significative difficoltà a ridurre i propri deficit, la Cina ha denaro sufficiente nelle proprie tasche, in grado di proteggerla da una potenziale crisi di liquidità potenziale.
Rocco Sabelli illustra il 2012 di Alitalia
Alitalia cerca di guardare al 2012 appena cominciato con un pizzico abbondante di ottimismo: la compagnia aerea di bandiera del nostro paese ha infatti reso noti gli obiettivi che dovranno essere raggiunti nel corso di questi dodici mesi, un annuncio che è stato assolto dall’amministratore delegato del gruppo, Rocco Sabelli. Che cosa c’è da dire in questo senso? Il messaggio rivolto ai dipendenti dell’azienda è stato piuttosto chiaro, il 2012 si è presentato subito come un anno difficile e complicato, ma le sfide verranno affrontate con lo spirito di dover raggiungere a tutti i costi una buona crescita aziendale e uno sviluppo significativo. Rientrano in questa strategia le ventidue nuove tratte aeree che verranno introdotte a breve, quattro delle quali saranno di stampo internazionale, lasciando le restanti diciotto alla gestione di Airone, il vettore low cost della stessa Alitalia.
Impatto del credit rating sul forex trading
Le agenzie di rating sono semplicemente aziende che forniscono stime oggettive sulla capacità di un emittente di debito (es. banche, aziende, governi) di adempiere alle proprie obbligazioni. Oggi siamo abituati a vedere queste valutazioni espresse in lettere come AAA, BB +, o D. Numerosi e importanti “giocatori” nel settore del rating hanno iniziato con la pubblicazione di informazioni di base e statistiche su azioni e obbligazioni in diversi settori. Nel corso del tempo, poiché la quantità di informazioni disponibili in circolazione sui mercati cominciò a sopraffare gli investitori individuali e istituzionali, emerse un bisogno di analisi coese e semplificate. Ma chi sono oggi i principali attori del settore di rating?
I loro nomi si conoscono molto bene: si tratta delle tre “big”, le tre agenzie Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings, balzate agli onori della cronaca con la crisi in zona euro. Altre agenzie di rating in erba come DBRS e Egan-Jones stanno bussando alla porta dell “Tre Grandi” dall’ultima crisi finanziaria ma per ora, la maggior parte degli analisti di mercato si basa ancora su questi pezzi grossi del settore per ottenere informazioni sui titoli.
Tali valutazioni sul credito, come influenzano il forex trading?
Una nuova sentenza incoraggiante sui bond Parmalat
Il caso dei bond Parmalat è una ferita ancora aperta e sanguinante, nonostante siano passati dieci anni, ma quando si apprendono determinate notizie, non può che tornare sul volto un accenno di sorriso: il Tribunale di Parma ha infatti emesso una sentenza favorevole nei confronti di due associati della Confconsumatori, i quali potranno beneficiare di un importante diritto al risarcimento, grazie alla preziosa opera dell’associazione appena menzionata. I fatti sono presto detti. I due soggetti coinvolti nel crack dell’azienda di Collecchio avevano provveduto ad acquistare verso la fine del 2002 delle obbligazioni societarie per una cifra totale di 23mila euro. La giurisprudenza recente si sta finalmente spostando nella giusta direzione e il tribunale emiliano non ha potuto che uniformarsi in tal senso.
Le banche presentano i piani di ricapitalizzazione
Il vasto piano di ricapitalizzazione delle banche in Europa, in corso da diversi mesi, si concretizza e giunge all’atto finale. Venerdì 20 rappresenta il termine ultimo, imposto a 31 banche europee, per comunicare ai propri regolatori nazionali le misure che intendono adottare per rafforzare la base di capitale e soddisfare i requisiti di solvibilità delle Autorità bancaria europea (EBA).
Il fabbisogno di rafforzamento patrimoniale ha raggiunto € 115.000.000.000, secondo i calcoli dell’EBA. Se alcune banche continuano a considerare la possibilità di raccogliere capitali sui mercati, nonostante livelli di valorizzazione ancora molto depressi, la maggior parte sembra privilegiare altre soluzioni, compresa la riduzione delle dimensioni dei bilanci attraverso la cessione di asset o di titoli in portafoglio.
Un bilancio consolidato in rosso per I Grandi Viaggi
Non è proprio un buon momento per il settore dei viaggi e delle vacanze: la tragedia della Costa Concordia rappresenta un danno immagine evidente per tutto il comparto, ma come se non bastasse ci si mettono anche le situazioni finanziarie poco brillanti. Il riferimento è a uno dei principali tour operator del nostro paese, I Grandi Viaggi, il cui bilancio consolidato del 2011 si è chiuso con un risultato netto di competenza molto vicino a -2 milioni di euro, una perdita piuttosto evidente. Non è che il 2010 fosse andato meglio in questo senso, ma almeno un anno fa la stessa stima ammontava a 50mila euro in positivo. La compagnia non può sorridere nemmeno leggendo i dati relativi ai ricavi della gestione caratteristica: i 72,6 milioni di euro che sono stati totalizzati, infatti, rappresentano un calo di ben 12,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
Kodak in bancarotta, finisce un’epoca
Eastman Kodak, pioniere della pellicola fotografica che ha regalato al mondo le prime foto della luna, altresì simbolo del capitalismo americano, ha presentato istanza di fallimento. La società ultracentenaria con sede a Rochester, a nord dello stato di New York, si è affacciata al nuovo millennio ma ha perso il suo appuntamento più importante: quello con il cambiamento tecnologico e il passaggio al digitale. Kodak, che non registra profitti dal 2007, aveva recentemente cercato di ristrutturarsi, adottando una strategia di diversificazione.
La caduta di Kodak, una notizia che non sorprende ma che tocca soprattutto i nostalgici e gli appassionati della macchina fotografica a pellicola, è iniziata negli anni ’80. Kodak non ha saputo cogliere la sfida (e l’opportunità) della svolta digitale. Un ritardo, e un gap, che Kodak non ha mai saputo recuperare e colmare.
Nel concreto, Kodak e le sue controllate statunitensi, cercheranno di beneficiare della protezione del Capitolo 11 della legge sui fallimenti, davanti al tribunale di New York. Il crollo di Kodak ha già raggiunto la città di Rochester, New York, dove il gruppo ha sede. Al tempo del suo splendore, Kodak contava più di 60.000 persone. Oggi, i dipendenti sono solo poco più di 7000. Dal 2003, 13 stabilimenti e 130 laboratori sono stati rimossi.