Microsoft e Nokia al capezzale del BlackBerry

 C’era una volta la RIM (Research In Motion), società canadese tanto cara ai possessori degli smartphone BlackBerry, che proprio del cellulare smart aveva fatto il proprio simbolo, e determinante dei propri successi. Poi, l’incapacità di rispondere adeguatamente alle sfide lanciate dai concorrenti (Apple in primis), ha portato la casa americana in secondo piano, con una perdita di quote di mercato che sembra inarrestabile.

Eppure, sottolineiamo, le potenzialità della Research In Motion – e, ovviamente, dei suoi BlackBerry – sono notevoli. Tanto che alcuni tra i colossi dell’informatica e delle telecomunicazioni, come Microsoft e Nokia, avrebbero lanciato una sorta di gara ristretta per potersi aggiudicare l’azienda. Alla gara starebbe partecipando anche a Amazon e, probabilmente, qualche nome meno in voga.

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Canada, l’albero di Natale va fuori moda

 Quello degli alberi di Natale è stato, per lungo tempo, un business fortemente profittevole per le aziende canadesi. Le società nord Americane, infatti, producevano forti quantità di abeti, da rivendere al Paese principale importatore, i “vicini” Stati Uniti d’America. Un business che è andato avanti per decenni, e che invece ora sembra subire gli effetti della crisi finanziaria internazionale, considerando che il trend delle vendite si sta rapidamente deprezzando, con previsioni ancora peggiori per quanto concerne i prossimi esercizi solari.

Il costo di un albero di natale canadese, infatti, era pari a circa 45 dollari in Patria, e a circa il doppio nei negozi specializzati degli Stati Uniti. Un costo non certo esorbitante, ma che con l’approssimarsi delle difficoltà economiche delle famiglie nord Americane, sta diventando una delle principali spese da tagliare (complice anche un crescente sentimento di sensibilizzazione da parte dell’anima ambientalista).

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Tbs Group sigla l’accordo per realizzare la propria espansione

 Tbs Group, la spa triestina leader in Europa per quel che concerne l’ingegneria clinica e la sanità pubblica, ha trovato gli spunti giusti per i propri progetti di espansione all’estero e non solo: l’opportunità è stata messa a disposizione dall’intesa con una società di gestione del risparmio del nostro paese, il Fondo Italiano di Investimento, il cui ingresso nelle azioni della compagnia friulana sarà determinante proprio per tale sostegno. Che cosa prevede di preciso questo accordo? L’investimento della sgr in questione dovrebbe aggirarsi attorno ai venti milioni di euro. Anzitutto, si procederà con un fondamentale aumento di capitale (dieci milioni di euro), mediante la sottoscrizione di nuovi titoli a 1,8 euro per azione; la maggior parte di questo prezzo, inoltre, vale a dire 1,7 euro sarà garantito a titolo di sovrapprezzo.

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Tregua natalizia per i prezzi dei carburanti

 La situazione attuale dei carburanti dovrebbe essere la normalità, invece si tratta soltanto di una coincidenza con le festività natalizie: in effetti, la rete dei distributori del nostro paese sta finalmente vivendo una tregua per quel che concerne le tariffe dopo i continui rincari degli ultimi mesi, purtroppo tutto finirà non appena sarà terminato questo breve periodo. Il lungo week-end del Natale ha fatto registrare un solo rialzo in questo senso, vale a dire quello di TotalErg, compagnia che ha deciso di non dare pace agli automobilisti nemmeno nel momento in cui bisognerebbe essere più buoni, ritoccando di 0,2 centesimi il prezzo finale della benzina (il diesel è aumentato addirittura di 0,4 centesimi).

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La Spagna fa festa (ma solo il lunedì)

 Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato che – tra i primi provvedimenti del suo esecutivo, vi sarà anche lo slittamento dei giorni festivi infrasettimanali al lunedì, con decorrenza dal 2012. La motivazione è semplice, e non è nuova nemmeno per i nostri confini (anche in Italia si discusse, per poi abortirla, di una simile proposta): cercare di favorire la competizione delle imprese, evitando ponti dannosi per la produttività e per i consumi.

In Italia, come abbiamo appena ricordato, una simile idea non è mai stata portata a serio compimento. Probabilmente – riteniamo – poiché l’iniziativa non è stata presentata per quella che era, ma è stata invece paventata come una “rivoluzione” all’interno del calendario delle festività dei lavoratori italiani, che invece da un simile provvedimento avrebbero potuto trarre anche qualche vantaggio.

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Toyota perde il primato auto: ora è ufficiale

 Mancava solo l’ufficialità, e l’ufficialità è arrivata. Toyota Motor perde il primato del mercato mondiale delle quattro ruote in favore di General Motors, con la compagnia giapponese che si vede scavalcata anche dall’europa Volkswagen, in una corsa che ha visto i protagonisti nipponici evidentemente penalizzati da quanto accaduto in conseguenza del terremoto dell’11 marzo 2011, che ha falcidiato la produzione degli impianti locali della società.

I numeri, d’altronde, lasciano ben poco spazio all’interpretazione. General Motors ha venduto oltre 9 milioni di autoveicoli nel corso del 2011, mentre Volkswagen, pur second leader di mercato, si è dovuta accontentare di piazzare sul mercato circa 8 milioni di unità. Circa 100 (forse 150) mila vetture in più di quanto riuscirà a fare Toyota stando all’attuale livello di prenotazioni per gli ultimissimi giorni del 2011 (una flessione che rispetto al 2010 è stata pari a 6 punti percentuali).

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Il ministro Clini si scaglia contro i condoni edilizi

 Il condono edilizio torna nuovamente d’attualità, grazie soprattutto alle parole del neo-ministro dell’Ambiente, Corrado Clini: secondo il titolare del dicastero di Via Cristoforo Colombo, la situazione idrogeologica del nostro paese è a dir poco drammatica, dunque bisogna intervenire con una certa urgenza, anche perché sono necessari ben quaranta miliardi di euro. La soluzione al problema, però, non è quella del condono, come alcuni hanno suggerito, lo stesso Clini non è mai stato favorevole a tale misura e neanche in questa occasione è intenzionato a fare cassa garantendo l’impunità di coloro che si sono resi colpevoli di abusi gravi. Il punto di vista del ministro è piuttosto chiaro, il condono non s’ha da fare nemmeno quando si propone come mezzo autorevole, anzi nel futuro più vicino a noi potrebbero essere varate addirittura delle norme volte a vietarne l’utilizzo.

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France Telecom vende divisione svizzera alla Apax

 France Telecom, una delle principali compagnie telefoniche del vecchio Continente, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per cedere la propria divisione svizzera alla Apax Partners per una cifra di circa 1,6 miliardi di euro. L’accordo dovrà essere ora approvato dalle autorità svizzere, e inviato al consiglio di amministrazione di France Telecom durante la settimana del 9 gennaio, come confermato da una comunicato stampa che ha di fatto ufficializzato la raggiunta intesa tra le due parti.

La divisione svizzera della compagnia telefonica transalpina giungerà pertanto all’interno della galassia di riferimento della Apax: quest’ultima, a sua volta, ha dovuto superare la non certo trascurabile rivalità di alcuni principali competitors internazionali (come la EQT Partners, la Providence Equity Partner e il miliardario Xavier Niel), che avevano avanzato una proposta di acquisto per i preziosi asset elvetici.

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Banco Desio: il cda approva il piano per il 2012 e il 2013

 Non si sente parlare molto spesso del Banco di Desio e della Brianza, spa con oltre cento anni di storia e che nel corso di quest’anno è risultato essere il quindicesimo gruppo creditizio del nostro paese: uno spunto importante è però venuto pochi giorni fa, quando l’istituto lombardo ha provveduto a rendere note le conclusioni a cui è giunto il suo consiglio di amministrazione. Nel dettaglio, i punti salienti sono sostanzialmente due, vale a dire l’apertura di ben dodici filiali e il mantenimento del Tier 1 (la componente primaria del capitale) al di sopra dei dieci punti percentuali. Ma vi sono anche altri dati e informazioni che sono degni di nota; in particolare, i proventi operativi sono previsti in aumento del 6,6%, mentre l’utile operativo della banca in questione dovrebbe sfiorare i nove punti percentuali di crescita (+8,8% per la precisione).

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Slovenia, Moody’s riduce il rating

 Moody’s Investors Service ha ridotto il rating creditizio della Slovenia di un notch, trascinando a quota A1, sulla base del rischio che il Paese debba mettere mano ai propri ulteriori sforzi per poter supportare il sistema bancario, preda della crisi del debito europeo.

L’industria del Paese ha asset complessivamente valutati intorno ai 136 punti percentuali sulla produzione interna lorda, che è – si legge nella nota del comunicato di Moody’s, un livello “relativamente vasto se comparato con gli altri sistemi dell’Europa Orientale”. Il downgrade ad opera di quella che è una delle principali agenzie di rating al mondo è il secondo negli ultimi tre mesi, e non è detto che – soprattutto in caso di peggioramento delle condizioni di solvibilità dell’area euro, lo scenario non possa ulteriormente peggiorare nel corso dei primi tre mesi dell’anno.

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