A Natale mille euro di spesa per ogni famiglia

 Il Natale cade sempre in uno dei mesi più freddi dell’anno, ma in questo 2011 la rigidità verrà aumentata dalle tristi previsioni che dovranno riguardare le famiglie del nostro paese: tanti sono i fattori avversi, al punto che ogni nucleo sarà costretto a versare ben mille euro per godersi la festività più attesa. La somma viene raggiunta, secondo quanto calcolato dal Movimento Consumatori, dal cenone a base di pesce di questa sera, dai vari regali da acquistare, dalle decorazioni e dagli altri pasti in generale. Insomma, un vero e proprio salasso finanziario. Il budget a disposizione, inoltre, è piuttosto limitato, visto che le tredicesime risultano essere in calo e quel che poco che si ha si dovrà utilizzare per saldare le bollette, dunque non si possono passare queste ferie proprio col sorriso sulle labbra. Come ha ricordato la stessa associazione, i prezzi che ormai la grande distribuzione impone ai consumatori sono diventati proibitivi e non bastano pochi euro per cavarsela.

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Gli italiani scelgono sempre più gli immobili stranieri

 Scenari Immobiliari, l’istituto che si occupa di condurre studi, analisi e ricerche sui principali mercati immobiliari, ha reso nota un’interessante stima che riguarda da vicino il nostro paese: in effetti, è stato accertato come sia in atto un cambiamento piuttosto profondo per quel che concerne gli investitori che si affidano al mattone come bene rifugio. Nello specifico, questi ultimi stanno spostando sempre più il loro interesse nella direzione dell’acquisto delle seconde case, più precisamente quelle che si trovano al di fuori dei nostri confini, con un totale complessivo che ha addirittura oltrepassato quello delle case destinate alle vacanze e che si trovano in territorio italiano. A cosa si deve questo boom così evidente?

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Toyota lancia i nuovi obiettivi per il 2012

 Toyota Motor, uno dei big dell’automotive internazionale, ha dichiarato che le vendite dei propri veicoli dovrebbero tornare ai massimi livelli dell’ultimo decennio nel corso del 2012: la compagnia giapponese auspica infatti di poter tornare agli ordinari livelli di produzione dopo il terribile dramma che colpì il Paese a marzo 2011 (quando un terremoto e uno tsunami bloccarono per settimane la produttività della compagine) e dopo le più recenti alluvioni che hanno coinvolto i propri impianti thailandesi.

Il produttore giapponese sostiene in proposito che le proprie vendite di auto dovrebbero crescere del 20% nel corso del 2012, per un totale assoluto pari a 8,48 milioni di unità, contro i 7,05 milioni di unità stimate nel 2011. La stima – diffusa pubblicamente da un comunicato di poche ore fa – esclude le vendite della Hino Motors e della Daihatsu Motor, due divisioni del gruppo giapponese.

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Honda annuncia che metterà mano alla Civic

 Honda Motor ha annunciato che metterà mano alla propria Civic: una mossa che è parte integrante del maxi piano industriale che dovrebbe permettere alla compagnia asiatica di incrementare il livello delle proprie vendite statunitensi di una proporzione pari ad almeno 24 punti percentuali entro la fine del 2012, per quanto concerne tutti i veicoli leggeri che espongono il proprio marchio, uno dei principali all’interno dell’arcipelago giapponese.

Honda ha dichiarato che le modifiche alla propria Civic riguardano il modello che andrà in vendita entro il 2013 in tutto il mondo, con il primo sbarco sui mercati commerciali americani che avverrà nel corso del 2012. Si tratta di un’azione pressochè dovuta per rinvigorire la nomea del veicolo, dopo che il magazine Consumer Reports non aveva provveduto a “raccomandare” il veicolo nelle proprie analisi, criticando la qualità degli interni, la rumorosità del mezzo, e altri elementi.

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Buone performance per il titolo Impregilo a dicembre

 L’analisi economica di questo mese di dicembre in relazione alle performance di Impregilo è stata senza dubbio positiva: il titolo della multinazionale milanese, celebre per le sue attività nell’ambito edilizio e delle costruzioni, ha messo in luce un’importante contrattazione, con un rialzo complessivo di 1,11 punti percentuali e una quotazione finale di 2.368 punti. Proprio le previsioni su base mensile sono quelle più incoraggianti da questo punto di vista, dato che i prezzi si sono evoluti in maniera piuttosto precisa e inequivocabile. In effetti, questo trend ha confermato come il controllo del mercato di riferimento appartenga ormai ai compratori, ragione per la quale si possono stimare nel prossimo futuro altri rialzi di un certo tipo.

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Oracle, utili e vendite deludono gli analisti

 Oracle ha subito un brusco calo alle negoziazioni azionarie tedesche, a causa della pubblicazione di dati particolarmente negativi sul fronte delle vendite e dei profitti: il fatturato e l’utile lordo si sono assestati su un livello inferiore alle stime degli analisti, trascinati al ribasso da una domanda in fase calante per quanto concerne i server, i database, e altri applicativi utilizzati dalla clientela privata e imprenditoriale.

I profitti si sono così abbassati a quota 54 centesimi per azioni nel trimestre terminato il 30 novembre 2011, su ricavi pari a 8,81 miliardi di dollari, come confermato da un comunicato stampa pubblicato dalla società poche ore fa. Gli analisti avevano invece previsto profitti per 57 centesimi per azione, e vendite per 9,23 miliardi di dollari. Risultati significativamente inferiori agli auspici, che hanno parzialmente deluso le attese degli stakeholders e, soprattutto, degli azionisti.

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Ferrero, il bilancio civilistico si chiude in positivo

 Il Natale è sempre più vicino e di questi tempi non è raro pensare al cibo e alle tavole da imbandire: dunque, il discorso relativo ai profitti della Ferrero casca praticamente a fagiolo, visto che l’azienda piemontese ha comunicato i dati di chiusura del proprio bilancio civilistico (si tratta del documento che viene chiuso alla data del 31 agosto). Nel dettaglio, il colosso alimentare di Alba è riuscito a far registrare un fatturato pari a ben 2,5 miliardi di euro, con un incremento importante di ben sette punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il risultato deve essere senz’altro sottolineato, dato che è stato conseguito a fronte delle difficoltà economiche e finanziarie di questi ultimi tempi.

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Banca Etica avanza delle critiche al Decreto Monti

 Banca Etica, l’istituto di credito che, come suggerisce anche il nome, è improntato al rispetto dei principi della finanza etica, non è stata ancora convinta della validità ed efficacia della manovra finanziaria varata dal governo Monti: la nota del gruppo in questione, infatti, ha voluto mettere in luce tutti i timori e le preoccupazioni relativi, ad esempio, alle imposte di bollo che andranno a gravare sul risparmio, una misura che andrà a riguardare titoli azionari, obbligazionari, fondi comuni, polizze e quant’altro, eccezion fatta solamente per i conti correnti e i fondi pensione. Tale tassazione è stata definita senza mezzi termini “iniqua”, in quanto i 34,20 euro da versare ogni anno per questa tipologia di investimenti andrebbe a penalizzare un’ampia platea di risparmiatori.

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Stati Uniti, costo della vita invariato

 Secondo quanto afferma il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti d’America, il costo della vita nel Paese nordamericano sarebbe rimasto sostanzialmente invariato nel corso del mese di dicembre. Un segnale statistico che è stato determinato principalmente dal calo dei prezzi del gasolio, e dal congelamento momentaneo della crescita delle spese alimentari: uno scenario che conforta quanto previsto pochi giorni fa dalla Federal Reserve, secondo cui l’inflazione americana rimarrà sotto controllo.

L’indice che misura la variazione dei prezzi al consumo è così rimasto stabile nell’undicesimo mese dell’anno, dopo un declino di 0,1 punti percentuali rilevato nel precedente mese di ottobre. I prezzi al consumo, escludendo quelli energetici e quelli alimentari, sono invece cresciuti di 0,2 punti percentuali, oltre le attese degli analisti, a causa degli elevati costi legati ai prodotti medicinali e dell’abbigliamento (e confortando coloro che ritengono che la deterimante fondamentale del blocco della crescita dei prezzi vada proprio ricercata all’interno dell’energia e del cibo).

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Giappone, energia nucleare più costosa del 50%

 Il costo della generazione di energia nucleare, in Giappone, dovrebbe essere il 50% più salato di quanto precedentemente stimato. La motivazione è legata alla necessità di assumere nuove precauzioni, anche assicurative e strutturali, dopo l’incidente di Fukushima. Il costo per l’energia nucleare dovrebbe pertanto aggirarsi almeno intorno agli 8,9 yen per kilowatt orario (circa 11 centesimi di dollaro), contro una stima di 5,9 yen per kilowatt orario che il governo aveva auspicato nel 2004.

Il costo dell’energia nucleare diventa così scarsamente conveniente rispetto ad altre fonti energetiche: si pensi che la tradizionale energia ricavata dal carbone ha un costo di 9,5 kilowatt orario, mentre quello del gas naturale e del petrolio hanno un costo pari – rispettivamente – a 10,7 yen per kilowatt orario e 36 yen per kilowatt orario.

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