Il Ftse Mib, il principale indice azionario della nostra borsa valori, è dominato attualmente da un titolo: si tratta di Campari, il gruppo lombardo celebre per le proprie bevande alcoliche, la quale sta sfruttando al massimo il gradito ritorno degli acquisti proprio a Piazza Affari. L’azione a cui si sta facendo riferimento, infatti, è da tempo al di sopra della parità e si sta mettendo in luce per i propri livelli, decisamente alti rispetto ad altri listini. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che lo scambio in questione è avvenuto a 5,62 euro, il che significa che vi è stato un rialzo pari a due punti percentuali, mentre le azioni che sono passate di mano e di proprietà sono state circa 850mila. Come si spiegano tutte queste movimentazioni importanti?
Redazione
Tasso di disoccupazione in calo nel mercato USA
Secondo quanto affermato dal Dipartimento del Lavoro di Washington, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti sarebbe inaspettatamente calato durante il mese di ottobre, con un livello di nuove assunzioni che tuttavia non riesce a garantire lo sviluppo desiderato, assestandosi sulle soglie più basse degli ultimi quattro mesi, e confermando – di fatto – le opinioni della Federal Reserve, stando alla quale la ripresa del mercato occupazionale del Paese nordamericano sarà molto lenta, e sicuramente più scarsa del previsto.
Ad ogni modo, il tasso di disoccupazione nel mercato sopra individuato è calato ai minimi da sei mesi, per un livello ora pari a 9 punti percentuali, rispetto ai 9,1 punti percentuali del mese precedente. Il problema sarà tuttavia relativo al futuro a breve e medio termine: considerato che la soglia di cui sopra è ancora troppo elevata per poter soddisfare gli osservatori nazionali, e la società locale, occorrerà comprendere in che modo l’economia statunitense saprà rendersi utile nella produzione di nuovi posti di lavoro.
Toyota, recupero della produzione posticipato al 2012
Il progetto di Toyota, uno dei leader mondiali nella produzione di autoveicoli, di recuperare i livelli produttivi persi nel corso dei mesi successivi alla devastazione dello tsunami abbattutosi sul Giappone, sarà ritardato al primo o al secondo trimestre del 2012. La causa di quanto sopra, secondo i giornalisti locali, non sarebbe da attribuirsi a stime errate da parte della casa madre, quando a un nuovo evento straordinario (le alluvioni in Thailandia) che ha rovinato i progetti della società giapponese.
Toyota, che è il principale produttore auto di tutta l’Asia, ha infatti dovuto fronteggiare la seconda grande emergenza naturale dell’anno: dopo il dramma riscontrato nel corso del mese di marzo, quando lo tsunami costrinse gli impianti locali alla serrata, è ora la volta delle unità produttive della Thailandia, la cui interruzione sta provocando conseguenze consecutive nelle varie fasi successive della catena di montaggio aziendale.
RBS, conti ancora in peggioramento
La Royal Bank of Scotland Group (RBS), la più importante banca britannica controllata dallo Stato, ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con utili in calo del 63%. Si tratta di una contrazione di redditività molto rilevante, che supera le stime compiute dagli analisti di settore, e che sembra essere imputabile principalmente a quanto sta accadendo all’interno dei confini del vecchio Continente, la cui crisi non accenna ad arrestarsi.
I profitti operativi sono pertanto crollati su base annua, per un volume pari a 267 milioni di sterline (circa 430 milioni di dollari), e al di sotto del dato relativo alle stime degli analisti, che attendevano profitti per 343 milioni di sterline.
Moody’s declassa ancora il rating di Cipro
L’agenzia di rating Moody’s si scaglia ancora contro Cipro: quest’ultima settimana, infatti, è stata caratterizzata da un ulteriore declassamento dell’isola del Mediterraneo, un provvedimento che si è reso necessario a causa dei nuovi impegni che dovrà assumersi il governo di Nicosia. In effetti, sarà necessario sostenere in maniera adeguata il settore bancario per tutto il corso del 2012, dato che quest’ultimo è fin troppo esposto alla crisi greca e non solo per l’estrema vicinanza geografica. Per tutti questi motivi, il debito sovrano ha subito un ridimensionamento piuttosto pericoloso, con il rating che è passato da Baa1 a Baa3, un livello che identifica ancora una affidabilità discreta dell’investimento, ma che è anche a un passo da una valutazione peggiore, vale a dire l’affidabilità sufficiente, vale a dire quella in cui comincia la vera e propria zona a rischio e crescono le possibilità di default entro un anno.
Alcatel, il peggio non ha mai fine
Alcatel Lucent, la più importante compagnia di telecomunicazioni francesi, ha annunciato di essere costretta a ridurre le proprie previsioni sull’andamento dei profitti. La decisione sembra essere una naturale conseguenza dei ricavi parzialmente deludenti, e dell’interpretazione davvero ardua, su ciò che potrà accadere all’interno del vecchio Continente, alle prese con una crisi economica piuttosto profonda, e dalla dubbia risolvibilità nel breve termine.
In seguito alla scelta di abbassare le stime di crescita, l’azione Alcatel ha ceduto oltre 10 punti percentuali durante le negoziazioni in Borsa. Un risultato atteso, visto e considerato che agli stakeholders non può aver fatto piacere leggere che il margine operativo sarà solamente di 4 punti percentuali, un punto percentuale in meno rispetto alle previsioni precedentemente pubblicate dai vertici societari.
Seat Pagine Gialle alle prese con i bond Lighthouse
Seat Pagine Gialle è al centro delle principali cronache finanziarie a causa della proposta che è stata ricevuta da un comitato di obbligazionisti in possesso di bond emessi da Lighthouse International: nello specifico, il controvalore di questi prodotti, triennali e con un rendimento pari a otto punti percentuali, è di circa 1,3 miliardi di euro. L’offerta in questione, inoltre, ha beneficiato di questa presentazione dopo le trattative avviate tra la società editoriale e i suoi principali azionisti, tra cui figura appunto questo Comitato Bondholders. Ci sono comunque altri dettagli da approfondire in tal senso. Anzitutto, a seguito della ristrutturazione gli azionisti che residuano potranno ricevere una quota di capitale ordinario pari al 10%, il quale si riferisce alla situazione della compagnia dopo l’aumento.
Flash trading: la Consob introduce penali più severe
Dopo le prese di posizione della Securities and Exchange Commission (Sec) americana, ora anche la Consob si scaglia contro il cosiddetto “flash trading”. Di cosa si tratta esattamente e perché tutti puntano il dito contro il suo funzionamento? Il flash trading è una specifica compravendita di titoli azionari, la quale presenta però come svantaggio la formazione degli interessi nascosti, piuttosto dannosi e imprevedibili. Il flash trading è in grado di sfruttare una maglia larga del meccanismo vero e proprio del trading online. In pratica, i flash trader sono anche dei “market maker” e quindi possono immettere degli ordini che non sono obbligati a far visualizzare al mercato.
Sony abbassa le previsioni di crescita
Sony, il principale operatore giapponese per volumi di esportazioni, ha annunciato di aver rivisto le proprie previsioni per l’esercizio in corso: secondo la compagnia asiatica, l’anno si chiuderà con una perdita determinanta dall’apprezzamento eccessivo dello yen, dalle alluvioni in Thailandia e da un trend altalenante nelle vendite dei televisori. Nelle ore successive all’annuncio della revisione dei dati annuali, Sony ha perso oltre l’8% alle quotazioni sulla Borsa di Tokyo.
Più nel dettaglio, la compagine ha dichiarato che l’anno fiscale (che si chiuderà il 31 marzo 2012) terminerà con una perdita pari a 90 miliardi di yen (circa 1,2 miliardi di dollari), contro la precedente proiezione che dava invece l’azienda in grado di poter concludere l’esercizio con un risultato positivo per 60 miliardi di yen.
Linkedin chiude trimestre in perdita
Linkedin, il più noto social network business – oriented, ha riportato una perdita di 1,6 milioni di dollari durante il terzo trimestre dell’anno. Il risultato negativo è riconducibile alla volontà – da parte della compagnia – di spingere ulteriormente sui costi per le ricerche e gli innovamenti. Una giustificazione che sembra tuttavia non aver convinto gli analisti di Borsa, che hanno penalizzato i titoli quotati con una contrazione del locale mercato after hours.
La perdita riscontrata dal social network nel corso del periodo ora in esame è pari a 2 centesimi per azione: un risultato nettamente in controtendenza rispetto al profitto di 3,96 milioni di dollari (2 centesimi per azione) conseguito nello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono invece più che raddoppiati a quota 139,5 milioni di dollari, ben oltre i 127 milioni di dollari frutto della media delle stime degli analisti americani.