Il Giappone sta diventando il nuovo mercato di riferimento per quel che concerne Ferrari Spa: la celebre casa del Cavallino Rampante (la quale fa parte del gruppo Fiat) è riuscita a registrare proprio nella nazione nipponica un aumento di quaranta punti percentuali per quel che riguarda le immatricolazioni dell’ultimo trimestre, con 144 vetture in totale. I dati in questione sono stati forniti ieri dalla Japan Automobile Importers Association. Non si tratta di una percentuale qualsiasi, visto che il numero è addirittura doppia rispetto al ritmo degli Stati Uniti, mercato senza dubbio più vasto da questo punto di vista. Al contrario, la domanda cinese e quella europea sono in fase di rallentamento.
Redazione
Le remunerazioni dei manager Pirelli nel 2012
Poco più di tre milioni di euro: è questo l’importo della remunerazione ricevuta lo scorso anno da Marco Tronchetti Provera, numero uno e amministratore delegato di Pirelli. I 3,083 milioni a cui si sta facendo riferimento non sono altro che quanto pagato dalla società milanese per le due importanti cariche ricoperte: per una larghissima fetta (la quasi totalità per la precisione), si sta parlando di compensi fissi. Le altre retribuzioni dei top manager sono piuttosto lontane da tale cifra, visto che Vittorio Malacalza e Alberto Pirelli, entrambi vicepresidenti del gruppo lombardo, hanno ottenuto rispettivamente 431mila e 952mila euro.
ll momento difficile di Htc
La High Tech Computer Corporation, azienda di Taiwan celebre per i suoi smartphone e meglio nota con l’acronimo Htc, sta vivendo un momento piuttosto fiacco in questi ultimi tempi. Non bisogna farsi ingannare infatti dalla grande attesa che sta suscitando il lancio dell’ultimo prodotto tecnologico, One, visto il suo design accattivante e le caratteristiche piuttosto interessanti, vi sono diversi problemi da tenere in debita considerazione, più precisamente quelli relativi alla produzione all’ingrosso. Sono proprio questi ultimi a destare le maggiori preoccupazioni nell’azienda di Taoyuan.
I dubbi del Fisco sui ricavi irlandesi di Mediolanum
Mediolanum deve fare i conti con le grinfie del Fisco: l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate è stata rivolta al gruppo che si occupa di consulenza finanziaria, celebre per essere controllato dalla famiglia Doris (il numero uno è proprio Ennio Doris) e dalla Fininvest. L’importo da pagare ammonta a 344 milioni di euro. Che cosa è successo di preciso? Quello che ha fatto storcere il naso alla nostra amministrazione finanziaria sono i rapporti intrecciati con una società controllata che si trova in Irlanda, la Mediolanum International Funds, visto che pesa come un macigno il sospetto che nella nazione nordeuropea siano stati mantenuti alcuni ricavi in maniera non congrua, in modo da beneficiare del Fisco irlandese, decisamente più leggero rispetto a quello nostrano.
In Molise e Sardegna il maggior calo di finanziamenti alle imprese
Il Molise e la Sardegna sembrano due regioni che non hanno nulla in comune, ma è la crisi economica che le ha idealmente accostate: si tratta, infatti, delle regioni del nostro paese che sono state maggiormente colpite dal cosiddetto “credit crunch”, la stretta sul credito per intenderci. Il dato in questione è stato reso noto oggi da Unioncamere, visto che l’associazione ha analizzato tutti i numeri forniti dalla Banca d’Italia e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne. In pratica, è emerso come in territorio molisano e sardo i finanziamenti siano calati il doppio rispetto alla media nazionale, vale a dire il 5%. Il periodo temporale preso in esame, inoltre, è quello compreso tra il giugno del 2011 e quello del 2012, un anno intero dunque.
Prende il via la nuova vigilanza della Covip
Diventa effettiva la nuova vigilanza da parte della Covip (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) per quel che concerne le casse professionali. Che cosa bisogna attendersi di preciso? Questo ente può svolgere una funzione nuova di zecca e dovrà riferire in tal senso a quei ministeri che sono considerati anch’essi “vigilanti”. In base al Decreto del Ministero dell’Interno dello scorso 5 giugno, la commissione ha possibilità di trasmettere ai dicasteri interessati entro il 31 ottobre di ogni anno una relazione precisa e minuziosa sulle casse in questione. Si avrà dunque a che fare con un rapporto utile per valutare e formulare i rilievi sui bilanci preventivi e consuntivi, oltre alla ripartizione del rischio per quel che riguarda la scelta degli investimenti da effettuare.
Economia americana in miglioramento
Continua a migliorare l’economia americana. Stando a quanto sostengono gli ultimi dati macroeconomici ufficiali, infatti, nel corso del quarto trimestre dello scorso anno il prodotto interno lordo avrebbe subito un innalzamento superiore alle stime provvisorie, sebbene comunque ancora inferiore rispetto alle aspettative degli economisti che – probabilmente influenzati da un eccessivo ottimismo – si attendevano un incremento più sostanzioso.
Il fenomeno delle imprese in fuga dall’Italia
Anno 2011, la fuga delle imprese italiane è divenuta un dato di fatto: come evidenziato dai dati della Cgia di Mestre, vi sono diversi motivi che hanno spinto più di 27mila aziende del nostro paese a trasferirsi alla data del 31 dicembre di due anni fa. Nello specifico, si tratta soprattutto della pressione fiscale, della burocrazia, del costo del lavoro, ma anche della continua inefficienza da parte della pubblica amministrazione, del poco credito a disposizione e degli oneri sempre maggiori dell’energia. Insomma, si sta parlando di ostacoli di non poco conto. Sempre secondo l’associazione veneta, gli ultimi anni erano stati caratterizzati da un incoraggiante contenimento del fenomeno, seppur presente, ma comunque dal 2000 al 2011 è stato registrato un aumento in questo senso pari a sessantacinque punti percentuali.
Nuova proposta dell’Argentina per i bond finiti in default
Il default dell’Argentina risale al 2001, quando il debito sovrano raggiunse il livello record di novantacinque miliardi di dollari: il governo di Buenos Aires ha ora proposto di rimborsare agli obbligazionisti 1,3 miliardi di quei bond che sono stati ripudiati, vale a dire circa un sesto di quanto stabilito dal giudice di New York per quel che riguarda questa controversia. I creditori in questione sono guidati dalla società NML Capital Limited e stanno cercando di ottenere indietro quanto paventato da oltre un decennio di battaglie legali.
Bilancio 2012 Cariparma
Cariparma ha chiuso il 2012 con un risultato netto positivo per 160 milioni di euro. Un utile in calo del 20 per cento rispetto a quanto conseguito nel precedente 2011, per un risultato tutto sommato positivo, e una flessione del profitto contenuta dal buon risultato dell’attività bancaria core, con ircavi in crescita a 1,702 miliardi di euro (+ 2,7 punti percentuali) e della razionalizzazione degli oneri operativi (1,038 miliardi di euro).