JPMorgan utili in calo. Pesa maxi perdita derivati

 JPMorgan Chase, la più grande banca statunitense, dopo la diffusione dei dati societari di Alcoa, che ha aperto la stagione delle trimestrali americane,  ha annunciato di aver archiviato il secondo trimestre con un utile di 4,96 miliardi dollari, o 1,21 dollari per azione, rispetto ai 5,43 miliardi di dollari, o 1,27 dollari per azione, registrati un anno prima.

I risultati comprendono una perdita ante imposte di 4,4 miliardi dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari annunciati il 10 maggio e superiore alle previsioni degli analisti, registrata nel portafoglio derivati. Il fatturato è diminuito del 17% anno su base annua a 22,2 miliardi dollari, leggermente al di sopra delle attese (21,9 miliardi di dollari). La banca ha anche abbassato i risultati del primo trimestre, citando la possibilità che siano state nascoste delle perdite in derivati.

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Bioera si affida alla Consob contro gli ultimi commenti di mercato

 Bioera ha dichiarato guerra alle informazioni e ai commenti che si stanno susseguendo da diverso tempo sul suo conto: è proprio per questo motivo che la società milanese, attiva nella produzione e distribuzione di prodotti biologici e di cosmesi (il gruppo è quotato a Piazza Affari), ha deciso di inviare alla Consob (Commissione Nazionale di Società e di Borsa) un esposto formale per ottenere maggiore tutela. Che cosa sta accedendo di preciso?

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PSA Peugeot: le ragioni del crollo

 Il bilancio è severo per PSA, che finalizza la prima chiusura di uno stabilimento di  produzione di autovetture in Francia dal 1992 e taglia circa 8.000 posti di lavoro. Quali le ragioni che hanno fatto inabissare il primo costruttore di auto francese?

L’ultima chiusura di un sito produttivo di auto in Francia risaliva a venti anni fa, e in quel caso si trattava di Renault-Billancourt . Ciò significa che  la decisione di PSA Peugeot-Citroen di interrompere l’attività nello stabilimento di Aulnay-sous-Bois, nel 2014, è un fulmine a ciel sereno per tutto il settore industriale francese. Attualmente qui vine prodotta la Citroën C3, mentre il secondo stabilimento nella’area di parigi, quello di Poissy, realizza la Peugeot 208, la stessa C3 e la DS3. Al di là dei 3.000 posti di lavoro a richio, questa misura simboleggia tutte le difficoltà economiche del primo costruttore automobilistico francese.

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Cariparma lancia le obbligazioni del territorio per le imprese emiliane

 Cariparma, gruppo bancario che fa capo ai francesi di Crédit Agricole, non poteva certo far mancare il suo sostegno alle popolazioni emiliane che sono state colpite dal recente terremoto: l’istituto di credito ha infatti emesso un prestito obbligazionario molto interessante, il cui scopo sarà quello di raccogliere il maggior quantitativo possibile di liquidità. Quest’ultima, poi, verrebbe sfruttata per il finanziamento della crescita e dello sviluppo delle imprese che sono presenti in questa specifica area.

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L’Antitrust apre un’indagine sugli spot dello yogurt Danaos

 La pubblicità ci martella a tutte le ore del giorno e nemmeno il web può scampare a questa regola non scritta: gli spot che la Danone ha lanciato per parlare del suo yogurt Danaos non sono da meno, ma ora sta intervenendo proprio su di essi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Che cosa è successo di preciso per arrivare fino all’indagine dell’Antitrust?

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Valentino al Qatar per 700 milioni di euro

 La famiglia regnante del Qatar ha concluso l’acquisizione della casa di moda Valentino, dimostrando ancora una volta l’appetito degli investitori del Medio Oriente per le aziende che godono del massimo prestigio e, in particolare, per quelle del lusso. L’affare sarà condotto attraverso Mayhoola for Investments SPC, un veicolo di investimento sostenuto da un investitore di primo piano, ha semplicemente dichiarato Valentino. Ma due fonti vicine all’accordo hanno rivelato a Reuters che l’acquirente era effettivamente la famiglia regnante.

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Nokia rischia il default

 Nokia sull’orlo del baratro? E’ quanto potrebbero rilevare i risultati trimestrali che saranno resi noti la prossima settimana dal colosso finlandese,  mentre si spera che le vendite degli smartphone (basati su Microsoft) possano salvare l’azienda dal profondo rosso. Il recupero sembra comunque improbabile almeno per tutto il 2102.

Il secondo più grande produttore di telefoni cellulari al mondo è stato colto impreparato, presentandosi in ritardo all’appuntamento con la sfida – una battaglia sempre più dura e serrata – in atto sul mercato degli smartphone, in cui Apple e Samsung hanno già guadagnato una posizione dominante. Nokia sta ora combattendo, nel disperato tentativo di recuperare il terreno perduto, a colpi di Lumia, gli ultimi modelli della famiglia, che utilizzano Microsoft, il software Windows.

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Ottima raccolta netta a giugno per Banca Mediolanum

 Per Banca Mediolanum lo scorso mese di giugno è stato davvero positivo: la conferma è giunta dagli ultimi dati relativi alla raccolta netta dell’istituto di credito guidato da Ennio Doris, con 255 milioni di euro che hanno fatto lievitare questo valore fino a ben 1,76 miliardi, un traguardo non certo trascurabile. La conseguenza più immediata di tutto questo è stato il rialzo a Piazza Affari del titolo azionario, con un punto percentuale guadagnato nel corso della giornata di ieri e una quotazione complessiva pari a 2,65 euro.

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Le ultime novità di Ubi Banca per smartphone e tablet

 Il mobile banking e le application per Android e iOS sono delle realtà finanziarie consolidate e Ubi Banca ha confermato chiaramente tutto questo: l’istituto di credito bergamasco è attivo in questo senso da almeno quattro anni, ma ora ha deciso di lanciare una piattaforma davvero innovativa, con delle applicazioni destinate a soddisfare le esigenze dei clienti più tecnologici, in particolare quelli che sono soliti utilizzare gli smartphone e i tablet.

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Alcoa in rosso ma ottimista

 Alcoa ha chiuso in rosso il secondo trimestre con perdite pari a due milioni di dollari (ovvero zero centesimi per azione) contro un utile di 322 milioni (28 centesimi per azione) registrato lo scorso anno. Esclusi gli oneri straordinari, il primo produttore al mondo di alluminio ha tuttavia concluso con un utile pari a 63 milioni, 6 centesimi per azione, superiore alle attese. Gli analisti di Wall Street, infatti, avevano previsto un risultato pari a 5 centesimi per azione. In ribasso del 9,4% anche le vendite, da 6,59 a 5,96 miliardi.

Nel secondo trimestre, il gruppo ha beneficiato di un aumento degli ordini provenienti dai settori automobilistico e aerospaziale negli Stati Uniti. Il CEO Klaus Kleinfeld, relativamente ottimista rispetto alle prospettive della seconda metà dell’anno, grazie soprattutto a Cina e Stati Uniti, e ha confermato la sua previsione di crescita della domanda mondiale di alluminio del 7%, dopo un +10% nel 2011.

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