Una intera città cinese in Europa

 La Cina è più vicina di quanto si creda: l’ex Impero Celeste sta infatti costruendo una vera e propria città in Europa, un centro che sorgerà nelle foreste della Bielorussia, non lontano dalla capitale Minsk. L’obiettivo è quello di creare un raccordo manifatturiero in grado di collegare l’Unione Europea alla Russia. Il premier bielorusso, Aleksandr Lukashenko, ha messo a disposizione un’area che è grande circa il 40% in più di quella di Manhattan, nei pressi dell’aeroporto internazionale, in modo da sviluppare un progetto quantificato in cinque miliardi di dollari.

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OVS apre le porte al commercio elettronico

 Organizzazione Vendite Speciali: è questo il significato del celebre acronimo OVS, la catena di negozi di abbigliamento che fa capo al gruppo Coin. È proprio tale marchio che sta per diventare protagonista di un progetto importante per quel che concerne i suoi business. In effetti, si sta guardando con crescente attenzione a Internet, tanto che è in fase di lancio un progetto europeo relativo al commercio elettronico. La quota di mercato è già piuttosto buona, ma le intenzioni sono ora quelle di rendere più informata la clientela e di sfruttare nuove piazze per una ulteriore espansione.

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La famiglia Bata chiede un maxi-risarcimento a Slovacchia e Repubblica Ceca

 Tomas Bata è stato il fondatore, nel lontano 1894, della celebre azienda di calzature che reca il suo stesso nome: i suoi discendenti sono sul piede di guerra e non sono stati molto teneri contro due paesi, la Repubblica Ceca e la Slovacchia per la precisione. Che cosa è successo esattamente? La famiglia intende rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea di Lussemburgo, in modo da poter ottenere un risarcimento sia dal governo di Praga che da quello di Bratislava, a causa delle proprietà che sono state confiscate subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

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Crisi economica e carte da gioco: le difficoltà della Modiano

 Non c’è un solo settore che riesca a resistere alla crisi economica, nemmeno quelli che ci si aspetterebbe più “resistenti”. È il caso delle carte da gioco che vengono prodotte e commercializzate nel nostro paese: ne è una chiara conferma quanto sta avvenendo alla Modiano, azienda che ha sede a San Dorlingo della Valle (provincia di Trieste) e che ha associato il proprio nome a carte, giochi e scacchiere. Che cosa c’è che non va di preciso? La grande maggioranza dei dipendenti (appena settanta unità) sta sopportando una situazione complicata, visto che è finita in cassa integrazione, ammortizzatore sociale che verrà fatto funzionare a rotazione e fino alla metà del mese di agosto.

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McDonald’s riduce i menù per risollevare le vendite

 McDonald’s, la più celebre e affermata catena di fast-food al mondo, sta considerando seriamente di rivedere i propri menù in territorio americano. Diversi panini, la Ceasar salad, i burrito, ma anche i biscotti e le bistecche potrebbero ora scomparire, alla luce delle complicazioni per la salute dei consumatori, ma anche dell’eccessivo numero di piatti. In effetti, dal 2007 a oggi si è registrato un aumento in questo senso pari al 70%, per un totale di 145 diverse specialità, una scelta davvero difficile per la clientela. L’azienda ha precisato che simili modifiche si verificano e succedono da anni, se non decenni, ma intanto la sfida delle vendite è una delle principali priorità per il colosso di Oak Brook.

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L’Italia è il terzo paese europeo per l’economia sommersa

 Al nostro paese “piace” primeggiare nelle peggiori classifiche: ne è una chiara testimonianza l’ultima ricerca che è stata diffusa da Visa in merito alla cosiddetta economia sommersa. Stando infatti ai numeri diffusi dal colosso americano delle carte di credito, l’Italia sarebbe il terzo posto in cui il “nero” trionfa maggiormente a livello europeo, un podio di cui francamente avremmo fatto a meno. Il problema è più che mai attuale, visto che si tratta di dati relativi al 2013. Il sommerso italiano è pari a 333 miliardi di euro, oltre un quinto del nostro prodotto interno lordo.

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La Cisl auspica un modello duale per le Poste

 C’è un modello ben preciso a cui ispirarsi per rivoluzionare il servizio universale delle nostre Poste ed è quello suggerito da Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl (Confederazione Italiana Sindacati dei Lavoratori): si tratta dell’esempio seguito dai tedeschi, il cosiddetto modello duale. Il pensiero è stato espresso dallo stesso Bonanni nel corso del Congresso Nazionale della Cisl Poste. Il sindacato in questione è pronto ad affrontare il problema nella maniera più attiva possibile, non soltanto ai fini della partecipazione agli utili, ma anche e soprattutto per ottenere una vera democrazia dal punto di vista economico.

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Confermata l’ammenda contro Eni per l’intesa sulle gomme sintetiche

 Per l’Eni (Ente Nazionale Idrocarburi) la giornata odierna non è cominciata nel migliore dei modi: in effetti, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha deciso di respingere in maniera integrale una impugnazione dell’aziende del “cane a sei zampe” riguardo una precedente sentenza ai suoi danni (vedi anche L’Ue è pronta a sanzionare nuovamente Eni e Versalis). Nel dettaglio, si tratta della condanna al versamento di una sanzione pecuniaria piuttosto pesante, vale a dire 181,50 milioni di euro.

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Il cda Piaggio approva la prima relazione trimestrale del 2013

 La giornata odierna è stata scelta dal celebre gruppo Piaggio per la riunione del proprio consiglio di amministrazione: oggi a Mantova, la spa di Pontedera ha beneficiato della presidenza di Roberto Colaninno, una presenza fondamentale per esaminare nel dettaglio e approvare la relazione del primo trimestre di quest’anno, dunque quella relativa al periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 marzo scorsi. Tra i dati più significati vanno sottolineati senza dubbio i ricavi consolidati in diminuzione di quaranta milioni di euro (nel raffronto con il primo trimestre del 2012), il lieve ribasso del margine operativo lordo e del risultato operativo, come è anche accaduto al risultato ante imposte e all’utile netto (da 3,2 a 1,1 milioni).

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La Germania e la popolarità dell’euro

 Nessuno ha mai chiesto ai cittadini tedeschi se l’euro fosse di loro gradimento. Ora, quasi quindici anni dopo che l’Europa ha introdotto la sua moneta unica, un nuovo partito politico è in ascesa e fa parlare di sé per le sue posizioni sfavorevoli alla divisa in questione, premendo per il ritorno al marco. Dunque, la domanda sorge spontanea: la Germania ha intenzione di mettere da parte l’euro? La risposta non è affatto semplice, anche perché si sta parlando della principale economia dell’eurozona, la cui centralità fa dipendere molte conseguenze sugli altri paesi.

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