Ing Direct, la celebre banca diretta olandese, ha scelto la città di Cagliari per aprire un buon numero di filiali sul territorio: perché proprio il capoluogo sardo? La decisione non è certo casuale, ma si basa su fattori ben precisi: ad esempio, sono sempre più i cagliaritani protagonisti di scelte di risparmio molto importanti, vale a dire l’affidamento delle loro somme di denaro ai conti deposito, il tipico strumento che è stato progetto per ottenere una remunerazione della liquidità. I correntisti attuali in questo comune sono più di undicimila, una cifra sicuramente interessante se confrontata con altre realtà. Il commento principale all’operazione a cui si sta facendo riferimento è giunto da Alfonso Zapata, direttore generale di Ing per il nostro paese.
Federalberghi: italiani al mare il 25 aprile
Gli italiani sono da sempre amanti dei “ponti” che si organizzano durante le festività e anche pochi giorni a disposizione di ferie sono sfruttati per partire: la fine di questo mese e l’inizio del prossimo mettono a disposizione due occasioni importanti, vale a dire la giornata di domani, il 25 aprile, e il 1° maggio, festa dei lavoratori. La Federalberghi ha provato a capire cosa succederà nei prossimi giorni, stimando come i cittadini che decideranno di fare il ponte per domani preferiranno senza dubbio le località marittime nel caso in cui dovessero rimanere in Italia (le preferenze in questione ammontano al 48% per la precisione), con la montagna che verrà gettonata dal 21% dei partenti, seguiti poi da percentuali sempre minori per quel che concerne le località principali dal punto di vista artistico, le terme e i laghi (appena il 2%).
Voci di delisting TomTom
TomTom, uno dei nomi più noti nel mondo della produzione di dispositivi portatili per la navigazione satellitare (soprattutto, prima dell’avvento di Google e Apple, che ne hanno di fatti sottratto importanti quote di mercato), starebbe considerando di dar seguito a una transazione di delisting, con conseguente uscita dalle piazze azionarie nelle quali è presente. Una voce che ha prodotto un immediato risultato positivo, trascinando la quotazione della compagine ai massimi risultati di negoziazione degli ultimi sei mesi.
Nelle ore successive all’annuncio, infatti, TomTom ha recuperato 46 centesimi per azione, pari al 16% del suo valore, a 3,41 euro, per il più importante balzo dal 24 ottobre ad oggi. Ma cerchiamo di capire cosa ci sia dietro questa scelta, e perchè la transazione di delisting potrebbe apportare dei benefici alla compagnia.
Compensi manager Google
Eric Schmidt, presidente del consiglio di amministrazione di Google, il più noto motore di ricerca al mondo, ha percepito un compenso pari a 101 milioni di dollari durante il 2011. Merito della remunerazione fissa (in parte) e, soprattutto, dei premi aziendali e delle stock option che sono state assegnate con un periodo di vesting di 4 anni, e che dovrebbero poter garantire un’adeguata soddisfazione alle tasche del manager Google.
Si tratta, ad ogni modo, di un bel balzo in avanti per il portafoglio del vertice del motore di ricerca, che nel corso del 2010 aveva ottenuto una paga pari a 313.219 dollari. L’anno scorso il manager ha invece potuto contare su oltre 55 milioni di dollari di premi aziendali, e in 38 milioni di dollari in opzioni, come confernato dalla società californiana di Mountain View in un comunicato diffuso a mezzo stampa. I rimanenti 7,2 milioni di dollari sono stati invece generati dallo stipendio annuale di Schmidt (937.500 dollari) e da altre voci di remunerazione.
Fineco Bank amplia la propria gamma di fondi grazie ad Aberdeen
Fineco Bank, l’istituto di credito che fa parte del vasto universo Unicredit, ha deciso di aumentare in maniera considerevole la propria offerta di fondi presenti sul web: nel dettaglio, si tratta di prodotti che fanno riferimento alla società Aberdeen Asset Management, celebre per la sua gestione del risparmio. La specializzazione di quest’ultima, inoltre, è quella relativa ai mercati azionari e obbligazionari, senza dimenticare però il comparto immobiliare, anch’esso ben sviluppato. Cerchiamo di capire quali sono i fondi a cui si sta facendo riferimento. Anzitutto, si può cominciare con il Select Emerging Markets Bond Fund, il quale si è posto l’intento di ottenere un rendimento totale nel lungo termine che sia davvero appetibile.
Utili oltre le attese per Microsoft
Buone notizie per Microsoft. Il gigante del software mondiale ha infatti conseguito utili trimestrali superiori alle attese degli analisti di mercato, grazie a una domanda più elevata delle stime proveniente dal software per imprese. Gli utili netti sono così stati pari a 5,11 miliardi di dollari, o 60 centesimi di azione, in lieve diminuzione rispetto ai 5,23 miliardi di dollari, o 61 centesimi per azione, conseguiti durante lo stesso periodo dello scorso anno, come confermato dalla compagnia di Redmond in un recente comunicato stampa.
Gli analisti avevano invece predetto una media di 57 centesimi di dollaro per profitto. I ricavi da vendite sono cresciuti di 6 punti percentuali a 17,4 miliardi di dollari, oltre i 17,2 miliardi di dollari frutto delle elaborazioni da parte degli analisti di mercato. Come già anticipato, gran parte del merito è riconducibile al traino della domanda complessiva generato dal pacchetto di software di produttività Office, dai sistemi operativi Windows 7 e dai software per i server.
Fincantieri, commessa per due nuove imbarcazioni
Fincantieri ha deciso di affidarsi al cabotaggio fluviale per rilanciare il proprio operato, non solo a livello nazionale: in effetti, l’ultima commessa che vede coinvolta la società cantieristica riguarda proprio questo tipo di attività, visto che è stata sottoscritta una intesa con la Viking Ocean Cruises. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da precisare che l’accordo in questione riguarda la costruzione di due imbarcazioni destinate all’utilizzo crocieristico, anche se non è esclusa la realizzazione anche di una terza nave per il medesimo scopo. Le creature che nasceranno in questa maniera andranno a sondare un settore ben preciso, vale a dire quello delle imbarcazioni di piccole dimensioni e di lusso.
Andamento capitalizzazione Nokia
Tra utili che non balzano e smartphone che non riescono ad ottenere il giusto successo commerciale, il futuro a breve termine della compagnia finlandese Nokia rischia di tingersi di colori sempre più bui. Dopo aver chiuso la giornata di mercoledì scorso bruciando sul terreno dei mercati regolamentati il 14% del proprio valore, e con una capitalizzazione precipitata a 12 miliardi di euro, la società di Helsinki ha continua a perdere ulteriormente terreno, per poi recuperare parzialmente nelle sessioni successive.
A pesare sull’andamento societario, alcuni risultati commerciali inferiori alle attese. Il nostro riferimento è principalmente per il Lumia, lo smartphone sorto grazie alla partnership con Microsoft, che nelle intese della compagine avrebbe dovuto permettere non solamente un rimbalzo delle proprie vendite nel settore, ma addirittura la generazione di qualche significativo fastidio ad Apple & co.
Crescita vendite Louis Vuitton
Anche se la crisi ha intaccato – ma solo parzialmente – il proprio settore, Lvmh, proprietario dei marchi Louis Vuitton, Celine, Givenchy e Guerlain, ha riscontrato un incremento delle vendite di 25 punti percentuali a 6,58 miliardi di euro, con un incremento a doppia cifra che ha coinvolto in maniera omogenea tutte le attività del gruppo.
Il ricavato dell’ultimo anno è pertanto maggiore di quanto atteso dai principali analisi di settore, che stimavano una crescita delle vendite pari a 22 punti percentuali. “Il gruppo” – ha dichiarato la stessa società in una nota – “conferma una dinamica eccellente all’inizio di quest’anno, con progressi particolarmente evidenti in Asia e negli Stati Uniti, e una buona crescita in Europa, nonostante l’ambiente difficile”.
Banche europee a rischio
Stando a quanto affermato dal Fondo Monetario Internazionale in un recentissimo approfondimento statistico, la fase più difficile della crisi dovrebbe finalmente essere alle spalle, ma i debiti rimarranno elevati ancora a lungo, caratterizzando una “condizione cronica pericolosa”. Non solo. Sempre secondo quanto riferiscono le analisi del FMI, “in Irlanda e in Spagna il debito pubblico è bilanciato da solidi bilanci delle famiglie”.
In proposito dell’Italia, il FMI rivela come l’indebitamento delle famiglie italiane sia pari al 51% del Pil, per un dato inferiore alla media dell’area euro, pari al 70%. In maniera ancora più specifica, l’indebitamento rapportato al Pil risulterebbe essere significativamente minore di quanto riscontrato negli Stati Uniti (88%) e in Inghilterra (99%).