Dar Fur, dove il denaro non conta: qui il lavoro viene pagato in birra

 Non è una novità, ma in pochi lo sanno: nel Dar Fur, un’ ampia regione del Sudan centromeridionale, verso i confini con il Ciad, i coltivatori musulmani vengono pagati in birra.
Quest’ area, infatti, è costituita da un massiccio montagnoso dove i coltivatori musulmani usano la tecnica del bastone da scavo per coltivare principalmente il miglio. L’ allevamento è scarso ed ogni famiglia è lagata alle altre con obblighi reciproci.
La particolarità di quest’ area è che vige un doppio sistema di scambio: nel primo circolano lavoro e birra associati a miglio e case; nel secondo denaro e altri beni di mercato.

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Crisi: Panasonic taglia 15.000 posti di lavoro e chiude 27 impianti

 TOKYO – Panasonic annuncia il taglio di 15 mila posti di lavoro e la chiusura di 27 impianti per contrastare gli effetti della crisi economica globale.
Panasonic è soltanto l’ ultimo colosso dell’ elettronica giapponese a cedere, in ordine di tempo, sotto i colpi della crisi economica internazionale dopo Sony, Hitachi, Toshiba e Nec, avviandosi al primo rosso in sei anni. Il gruppo di Osaka ipotizza un disavanzo al 31 marzo prossimo di ben 380 miliardi di yen (3,2 miliardi di euro), per effetto – si legge in una nota – “del continuo peggioramento della domanda sui mercati e alla risalita dello yen verso le principali valute’“.

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Annullate le multe dell’antitrust a 20 istituti di credito italiani per pratiche scorrette sulla portabilità dei mutui

 Il Tar ha annullato le multe che erano state inflitte alle banche sulla portabilità dei mutui: nulla la denuncia di Altroconsumo.
Si trattava di multe per quasi dieci milioni di euro inflitte dall’ Antitrust a venti istituti di credito italiani per pratiche commerciali scorrette sulla portabilità gratuita dei mutui. A deciderlo è stata la prima sezione del Tar del Lazio che ha accolto i ricorsi delle venti banche. Si attendono ora le motivazioni della sentenza.
A rivolgersi ai giudici amministrativi erano state Credito Artigiano (multata per 250 mila euro), Banca Carige (420 mila), Bnl (450 mila), Banca Nuova (440 mila), Antonveneta (460 mila), Banca Popolare di Vicenza (440 mila), Deutschebank (500 mila), Bpm (420 mila), Banca Popolare di Sondrio (410 mila), Banca Sella (300 mila), Unicredit Banca (500 mila), Unicredit Banca di Roma (500 mila), Banco di Sicilia (450 mila), Bipop Carire (420 mila), Montepaschi (350 mila), Intesa San Paolo (480 mila), Banca Popolare di Bergamo (450 mila), Credito Emiliano (420 mila), Bpl (350 mila) e Banca Popolare Verona (320 mila).

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Inflazione in calo, a gennaio 1,6% con il cambio del paniere Istat e la BCE lascia il costo del denaro al 2%

 ROMA – L’inflazione a gennaio è scesa all’ 1,6%, rispetto al 2,2% dello scorso dicembre. I livelli dell’inflazione sono tornati a quelli dell’ agosto 2007. Lo ha comunicato l’ Istat sulla base delle prime stime, sottolineando che anche i prezzi su base mensile sono scesi dello 0,1%. Tuttavia, bisogna considerare che questo risultato è stato ottenuto in conseguenza del cambio del calcolo del paniere Istat. Nel frattempo, da Francoforte arriva la notizia che la Banca centrale europea ha lasciato invariato al 2% il costo del denaro in Europa.

I TASSI DI INTERESSE IN EUROPA
I tassi di interesse in Europa rimangono comunque al minimo storico, toccato il 5 giugno del 2003. Alla luce della decisione della Bce, il tasso sui depositi resta invariato all’1% e quello marginale al 3%. Il differenziale fra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello nell’ area dell’ Euro rimane sul 2%, tenuto conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sui Fed Funds fissando un range compreso tra zero e 0,25%.

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Obama mette un tetto agli stipendi dei manager: al massimo 500.000 dollari l’anno

 Il presidente americano Barack Obama imporrà un tetto di 500.000 dollari all’ anno per i compensi degli executive delle banche e delle altre società che ricevono vaste somme di denaro nell’ ambito del piano di salvataggio del sistema finanziario. Obama chiederà anche alle istituzioni finanziarie pubbliche di rivelare gli accordi a lungo termine sugli stipendi dei loro capi. Verranno inoltre fissati limiti ai bonus degli executive, con l’ eccezione dei normali dividendi delle azioni. Le nuove regole, insomma, saranno molto più severe di ogni restrizione imposta durante l’amministrazione Bush e potrebbero costringere i vertici delle società ad accettare pesanti riduzioni dei loro stipendi attuali. Le proposte di Obama vogliono essere l’inizio di uno sforzo a lungo termine per regolamentare gli stipendi degli executive. Nel frattempo, due ministri se ne vanno dal neo-governo per problemi con le tasse.

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Procter&Gamble, giù il valore delle azioni. In calo le vendite dei prodotti per la bellezza, salute e benessere

 Meno spese per i prodotti di bellezza, salute e benessere. E’ questo il risultato del secondo trimestre di Procter&Gamble, multinazionale noto per i marchi Gillette, Pampers o Head&Schoulders.
Forse la recente vendita dei caffè Folgers per 3,3 miliardi di dollari ha influito sul gonfiaggio dei profitti dell’ azienda: negli ultimi tre mesi del 2008, infatti, il gruppo di Cincinnati ha registrato un aumento del 53% con un utile netto di 5 miliardi di dollari, contro i 3,3 miliardi dello stesso periodo nel 2007. Tuttavia i consumi sono rallentati e si prevede che la tendenza per il 2009 sarà comunque in calo.

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Il prestito sociale di Zopa.it per prestiti e investimenti senza banche

 Da poco più di un anno, grazie alla sfiducia collettiva verso la finanza tradizionale e l’ economia in crisi, sul web si è diffuso il “prestito sociale”. Gli “zopiani” sono “persone con interessi in comune” che scelgono di investire denaro o di chiedere un prestito senza ricorrere alle banche o alle finanziarie, ma tramite uno scambio diretto che avviene on-line.
Zopa.it è la prima community web in Italia di social lending, ovvero di prestito sociale. Un esperimento che sembra funzionare: in un solo anno Zopa.it è diventata la terza community a livello europeo, con oltre 4 milioni di euro di prestiti già erogati.

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Condominio: il 20% non lo paga a causa della crisi. Priorità a mutui e bollette

 ROMA – In tempo di crisi economica, raddoppia il numero di chi rimanda il pagamento delle quote mensili per le spese condominiali e dà la priorità ad altre spese come il mutuo e le bollette. Ecco dunque che le difficoltà economiche degli italiani si riflettono anche nella gestione degli immobili: circa il 20% dei residenti in condominio non paga le quote periodiche, rischiando il pignoramento. E’ quanto emerge da una analisi dell’ Anammi, l’ Associazione nazionale degli amministratori d’ immobili, che propone alcuni suggerimenti per gestire il problema.

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