Carlyle fa rotta verso Wall Street

 Carlyle, uno dei massimi big mondiali del private equity, ha fatto rotta verso Wall Street. Obiettivo ultimo della compagine è infatti quello di sbarcare sui mercati regolamentati con una valorizzazione di quasi 8 miliardi di dollari, con uno sconto di un quarto rispetto a quanto sostiene il prospetto consegnato alla Sec, l’autorità di Borsa americana. Una capitalizzazione che la separerebbe in maniera molto (troppo?) significativa dalla rivale Blackstone, che è invece valorizzata, attualmente, nella misura di 16 miliardi di euro.

Ad ogni modo, pare che Carlyle, in Borsa, ci voglia andare proprio a tutti i costi: per tale motivo è pronta ad accettare uno sconto molto ingente, pari anche al 25% dei reali valori. “Ha bisogno di nuovi investitore” – dichiara al media Bloomberg una fonte anonima che si preannuncia essere molto vicina all’operazione – “e per farlo è disposta a concedere un buono sconto sul suo valore”.

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Nokia taglia le previsioni sui margini di redditività

 Nokia è stata pressochè costretta a rivedere le proprie prospettive di crescita. La motivazione risiede nel forte calo di remuneratività da parte della divisione che si occupa della vendita dei dispositivi telefonici e dei servizi annessi. Una revisione delle stime che ha condotto il titolo finlandese in decisa contrazione, con contemporanei problemi – negli Stati Uniti – per quanto concerne il nuovo modello Lumia 900.

In maniera più specifica e dettagliata, Nokia ha dichiarato che le stime di margine operativo non-Ifrs sono ora negativa di quasi 3 punti percentuali, contro precedenti previsioni di sostanziale pareggio (più o meno 2 punti percentuali). Nel corso del solo secondo trimestre la divisione telefonica dovrebbe conseguire un margine operativo in linea, o addirittura peggiore, di quanto già revisionato per il primo trimestre del nuovo anno.

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Governo USA porta Apple in tribunale

 Apple è stata trascinata in tribunale dal governo americano. La causa? L’apertura di un fascicolo per la violazione della legge antitrust contro il colosso informatico californiano, e contro cinque case editrici, accusate di aver formato un cartello per incrementare il prezzo dei lettori di libri elettronici e degli stessi e-book, tentando in tal modo di tagliare fuori dal mercato primario Amazon, e il suo modello di pricing certamente più aggressivo.

Per il motivo di cui sopra il Dipartimento di Giustizia statunitense ha lanciato l’azione legale nei confronti di Harper Collins, Hachette, Macmillan, Penguin e Simon & Schuster. Un’azione che pare abbia già trovato ampiamente pronte le parti in causa, con indiscrezioni delle ultime ore che asseriscono come la Apple, la Macmillan e (forse) la Penguin sarebbero intenzionate a difendersi sostenendo che gli accordi avrebbero contribuito a incrementare la competizione nel settore a scapito di un (quasi) monopolista come la Amazon.

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Disney lancia partnership cinese

 Per cercare di conquistare maggiori quote del mercato cinese, e rilanciare i propri prodotti su scala internazionale, Walt Disney – già principale compagnia entertainment del mondo – ha siglato una partnership con la Tencent Holdings e con un gruppo statale cinese, al fine di sviluppare contenuti d’animazione per il Paese asiatico e per il mercato internazionale.

Andy Bird, presidente di Walt Disney International, ha di fatto siglato un contratto a Beijing con la Tencent, la principale compagnia web based della Cina, e con il Gruppo d’animazione del Ministero della Cultura cinese. Disney sostenerrà la formazione delle competenze locali, sviluppando contenuti originali per la televisione, per il cinema e per le piattaforme digitali, come confermato da un comunicato stampa pubblicato nel corso delle ultime ore.

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Maxi perdite per Sony e Sharp

 Sony e Sharp, due dei big asiatici nel settore dell’elettronica di consumo, hanno conseguito una perdita combinata da 900 miliardi di yen (circa 11 miliardi di dollari) a causa del primo declino delle vendite mondiali di TV negli ultimi sei anni, e a causa determinante di uno yen sempre più forte, che sta penalizzando le vendite conseguite sui mercati internazionali.

In particolare, Sony ha conseguito una perdita record da 520 miliardi di yen nell’anno fiscale terminato il 31 marzo 2012, praticamente il doppio di quanto precedentemente previsto nel mese di febbraio. Sharp ha invece conseguito una perdita pari a 380 miliardi di yen, 31 punti percentuali in più rispetto a quanto era stato preventivato.

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Trimestrale Samsung con risultati positivi

 Samsung Electronics, uno dei leader mondiali nel comparto dell’elettronica di consumo, ha chiuso il primo trimestre del 2012 con risultati di redditività che hanno superato le attese dei principali analisti di mercato, grazie a una domanda crescente sui cellulari e sulle TV, che hanno potuto controbilanciare in maniera più che adeguata il calo degli utili nel business dei micro chip.

Complessivamente, i profitti operativi del primo trimestre 2012 sono cresciuti a quota 5,8 trilioni di won (circa 5,1 miliardi di dollari), contro i 2,95 trilioni di won dello stesso periodo dell’anno precedente, e contro previsioni pari a 5 trilioni di won, frutto della media degli analisti consultati negli ultimi giorni da Bloomberg.

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Vendite cinesi di GM in crescita

 Le vendite di General Motors in Cina, il principale mercato internazionale per il produttore di auto, sono cresciute di 11 punti percentuali rispetto all’anno precedente, trascinate al rialzo da un ottimo andamento commerciale nel mese di marzo, trainato da una domanda molto importante per alcuni veicoli quali il Buick Excelle e la Chevrolet New Sail.

Le vendite di autoveicoli e minivan Wuling sono aumentate a quota 257.944 unità durante il corso del mese di marzo – come confermato da un comunicato stampa ufficiale della compagnia, pubblica sul proprio sito web. Complessivamente, le vendite dei primi tre mesi dell’anno sono incrementate di 8,7 punti percentuali a quota 745.152 unità.

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Investimento Ford China da 600 milioni

 Ford China, divisione del Paese asiatico del gruppo Ford, ha annunciato che investirà circa 600 milioni di dollari per espandere la propria capacità produttiva in una delle principali strutture produttive di almeno 60 punti percentuali rispetto agli attuali livelli, consentendo così alla compagnia automotive di poter espandere la propria presenza all’interno del mercato auto più importante del mondo.

La società produttrice auto, insieme al partner Changan Automobile Group (con il quale ha costituito una joint venture) incrementerà la propria capacità nella fabbrica sud occidentale della città cinese di Chongqing di circa 350 mila unità annue, per raggiungere il livello complessivo di 950 mila auto alla fine del 2014, come confermato da un comunicato Ford. I lavori di costruzione dovrebbero poter iniziare immediatamente.

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Yahoo taglia 2.000 posti di lavoro

 Si preannunciano tempi piuttosto duri per Yahoo. La società sta infatti valutando di eliminare circa 2.000 posti di lavoro all’interno delle fila delle proprie risorse umane, per una proporzione pari al 14% di tutti coloro che risultano essere impiegati nel portale web al momento in cui scriviamo.

La decisione sarebbe figlia diretta di una strategia aziendale partorita dal chief executive officer Scott Thompson, che desidera ridurre i costi operativi, accelerando la ripresa del conto economico aziendale, proprio attraverso la riduzione degli oneri per le risorse umane. Una scelta che dovrebbe permettere al manager di risparmiare circa 375 milioni di dollari ogni anno, con benefici che potrebbero essere conseguiti già all’interno del secondo trimestre del 2012, considerando che i primi sfoltimenti potrebbero essere già alle porte.

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Lego, boom di utili

 Certi simboli non tramontano mai, o quasi. Ciò che è certo è che la Lego, celeberrima azienda danese famosa in tutto il mondo per le proprie costruzioni di mattoncini sulle quali hanno giocato almeno 3 generazioni di persone, si appresta a festeggiare i suoi primi 80 anni di vita con un bilancio in grande spolvero, sul quale emergono utili balzati dalla quota di 668 milioni di euro nel 2010, agli attuali 760 milioni di euro.

Oltre agli utili, ad aver compiuto un poderoso incremento è stato anche il fatturato, salito di 17 punti percentuali a 2,514 miliardi di euro, rispetto ai 2,150 miliardi di euro del 2010. La quota del mercato mondiale dei giocattoli in mano alla società europea è ancora superiore ai 7 punti percentuali: una strenua difesa dinanzi alla concorrenza più che agguerrita da parte di operatori low cost, prevalentemente cinesi, che stanno cercando di erodere delle fette significative della “torta” ludica internazionale.

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