BCE e tassi, influenza dalla politica italiana?

BCE e tassi, influenza dalla politica (anche economica) italiana? Vi sono alcuni esperti che vedono una correlazione tra l’attesa di Mario Draghi e della Banca Centrale Europea in merito ad un rialzo dei tassi e gli equilibri politici degli stati membri, tra i quali figura anche l’Italia.

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Mercati, oggi esito riunione Bce

L’euro compie passi in avanti, in attesa dell’esito della riunione della Bce, da cui ci si attende un ulteriore allentamento della politica monetaria. La moneta europea si muove in calo sotto quota 1,06 contro il dollaro.

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Nuove critice della Bundesbank per i soldi “facili” della BCE

 La Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha rinnovato le critiche sulle misure preannunciate dalla Banca centrale europea. L’istituto monetario guidato da Mario Draghi desidera infatti allentare le condizioni per i crediti alle banche. Quanto basta per scatenare l’irritazione da parte dell’istituto tedesco, che non condivide le scelte attuate dall’Eurotower.

“Posso solo dire che la Bundesbank assume una posizione critica” – ha dichiarato un portaovoce dell’istituto attualmente condotto da Jens Weidmann. La preoccupazione da parte della Bundesbank è presto riconducibile: i banchieri berlinesi sono timorosi nei confronti delle conseguenze che potrebbe avere la scelta di concedere criteri meno rigidi per i collaterali, richiesti alle banche commerciali in cambio di fondi.

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Banca Centrale Europea positiva sui risultati compiuti dall’Italia

 Sono positive le considerazioni espresse dalla Banca Centrale Europea nel suo periodico bollettino, nel quale si rileva – tuttavia – l’ennesima flessione nella fiducia dei consumatori, e alcuni aspetti di aleatorietà che potrebbero compromettere le speranze di crescita sul medio termine.

L’istituzione monetaria commenta l’attuale evoluzione del mercato europeo partendo dalla fine, dai due maxi finanziamenti a tassi di interesse agevolati che sono stati posti in essere permettere al mercato bancario di poter ottenere le opportune iniezioni di liquidità tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, e che – stando a quanto afferma l’istituto di Mario Draghi – “potrebbero aver contribuito a contenere gli effetti di contagio della crisi del debito sovrano”.

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