Il rosso che caratterizza le imprese italiane è sempre più profondo: come ha rilevato la Cgia di Mestre, le aziende non riescono a restituire in modo corretto e in tempo i prestiti che vengono concessi dalle banche, di conseguenza non deve stupire più di tanto se le sofferenze si sono ormai avvicinate agli ottantotto miliardi di euro, vale a dire un record che non era mai stato neanche sfiorato da quando esiste la moneta unica. Secondo la confederazione veneta, inoltre, tra il mese di agosto dello scorso anno e quello del 2012 (un anno esatto dunque), gli impieghi che sono stati erogati dalle banche alle imprese è ammontato a ventisette miliardi di euro, non certo al passo con l’incremento delle già ricordate sofferenze.
Cgia Mestre
Cgia di Mestre: gli sprechi decennali delle regioni
Dieci anni di sperperi non sono certo uno scherzo: è questo il risultato di una gestione non certo brillante da parte delle giunte regionali del nostro paese, un calcolo che si è reso necessario dopo lo scoppio dello scandalo nel Lazio. Ebbene, secondo quanto segnalato e accertato dalla Cgia di Mestre, questi sperperi ammonterebbero a ben ottantanove miliardi di euro, denaro che sarebbe stato speso in eccesso dagli enti locali in questione. Più del 50% di tale importo, inoltre, è andato a confluire nel settore della sanità. Tra l’altro, se si tiene conto del fatto che l’inflazione è salita di quasi ventiquattro punti percentuali nel corso di questo lungo periodo di tempo, allora si può concludere che la spesa regionale ha fatto registrare un incremento del 74,6%.
Cgia Mestre: i lavori più gettonati nel 2011
La Cgia di Mestre ha messo a disposizione uno studio davvero interessante per questi tempi di crisi economica: in effetti, l’associazione veneta che rappresenta idealmente gli artigiani e le piccole imprese ha stilato una classifica che mette in mostra i mestieri più gettonati attualmente, prendendo spunto dai dati che sono stati diffusi dall’Istat per quel che concerne il 2011. Insomma, si tratta di quelle occupazioni che sono ancora in grado di far respirare il mercato di riferimento. Volendo essere più precisi, gli ingegneri, gli addetti alle segreterie e anche i cassieri degli istituti di credito e delle compagnie assicurative sono andati per la maggiore a livello di pubblico impiego, senza dimenticare quei soggetti che sono attivi nell’ambito delle pulizie, i facchini e gli autisti, vale a dire quelli che sono meglio noti come “colletti blu”.
Il 50% delle imprese italiane fallisce nei primi cinque anni
Il fatto che ben il 50% delle imprese italiane (la metà esatta dunque) si ritrova in uno stato di fallimento nel giro dei primi cinque anni di vita non fa certo dormire sonni tranquilli: il dato in questione, preoccupante e triste allo stesso tempo, è stato diffuso dalla Cgia di Mestre, l’associazione che rappresenta le aziende di piccole dimensioni e gli artigiani. Volendo essere più precisi, la stessa confederazione ha sottolineato come una percentuale così alta rispecchi la difficoltà enorme e grave che stanno affrontando queste imprese, in primis quelle che sono gestite e comandate da imprenditori alle prime armi. Si tratta soltanto di semplice inesperienza oppure la crisi economica internazionale ci sta mettendo uno zampino gigante?