Crisi economica e carte da gioco: le difficoltà della Modiano

 Non c’è un solo settore che riesca a resistere alla crisi economica, nemmeno quelli che ci si aspetterebbe più “resistenti”. È il caso delle carte da gioco che vengono prodotte e commercializzate nel nostro paese: ne è una chiara conferma quanto sta avvenendo alla Modiano, azienda che ha sede a San Dorlingo della Valle (provincia di Trieste) e che ha associato il proprio nome a carte, giochi e scacchiere. Che cosa c’è che non va di preciso? La grande maggioranza dei dipendenti (appena settanta unità) sta sopportando una situazione complicata, visto che è finita in cassa integrazione, ammortizzatore sociale che verrà fatto funzionare a rotazione e fino alla metà del mese di agosto.

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La crisi economica ha aumentato le frodi alimentari

 La crisi economica sta comportando conseguenze che si potevano immaginare, ma che si sperava anche non capitassero in concreto: in effetti, come reso noto oggi dall’associazione agricola Coldiretti, la congiuntura negativa ha provocato un aumento pericoloso del rischio di frodi a tavola. In pratica, vengono presentati a tavola dei cibi che sono ottenuti utilizzando ingredienti di qualità piuttosto bassa, in modo da tagliare i costi. Ma il risparmio in questo senso e la salute non vanno di pari passo come è facilmente intuibile.

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A Foligno si pensa seriamente a una banca locale

 In Umbria non si parla altro che di banche: se quella di Spoleto non vive certo il suo momento di forma migliore (Bankitalia ha ispezionato questa settimana l’istituto, evidenziando numerose anomalie), a Foligno si pensa seriamente di costruirne una nuova che abbia carattere locale. Il problema sta tutto nella situazione che vivono attualmente gli imprenditori, gli artigiani e i commercianti del comune in questione, i quali non hanno alcun accesso al credito, con tutte le conseguenze negative che sono facilmente immaginabili. Ecco perché le attività produttive locali devono essere sostenute in maniera più accorta, in modo da non far trionfare la recessione.

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Tra il 2010 e il 2011 sono diminuiti i domestici stranieri

 In prevalenza donne, di età pari a quarantatré anni, con ventisette ore di lavoro ogni settimana e una salario annuo di circa 6.400 euro: sono questi gli indizi principali del tipico lavoratore domestico di nazionalità straniera che opera nel nostro paese. Il settore in questione è stato colpito anch’esso dalla crisi economica e dalla congiuntura negativa, ma gli effetti sono stati subiti in modo piuttosto moderato. In effetti, questo trend è stato rilevato in maniera accurata la Fondazione Leone Moressa, l’ente che ha sede a Mestre e che è attivo nell’ambito degli studi e delle ricerche economiche da circa un decennio.

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Aziende italiane in crisi di liquidità

 I problemi di liquidità affliggono quotidianamente oltre 3 milioni di imprese, pari al 70% del totale. Ad affermarlo è la Cgia di Mestre, che attraverso le parole del suo segretario, Giuseppe Bortolussi, ricorda come “i problemi legati ai ritardi nei pagamenti sono all’origine di una moltitudine di problemi che le piccole imprese devono affrontare”. Ma con l’entrata in vigore della recente direttiva europea sui termini di pagamento, riuscirà finalmente a cambiare qualcosa?

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Crisi grandi marche

 La lunga crisi economica e finanziaria colpisce anche le grandi marche. Ad esserne convinto è Guido Cristini, docente di marketing all’università di Parma, secondo cui l’attuale congiuntura starebbe portando alla ribalta il fenomeno del private label: “Il recinto emozionale dei grandi brand si sta restringendo” – afferma il professore – “per dare spazio alla pressione promozionale del distributore, che è capace di fornire una scontistica maggiore al cliente.

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Il primo Atlante Censis della domanda immobiliare

 Il primo Atlante Censis della Domanda Immobiliare, il quale è stato presentato nel corso della giornata di ieri a Roma, ha avuto il merito di illustrare le principali tendenze relative al real estate nel 2012: quanto è emerso dal documento in questione è facilmente immaginabile, dato che nell’anno della crisi sono poco più di 900mila le famiglie italiane che hanno intenzione di acquistare una casa, un numero decisamente inferiore rispetto al totale dello scorso anno (1,4 milioni per la precisione). Questo vuol dire che il crollo è una realtà concreta, un fenomeno che ha cominciato a produrre i primi effetti cinque anni fa. Non si tratta tanto di un cambiamento di abitudini, ma più che altro di una presa di coscienza con le difficoltà economiche attuali.

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Su Etsy.com si vendono anche capelli e denti

 I boom di certi siti e portali non sono mai casuali: ne è un chiaro esempio quello che sta avvenendo con Etsy.com, un sito che sta acquisendo sempre più popolarità tra la gente, visto che i tempi economici e finanziari sono quello che sono. Si sta parlando di una versione più economica e “rustica” di eBay, visto che l’obiettivo è quello di vendere e consentire il conseguente acquisto di molti tipi di oggetti, perfino quelli impensabili. Chi avrebbe mai pensato, infatti, che una persona sarebbe arrivata a cedere in cambio di denaro i propri capelli o i denti, una sorta di ultima spiaggia per chi è alla disperata ricerca di liquidità in questo momento?

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La crisi economica fa aumentare l’import di legna da ardere

 Come accade un po’ troppo spesso ultimamente, le analisi della Coldiretti invitano a riflettere sull’attuale situazione economica del paese: come ha accertato l’associazione agricola, infatti, la crisi economica e il conseguente rincaro dei combustibili hanno causato, è proprio il caso di dirlo, un ritorno di fiamma per i camini. Non è un caso che le importazioni da legna da ardere abbiano fatto registrare un +17% per quel che riguarda i mesi invernali di quest’anno. Si tratta del valore più alto in assoluto degli ultimi due decenni, un record che vale la pena approfondire. Gli italiani hanno quindi modificato le loro abitudini in maniera evidente, ma si è trattato di un qualcosa di forzato, alla luce del minore potere di acquisto che si ha a disposizione. Allo stesso tempo, il consumo del tipico carburante per il riscaldamento, il gasolio, è sceso di ben sedici punti percentuali.

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Un bilancio consolidato in rosso per I Grandi Viaggi

 Non è proprio un buon momento per il settore dei viaggi e delle vacanze: la tragedia della Costa Concordia rappresenta un danno immagine evidente per tutto il comparto, ma come se non bastasse ci si mettono anche le situazioni finanziarie poco brillanti. Il riferimento è a uno dei principali tour operator del nostro paese, I Grandi Viaggi, il cui bilancio consolidato del 2011 si è chiuso con un risultato netto di competenza molto vicino a -2 milioni di euro, una perdita piuttosto evidente. Non è che il 2010 fosse andato meglio in questo senso, ma almeno un anno fa la stessa stima ammontava a 50mila euro in positivo. La compagnia non può sorridere nemmeno leggendo i dati relativi ai ricavi della gestione caratteristica: i 72,6 milioni di euro che sono stati totalizzati, infatti, rappresentano un calo di ben 12,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno prima.

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