Derivati, una parola che da diverso tempo a questa parte fa paura un po’ a tutti: colpa degli scandali finanziari che riguardano il nostro paese, ma in realtà questi prodotti finanziari possono essere affrontati e gestiti nella maniera migliore attraverso alcuni accorgimenti. Ecco perché fa quattro giorni vi sarà un interessante workshop a Milano che tratterà della copertura efficace dei rischi finanziari attraverso l’utilizzo di tali strumenti. L’iniziativa è stata promossa dalla Chatham Financial, società indipendente che vanta una leadership mondiale per quel che riguarda la gestione dei rischi finanziari, in particolare quelli relativi ai tassi di interesse, quelli di cambio, l’inflazione e le commodities principali.
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Condannate quattro banche per i derivati del Comune di Milano
I derivati sono i principali strumenti finanziari che si possono colpevolizzare per lo scoppio della crisi finanziaria nel 2008: purtroppo, la lezione non è stata assimilata nel modo giusto e diversi casi recenti lo stanno pienamente a testimoniare. Non è un caso, infatti, che il Tribunale di Milano abbia condannato proprio oggi in primo grado ben quattro istituti di credito nel corso del processo sui contratti stipulati dal comune meneghino. Entrando più nello specifico, le banche prese di mira hanno nomi celebri, vale a dire Deutsche Bank, JPMorgan, Ubs e Depfa. La ricostruzione dei fatti consente di capire meglio cosa è successo.
Goldman Sachs graziata ma resta nel mirino
Goldman Sachs non sarà perseguita per atti “criminali” sui prodotti ipotecari subprime. Il senatore Carl Levin aveva chiesto a questo proposito un’indagine penale nei confronti di Goldman, dopo aver indagato sulle cause della crisi finanziaria del 2008 e passato al setaccio le transazione dell banca. Come forse ci si poteva aspettare, il Dipartimento di giustizia, con le altre agenzie, non muoverà accuse contro il colosso di New York, e nemmeno contro i suoi dipendenti. Goldman Sachs si è detta ovviamente sollevata.
JPMorgan utili in calo. Pesa maxi perdita derivati
JPMorgan Chase, la più grande banca statunitense, dopo la diffusione dei dati societari di Alcoa, che ha aperto la stagione delle trimestrali americane, ha annunciato di aver archiviato il secondo trimestre con un utile di 4,96 miliardi dollari, o 1,21 dollari per azione, rispetto ai 5,43 miliardi di dollari, o 1,27 dollari per azione, registrati un anno prima.
I risultati comprendono una perdita ante imposte di 4,4 miliardi dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari annunciati il 10 maggio e superiore alle previsioni degli analisti, registrata nel portafoglio derivati. Il fatturato è diminuito del 17% anno su base annua a 22,2 miliardi dollari, leggermente al di sopra delle attese (21,9 miliardi di dollari). La banca ha anche abbassato i risultati del primo trimestre, citando la possibilità che siano state nascoste delle perdite in derivati.
JpMorgan perde 2 miliardi di dollari
Nelle sole ultime sei settimane JpMorgan, una delle banche d’affari più importanti al mondo, ha perso più di 2 miliardi di dollari. Un vero e proprio smacco per un istituto di credito che era riuscito a destreggiarsi all’interno del mare della crisi finanziaria internazionale meglio dei principali concorrenti, e che pone a serio rischio la stabilità dell’immagine della struttura organizzativa e, in particolar modo, del numero 1 della banca, Jamie Dimon.
La causa di queste gravi perdite è infatti da ricondursi allo straordinario impatto negativo generato dalle politiche di copertura della banca attraverso i cds (i credit default swap, una sorta di contratto assicurativo di protezione contro i default di enti e società emittenti), impieghi che si sono rivelati, per dirla con le parole di Dimon, “un investimento più rischioso, volatile e meno efficace di quanto previsto”.