E’ l’estate degli scandali nel settore bancario britannico. Dopo Barclays, accusata di manipolare il Libor e HSBC, che avrebbe ciclato denaro, è il turno di Standard Chartered. La banca è stata accusata dagli Stati Uniti di nascondere transazioni con l’Iran per circa $ 250 miliardi (201 miliardi di euro) attraverso la sua filiale di New York. Accuse categoricamente smentite dalla banca britannica che intende ora difendersi in tribunale. L’effetto sul mercato azionario è devastante: l’azione di Standard Chartered crolla del 18,42%, precipitando a 1199 penny. La banca registra così il più grande calo dell’indice FTSE 100. Secondo lo Stato di New York, queste operazioni avrebbero consentito alla banca britannica di guadagnare centinaia di milioni di dollari in commissioni.
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Citigroup in calo ma sopra le attese
Nonostante il calo dei profitti complessivi registrato nel secondo trimestre, Citigroup ha fatto meglio del previsto, con risultati ancora al di sopra delle aspettative degli investitori. Ma per la terza banca americana il recupero non è completo.
Facebook in Borsa: gli investitori ci credono ancora
Dopo una introduzione in borsa (IPO) piuttosto caotica, avvenuta nel maggio scorso, Facebook ha cancellato gran parte delle sue perdite e gli investitori sembrano propensi a scommettere di nuovo sul re dei social network, di cui continuano a sottolineare l’altissimo potenziale.
L’azione “FB” era stata introdotta sul mercato il 18 maggio al prezzo di 38 dollari, prima di ridursi drasticamente nelle due settimane successive, precipitando a 25,52 dollari il 6 giugno. Una delusione e una performance da dimenticare, forse imputabile ad una strategia di comunicazione poco efficace, che ha scoraggiato l’acquisto di azioni dal momento che Facebook ha veicolato le informazioni sulla sua salute economica in modo poco trasparente.
BP verso cessione quota TNK-BP
Il piano di BP per raccogliere quasi $ 40 miliardi mediante il sell off degli assets ritenuti in eccesso rispetto al fabbisogno, ha ricevuto un nuovo impulso. Cosa accadrà al pacchetto azionario del gigante petrolifero britannico in TNK-BP, la sua joint venture russa?
In primo luogo, il colosso energetico britannico ha annunciato un accordo con la società statunitense Energy LINN per alcuni dei suoi vecchi giacimenti di gas situati nel Wyoming, USA, il secondo di questo tipo siglato con LINN, a cui BP ha venduto una serie di asset del Kansas, nel mese di marzo. BP ha inoltre dichiarato di aver accettato di vendere quote di minoranza in due giacimenti del Mare del Nord britannico alla giapponese Mitsui & Co. Tali accordi permetteranno a BP di realizzare un profitto pari a $ 1,3 miliardi, di cui qualcosa come 1,03 miliardi di dollari, proverrà da LINN.
General Motors: conti a rischio per crisi Europa
General Motors Co. (GM), il più grande produttore di auto del mondo, è preoccupato che la debolezza economica dell’Europa possa influenzare la seconda metà del 2012, ripercuotendosi negativamente sui risultati operativi e gestionali del gruppo.
Per il Chief Executive Officer Dan Akerson, se ci fosse un crollo della zona euro – eventualità ritenuta poco probabile – potrebbe esserci un impatto anche negli Stati Uniti e in Cina. L’onda d’urto di una frattura in Europa non tarderebbe a scuotere le due potenze.
News Corp si divide in due
News Corp. (NWSA), la media company controllata da Rupert Murdoch, ha annunciato l’intenzione di scindersi in due entità quotate in borsa, dopo che il suo consiglio avrà approvato l’operazione, che separa di fatto il business editoriale da quello dell’intrattenimento.
L’operazione verrà completata nell’arco di circa 12 mesi e Murdoch diventerà presidente di entrambe le società nonché Amministratore Delegato del business dei media.
Voci di vendita per la RIM (Blackberry)
Il futuro di RIM, produttore canadese del Blackberry, si fa sempre più cupo. Gli ultimi risultati, di gran lunga inferiori alle aspettative, i 5.000 tagli di posti di lavoro e il rinvio del lancio del nuovo sistema operativo, gettano nuove ombre sulla società.
Research in Motion, la cui azione è al suo minimo dal 2003, ha annunciato una perdita di 518 milioni dollari nel corso del primo trimestre dell’anno fiscale, superiore al previsto, a causa di un forte calo delle vendite e di un onere eccezionale di $ 335 milioni. Il gruppo aveva già subito una perdita di 125 milioni di dollari nel corso trimestre precedente, mentre, un anno fa, RIM era risucita a registrare un profitto di $ 695 milioni nel primo trimestre.
Apple supera 500 dollari ad azione
Sei mesi dopo aver superato i 400 dollari, il gruppo della Mela colpisce ancora, e batte un nuovo record sul Nasdaq. L’azienda di Cupertino vale ormai 470 miliardi di dollari, quasi come come Microsoft (260 miliardi) e IBM (230 miliardi di euro) – il secondo e il terzo colosso del settore tecnologico degli Stati Uniti per capitalizzazione – insieme. E il divario con il gigante petrolifero Exxon Mobil (400 miliardi di euro), secondo in termini di capitalizzazione negli Stati Uniti, si è ulteriormente ampliato. La liquidità del gruppo supera i 100 miliardi di dollari. Sufficiente, in teoria, per acquistare Goldman Sachs e Boeing! Tutto questo è Apple!
La soglia dei 500 dollari non ha resistito a lungo. Sul Nasdaq, l’azione di Apple non sembra voler frenare la propria corsa e, al contrario, continua ad aumentare, raggiungendo ogni giorno nuovi massimi. Lunedì il titolo si è attestato al di sopra della soglia simbolica dei 500 dollari, a sei mesi (o poco più) dal superamento dei $ 400. Nel marzo 2009, il titolo era scambiato a $ 85!
Kodak in bancarotta, finisce un’epoca
Eastman Kodak, pioniere della pellicola fotografica che ha regalato al mondo le prime foto della luna, altresì simbolo del capitalismo americano, ha presentato istanza di fallimento. La società ultracentenaria con sede a Rochester, a nord dello stato di New York, si è affacciata al nuovo millennio ma ha perso il suo appuntamento più importante: quello con il cambiamento tecnologico e il passaggio al digitale. Kodak, che non registra profitti dal 2007, aveva recentemente cercato di ristrutturarsi, adottando una strategia di diversificazione.
La caduta di Kodak, una notizia che non sorprende ma che tocca soprattutto i nostalgici e gli appassionati della macchina fotografica a pellicola, è iniziata negli anni ’80. Kodak non ha saputo cogliere la sfida (e l’opportunità) della svolta digitale. Un ritardo, e un gap, che Kodak non ha mai saputo recuperare e colmare.
Nel concreto, Kodak e le sue controllate statunitensi, cercheranno di beneficiare della protezione del Capitolo 11 della legge sui fallimenti, davanti al tribunale di New York. Il crollo di Kodak ha già raggiunto la città di Rochester, New York, dove il gruppo ha sede. Al tempo del suo splendore, Kodak contava più di 60.000 persone. Oggi, i dipendenti sono solo poco più di 7000. Dal 2003, 13 stabilimenti e 130 laboratori sono stati rimossi.