Dopo un’inchiesta condotta dalla Fair Labor Association, la Foxconn è stata pressochè costretta a riconoscere le violazioni dei diritti dei lavoratori, e qualche responsabilità in merito all’impressionante catena di suicidi e di incidenti sul lavoro nell’azienda che fabbrica componenti per i dispositivi Apple. Nel cambiamento di atteggiamento da parte di Foxconn, decisivo sembra essere stato l’intervento di Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, successore di Steve Jobs, il quale è andato di persona a visitare l’impianto di Zhengzou per valutare la situazione della chiacceratissima società.
La visita di Tim Cook non è certamente avvenuta in maniera sorprendente, anzi. Erano mesi che le parti sociali premevano affinchè i big occidentali che usufruiscono degli elementi Foxconn potessero a loro volta giocare un ruolo determinante per modificare l’attuale scenario. Il tutto è nato da un’inchiesta compiuta dal New York Times (tra l’altro, tra i principali candidati per ottenere il premio Pullitzer dell’anno), che aveva indicato nella Foxconn una serie di continue violazioni delle leggi sul lavoro cinese. La Foxconn, anche dopo la visita del manager Apple, ha riconosciuto le proprie colpe, affermando che rispetterà maggiormente i diritti dei lavoratori, diminuendo altresì le ore di lavoro.
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