Ford ha reso noti i risultati del suo secondo trimestre, penalizzati dalla crisi in Europa (dove le vendite nel settore auto sono al livello più basso in quasi 20 anni), che influisce sul rendimento del gruppo in questa regione, mentre le vendite nel mercato nordamericano rimangono forti.
Europa
PSA Peugeot: le ragioni del crollo
Il bilancio è severo per PSA, che finalizza la prima chiusura di uno stabilimento di produzione di autovetture in Francia dal 1992 e taglia circa 8.000 posti di lavoro. Quali le ragioni che hanno fatto inabissare il primo costruttore di auto francese?
L’ultima chiusura di un sito produttivo di auto in Francia risaliva a venti anni fa, e in quel caso si trattava di Renault-Billancourt . Ciò significa che la decisione di PSA Peugeot-Citroen di interrompere l’attività nello stabilimento di Aulnay-sous-Bois, nel 2014, è un fulmine a ciel sereno per tutto il settore industriale francese. Attualmente qui vine prodotta la Citroën C3, mentre il secondo stabilimento nella’area di parigi, quello di Poissy, realizza la Peugeot 208, la stessa C3 e la DS3. Al di là dei 3.000 posti di lavoro a richio, questa misura simboleggia tutte le difficoltà economiche del primo costruttore automobilistico francese.
Imprenditori più ricchi d’Europa
Secondo quanto afferma una recente ricerca elaborata da Bloomberg, è il magnate spagnolo Amancio Ortega Gaona l’uomo più ricco del vecchio Continente. Se il suo nome non vi dice granchè, probabilmente potrà suggerirvi qualcosa di più sapere che dietro il nome del miliardario spagnolo c’è il gruppo di abbigliamento Zara, presente anche nel nostro Paese con una serie di superstore piuttosto gettonati.
La lista 2012 curata da Bloomberg vede pertanto un sorpasso in testa alla classifica, con l’attuale numero 2, Ingvar Kamprad – titolare dell’Ikea – che ha dovuto cedere lo scettro di uomo più facoltoso d’Europa. Grazie ai risultati dell’ultimo trimestre, la Inditex – holding che controlla Zara – ha generato un vero e proprio boom nella capitalizzazione di mercato delle azioni di Ortega (+ 12%), che ha permesso al magnate di compiere qualche utile passo in avanti nell’elenco dei miliardari europei.
Crisi debito al Salone di Ginevra 2012
L’Europa è al centro delle preoccupazioni dei costruttori di automobili, riuntisi Martedì a Ginevra, in occasione del Salone dell’Auto 2012. Gli esperti del settore stimano una diminuzione delle vendite nella zona euro, martoriata dalla crisi del debito, lontana dall’appetito quasi insaziabile mostrato dai paesi emergenti rispetto al comparto auto. “A causa della crisi del debito in alcuni paesi dell’UE, il mercato dell’auto in Europa occidentale subirà verosimilmente una contrazione del 5%, a 12,1 milioni di unità”. Questa è la previsione del boss della federazione tedesca del segmento auto, VDA, Matthias Wissmann.
Il firewall per l’Europa, un bazooka anti-crisi
I leader delle finanze del G20, riunitisi a Città del Messico questo fine settimana, stanno cercando di raccimolare massicce risorse a livello internazionale, ed entro la fine di aprile, al fine di convincere i mercati finanziari della capacità di impedire che i profondi problemi profondi della zona euro possano infliggere più danni su una (ancora fragile) ripresa mondiale.
Gli sforzi che si stanno compiendo potrebbero rivelarsi i più audaci dal 2008, quando il G20 riuscì a raccogliere 1.000 miliardi di dollari per salvare l’economia mondiale dalla crisi del credito, che esplose negli Stati Uniti causando la peggiore recessione dal 1930.
Volkswagen, numeri record
Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen, leader europeo e nuovo numero due al mondo, lo scroso anno ha più che raddoppiato l’utile netto, polverizzando tutti i record: il gigante di Wolfsburg ha infatti annunciato Venerdì da aver conseguito 15,4 miliardi di euro nel 2011, contro i 6,8 miliardi registrati un anno prima. Con un tale profitto, un record nella storia del settore automobilistico secondo i media, VW batte il numero uno, l’americana General Motors, che a sua volta ha registrato il suo miglior profitto in più di 100 anni di esistenza: 7,6 miliardi di dollari del 2011.
I risultati della casa automobilistica tedesca si pongono in controtendenza rispetto a quelli di alcuni omologhi europei, come la francese PSA Peugeot Citroen, il cui utile netto si è dimezzato, portandosi lo scorso anno a 588 milioni di euro, o la tedesca Opel, tallone d’Achille di GM, che ha pubblicato perdite spaventose per il 2011.
Le vendite di Volkswagen hanno superato quelle del gruppo giapponese Toyota, ma si pongono ancora alle spalle del numero uno al mondo dell’automobile, General Motors: in crescita del 17% in Cina, del 23% negli Stati Uniti, e del 75% in Russia, dove il produttore si è appena trasferito. Anche in Francia la quota di mercato è passata dall’11,2% al 12,8%. Il gruppo Volkswagen, che comprende Audi, Seat e Skoda, e dalla fine del 2011 il produttore di camion MAN, ha superato 8,3 milioni di veicoli l’anno scorso, registrando una crescita del 14,7% su un anno. Questa è la prima volta che il gruppo oltrepassa la soglia degli 8 milioni di unità vendute.
General Motors-PSA Peugeot, alleanza strategica
Che accoglienza! Gli investitori hanno fragorosamente applaudito la prospettiva di un avvicinamento tra PSA Peugeot Citroen e General Motors (GM). Il titolo del produttore francese è schizzato del 20% nel corso della seduta alla Borsa di Parigi. Un balzo spettacolare, se si considera l’andamento del titolo PSA negli ultimi tempi, e il fatto che abbia perso metà del suo valore in un anno. Il connubio GM-PSA potrebbe trasformarsi nel nuovo Fiat-Chrysler …
Per ora il progetto è ancora poco chiaro. Il patron di PSA, Philippe Varin, ha presentato la notizia del partenariato strategico come “una buona notizia per il gruppo, perché ridurrebbe i costi di produzione dei veicoli”. PSA ha anche rilasciato una scarna dichiarazione confermando, senza citare la General Motors, che il gruppo ha esaminato “progetti di cooperazione e di alleanze”.
Super profitti per General Motors
Il gruppo General Motors ha incrementato il proprio utile netto del 62% nel 2011, portandolo a 7,6 miliardi di dollari. GM riacquistato la sua leadership mondiale. Ma l’Europa mostra un deficit cronico (perdita di 700 milioni di euro).
Il più grande produttore di automobili del mondo torna in piena forma. La General Motors ha pubblicato Giovedì un utile netto (group share) di 7,6 miliardi (5,8 miliardi di euro) per l’intero anno 2011, in aumento del 62%, e meglio del previsto. Il quarto trimestre ha, in parte, rovinato la festa: l’utile netto è rimasto stabile a 500 milioni di dollari (280 milioni di euro), ma al di sotto delle aspettative di Wall Street. Ma poco importa. Nel corso dell’anno, il fatturato è balzato a 150,3 miliardi (115 miliardi di euro), in crescita dell’11%.
Mitsubishi Motors chiude i battenti in Europa
Mitsubishi Motors ha annunciato che, entro la fine dell’anno, cesserà la costruzione di automobili nel suo unico stabilimento in Europa occidentale, situato nei Paesi Bassi, a partire dal 2013. Non si è trattata di una sorpresa ma di una mossa che ci si aspettava, dopo la caduta delle vendite registrata nel continente. La decisione, secondo quanto ha precisato la compagnia nipponica, diverrà operativa entro la fine del 2012, e si iscrive in un piano teso a rifocalizzare le attività produttive sui mercati emergenti e a crescita più veloce, come la Cina e la Russia.
Confermando le informazioni divulgate poche ore prima dalla stampa, Mitsubishi Motors ha sottolineato che le condizioni economiche in Europa, dove il mercato dell’auto è influenzato negativamente dalla difficile congiuntura, non permettono al gruppo di continuare a produrre automobili, mentre le vendite sono aumentate in molte altre parti del mondo, tra cui nel Sud-Est asiatico.
Fondi sauditi per salvare l’Europa?
L’Arabia Saudita ha giocato un “ruolo importante” nello stabilizzare il mercato del petrolio e nel sostenere l’economia globale, ha detto Sabato il direttore del Fondo monetario internazionale (FMI), Christine Lagarde, dopo i suoi colloqui con i leader sauditi.
“Questo impegno costruttivo (a livello) regionale e globale riflette il ruolo dell’Arabia Saudita nella veste di leader non solo nel mercato petrolifero, ma anche nella regione e nell’economia mondiale”, ha reso noto in una dichiarazione dopo la sua visita nel Regno, la prima dalla sua nomina a capo dell’FMI.