Intesa Sanpaolo è intenzionata a non cedere e per acquistare Ubi Banca ha dato il via libera all’aumento di capitale. Una decisione importante quella presa dall’istituto guidato da Carlo Messina se si pensa che l’OPS andrà avanti anche solo con il 50% dei voti più uno del capitale dell’ex banca popolare.
Intesa Sanpaolo vuole Ubi Banca
Banca Intesa non sembra proprio voler rinunciare alla nascita di un gruppo in grado di dare vita, secondo le stime, a dividendi nei prossimi cinque anni pari a 13,5 miliardi di euro. L’emissione di 1,94 miliardi di nuove azioni è stata approvata dall’assemblea degli azionisti tenutasi a porte chiuse a Torino lo scoso 27 aprile . I titoli sono da intendere a servizio dell’offerta pubblica di scambio tra le azioni Intesa e quelle dell’ex popolare, nella misura di 17 azioni del nuovo gruppo ogni 10 azioni di Ubi.
Va sottolineato che tra le file di Intesa Sanpaolo il sì all’aumento di capitale è stato in pratica un vero e proprio plebiscito: ha votato infatti a favore il 98,04% del capitale presente all’assemblea pari al 52% del capitale complessivo. Nella stessa occasione sono stati approvati anche il bilancio del 2019, caratterizzato da un utile di 4,18 miliardi ed il congelamento fino a ottobre del dividendo da 0,19 euro ad azione e il conferimento a riserve.
Aumento di capitale plebiscitario per Intesa Sanpaolo
Ovviamente vi è stata soddisfazione per il risultato raggiunto da parte del ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, che in una nota ha ringraziato per la votazione favorevole, chiamando in causa il sostegno dei propri azionisti e il fatto di proseguire “con maggior convinzione nell’offerta di scambio promossa nei confronti di Ubi“. Il fatto che tutto questo sia avvenuto in un momento nel quale la finanza sta combattendo per dare il meglio di sé nel rispondere all’emergenza generata dall’epidemia da Covid19, conferisce secondo Messina all’operazione una “maggiore valenza strategica” e per Ubi Banca “una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità d’investimento” assumono in questo momento maggiore valore.
Come già anticipato l’accordo sarà tale e andrà avanti “anche in presenza di adesioni al 50% più una azione del capitale” dell’ex banca popolare, ottenendo un istituto “leader a livello continentale“, che sarà in grado di creare “ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e per i territori“.
Intesa SanPaolo non ha quindi smesso di lavorare su quella che se andrà in porto di certo diventerà una delle più grandi acquisizioni bancarie avvenute sul territorio italiano, con conseguente nascita di uno dei poli più influenti a livello nazionale ed europeo.