In tempi di crisi, e alla faccia delle difficoltà finanziarie dell’Italia, c’è ancora qualcuno che sceglie di scommettere sul BelPaese. Basta valutare, ad esempio, la strategia della Vontobel, l’istituto privato svizzero che ha scelto di acquistare a piene mani titoli di Stato italiani a lunga scadenza, nella convinzione che l’Italia non crollerà, e che la Banca Centrale Europea riuscirà a frenare l’ascesa dei tassi di interesse. Cerchiamo di comprendere quali sono le mosse di Vontobel, e perché la società svizzera abbia scelto di puntare proprio sul mercato tricolore.
Italia
Commerzbank: secondo semestre a rischio
La seconda più grande banca della Germania, Commerzbank, ha presentato i risultati del secondo trimestre e mette in guardia sui suoi risultati per il secondo semestre. Il gruppo bancario tedesco ha riportato un utile operativo di $ 451 milioni del secondo trimestre, contro i 55 milioni del secondo trimestre del 2011. Ma il dato è in forte calo (-22,7%) rispetto al primo trimestre di quest’anno (584 milioni di euro) a causa, soprattutto, delle difficili condizioni di mercato. Il Core tier one è al 12,1%.
La nuova rete commerciale italiana di Unicredit
È una giornata ricca di novità importanti quella odierna per Unicredit: l’istituto di credito di Piazza Cordusio ha infatti presentato in via ufficiale la nuova organizzazione della rete commerciale nel nostro paese, la quale sarà pienamente operativa a partire dal prossimo mese di gennaio. Tutto nasce da quanto approvato nel corso del consiglio di amministrazione di una settimana fa, visto che la banca in questione intende puntare proprio su queste strategie, cercando di rispondere nel modo migliore possibile a ogni esigenza dei clienti.
Risparmi Germania
La crisi economica finanziaria di inizio decennio (e fine della scorsa decade) non ha colpito tutti in ugual modo. A dimostrarlo è, ulteriormente, un recente studio della Bank of Scotland, secondo cui in Germania il numero delle famiglie che riescono a risparmiare qualcosa alla fine del mese sarebbe addirittura in aumento. La percentuale di coloro che al 30 o al 31 del mese hanno chiuso il mese in surplus sarebbe infatti salita al 57%, contro il 52% di un anno fa.
A ciò si aggiunga, sempre secondo la ricerca della Bank of Scotland, che un terzo di coloro che sono stati intervistati dagli analisti riesce a risparmiare in modo occasionale (33%, contro il 31% di un anno fa), mentre coloro che non riescono a risparmiare sono scesi al 9%, contro il 17% di un anno fa.
Italia ufficialmente in recessione
Ormai è ufficiale: l’Italia, alla fine dello scorso anno, è entrata in recessione. L’Italia ha accusato un calo del Prodotto interno lordo (PIL) dello 0,7% nel quarto trimestre 2011 rispetto al trimestre precedente, secondo i dati ufficiali rilasciati Lunedì 12 marzo dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica.
Dopo la contrazione dello 0,2% registrata nel terzo trimestre, questa nuova flessione del PIL rifette e conferma la fase di recessione – che è caratterizzata da un declino rilevato almeno per due trimestri consecutivi – in cui è sprofondata la terza economia della zona euro, appesantita dai piani di austerità a catena, il cui obiettivo è quello di rassicurare i mercati.
Italia, debito record dal 1996
Un po’ di conforto per Mario Monti e, probabilmente, un incoraggiamento a proseguire sulla strada tracciata. Secondo le statistiche rilasciate dall’Istat, l’Istituto Italiano di Statistica, l’Italia è riuscita a portare il disavanzo pubblico al 3,9% del PIL lo scorso anno contro il 4,6% nel 2010. Un livello incoraggiante in quanto, dopo tutto, si pone in linea, e persino leggermente al di sopra della previsione ufficiale del governo (3,8%). Nel 2011 il PIL ai prezzi di mercato ha toccato quota 1.580.220 milioni di euro correnti, con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Ma la medaglia ha due facce e, secondo i dati Istat, il debito del paese nel 2011 era al suo livello più alto dal 1996: lo scorso anno ha raggiunto il 120,1% del PIL , contro il 118, 7% nel 2010.
Chi è il Super Mario dei rendimenti italiani?
Mario Monti o Mario Draghi? A chi il merito di saper domare i rendimenti dei titoli italiani?
E’ incredibile come le cose possano cambiare in soli un paio di mesi. A novembre i rendimenti sui titoli italiani erano balzati a livelli insostenibili mentre i problemi in Grecia, Irlanda e Portogallo affioravano l’uno dopo l’altro e le tensioni sui mercati finanziari sembravano ogni giorno acuirsi.
Ma ora, nonostante si parli di un possibile default greco, i tassi non hanno registrato pericolose e allarmanti impennate. In effetti i rendimenti sui titoli italiani a 10 anni sono scesi a circa il 5,50%, il livello più basso dal settembre 2011!
Potrebbe essere che il fascino di Mario Monti stia facendo realmente presa sugli investitori? Questo è ciò che alcuni guru economici sostengono e rilevano: dall’insediamento del Primo Ministro tecnocrate l’andamento dei tassi ha mutato la propria tendenza, allontanandosi dalla temuta soglia di guardia del 7% e diminuendo sensibilmente.