Il salvataggio dell’industria automobilistica degli Stati Uniti, costato 85 miliardi di dollari di fondi pubblici e decine di migliaia di licenziamenti, ha scosso il paese, ma i produttori hanno recuperato la loro competitività.
Alla fine del 2008, le “Big Three” di Detroit, General Motors, Ford e Chrysler, si sono trovate in ginocchio, schiacciate dal peso dei debiti e dalla concorrenza, soprattutto asiatica, in ritardo sul fondamentale passaggio ad auto più economiche e di qualità, e vittima dell’impennata dei prezzi del carburante.