Moody’s taglia rating di 28 banche spagnole

 Non accenna ad esaurirsi la furia “tagliatrice” di Moody’s. Come preannunciato, infatti, l’agenzia di rating americana ha provveduto a ridurre il rating di 28 banche spagnole, dando pertanto seguito alla precedente diminuzione del giudizio di merito creditizio effettuata nei confronti di 15 istituti internazionali, e alla contemporanea contrazione del rating nei confronti di altre due banche, non iberiche.

La decisione non ha ovviamente colto di sorpresa gli osservatori, che si attendevano largamente tale opzione da parte dell’agenzia di rating: Moody’s aveva d’altronde abbassato la valutazione della Spagna da A3 a Baa3 nella sessione comunicativa dello scorso 13 giugno, aprendo peraltro la strada a ulteriori revisioni (al ribasso) e citando la 2riduzione della capacità di credito del governo spagnolo” come causa fondamentale della decisione.

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Ungheria, i titoli del debito diventano spazzatura

 Dopo il Portogallo, l’Ungheria. Anche i titoli di debito magiari finiscono nel cestino della spazzatura, con l’agenzia di rating Moody’s che ha declassato a “junk” il rating del merito creditizio sovrano del Paese europeo. Una decisione che ha creato qualche contrasto in più del previsto all’interno dell’esecutivo di Budapest, con il premier Viktor Orban che è arrivato ad attaccare l’agenzia di rating definendo la scelta effettuata come un attacco finanziario.

In realtà la decisione di Moody’s è tutt’altro che spettacolare. L’abbassamento del rating all’Ungheria era da tempo nell’aria, e il downgrade di un gradino (a Ba1), comporta la contrazione del rating di merito creditizio di poco al di sotto della soglia dell’investment grade. A preoccupare è tuttavia anche l’outlook fortemente negativo sul Paese, che le agenzie di rating (Moody’s, appunto, in testa) non ritengono in grado di risollevarsi autonomamente dall’attuale crisi.

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Moody’s declassa ancora il rating di Cipro

 L’agenzia di rating Moody’s si scaglia ancora contro Cipro: quest’ultima settimana, infatti, è stata caratterizzata da un ulteriore declassamento dell’isola del Mediterraneo, un provvedimento che si è reso necessario a causa dei nuovi impegni che dovrà assumersi il governo di Nicosia. In effetti, sarà necessario sostenere in maniera adeguata il settore bancario per tutto il corso del 2012, dato che quest’ultimo è fin troppo esposto alla crisi greca e non solo per l’estrema vicinanza geografica. Per tutti questi motivi, il debito sovrano ha subito un ridimensionamento piuttosto pericoloso, con il rating che è passato da Baa1 a Baa3, un livello che identifica ancora una affidabilità discreta dell’investimento, ma che è anche a un passo da una valutazione peggiore, vale a dire l’affidabilità sufficiente, vale a dire quella in cui comincia la vera e propria zona a rischio e crescono le possibilità di default entro un anno.

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