Non sono soltanto i francobolli a rappresenta un interessante bene rifugio in questi tempi di crisi: anche gli orologi di lusso rappresentano una valida alternativa in tal senso, tanto che il settore si è dimostrato più remunerativo di quanto si pensasse. L’ultima analisi che è stata condotta da Monte dei Paschi di Siena è emblematica, visti che ha messo in luce gli ultimi sei anni di aste, con numeri davvero importanti. Anzitutto, in questo periodo temporale i rialzi sono stati all’ordine del giorno (l’unica eccezione è stata quella del 2009, in concomitanza con la recessione economica).
Svizzera
Credit Suisse: ricapitalizzazione anti crisi
Credit Suisse, la seconda banca svizzera, ha lanciato un aumento di capitale per 15,3 miliardi di franchi svizzeri (12,73 miliardi di euro), piegandosi alle ingiunzioni della banca centrale, la BNS. Credit Suisse ha anche annunciato un utile netto attribuibile agli azionisti pari a 788 milioni di franchi nel secondo trimestre, in crescita del 2,6%.
Difficile contesto internazionale per la Svizzera
Lo scorso 11 gennaio il Consiglio federale svizzero ha approvato il rapporto sulla politica economica esterna 2011. Il capitolo introduttivo riguarda il bilancio sulla strategia di economia esterna, soprattutto a riguardo alla crisi finanziaria, economica e debitori.
In particolare, viene posto l’accento sulla necessità di migliorare la competitività dell’economia svizzera e si impegna ad agevolare l’accesso ai mercati esteri. Vengono delineate riforme interne e misure di liberalizzazione autonome nonché i contributi da dare allo sviluppo nei Paesi partner.
Nel capitolo introduttivo il Consiglio federale si prefigge di aggiornare la propria politica economica esterna del 2004. Vengono mantenute le linee di fondo, ma nei prossimi anni il Consiglio federale punta a rafforzare la posizione economica della Svizzera a livello mondiale concentrandosi su tre dimensioni: l’accesso ai mercati esteri e il dispositivo normativo internazionale, la politica del mercato interno nonché il contributo allo sviluppo nei Paesi partner. Molti sviluppi nell’anno preso in rassegna hanno già portato a progressi in tali ambiti.
France Telecom vende divisione svizzera alla Apax
France Telecom, una delle principali compagnie telefoniche del vecchio Continente, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo per cedere la propria divisione svizzera alla Apax Partners per una cifra di circa 1,6 miliardi di euro. L’accordo dovrà essere ora approvato dalle autorità svizzere, e inviato al consiglio di amministrazione di France Telecom durante la settimana del 9 gennaio, come confermato da una comunicato stampa che ha di fatto ufficializzato la raggiunta intesa tra le due parti.
La divisione svizzera della compagnia telefonica transalpina giungerà pertanto all’interno della galassia di riferimento della Apax: quest’ultima, a sua volta, ha dovuto superare la non certo trascurabile rivalità di alcuni principali competitors internazionali (come la EQT Partners, la Providence Equity Partner e il miliardario Xavier Niel), che avevano avanzato una proposta di acquisto per i preziosi asset elvetici.
Swisscom taglia l’utile netto a causa dell’affare Fastweb
Swisscom, la principale compagnia telefonica della Svizzera, ha affermato che ridurrà il proprio profitto netto di 1,2 miliardi di franchi svizzeri (circa 1,3 miliardi di dollari, al cambio attuale), a causa del contributo negativo derivante dalla propria divisione italiana, Fastweb. In seguito alle note criticità, Fastweb sarà infatti valutata intorno a 1,3 miliardi di euro, meno di quanto previsto dagli asset aziendali, incluso l’avviamento.
Gli analisti avevano invece previsto un profitto netto di 1,92 miliardi di franchi per l’anno in corso, con un responso pertanto deluso dalla realtà che vede la compagnia telefonica svizzera dover far proprie le perdite derivanti dalla negativa vicenda che ha coinvolto la società per azioni italiana nel corso di questi ultimi tempi.