Il crack dell’Argentina merita ancora giustizia dal punto di vista finanziario: i risparmiatori coinvolti sono stati molti, ma per fortuna qualche spunto positivo e incoraggiante si riesce sempre a trovare. È il caso dell’ultima sentenza del Tribunale di Parma. In effetti, quest’ultimo ha deciso di condannare un istituto di credito al risarcimento della somma che era stata investita proprio da un risparmiatore che aveva acquistato dei titoli obbligazionari argentini. La restituzione a cui si sta facendo riferimento ammonta a circa 4.800 euro per la precisione, ma bisogna tenere in considerazione anche gli interessi collegati e le spese legali.
Tribunale di Parma
Risarciti due risparmiatori per i titoli Finmek
Una nuova vittoria per i risparmiatori truffati: i successi di questo tipo, quando si verificano veri e propri “tradimenti” finanziari per la precisione, non sono poi così frequenti, dunque vale la pena porre il giusto accento. Le sentenze che danno ragione ai consumatori stanno però crescendo di numero e questo è certamente un dato incoraggiante. Spesso, infatti, dei cittadini investono tutto il loro denaro in degli strumenti e dei prodotti finanziari che non sono assolutamente adeguati al loro profilo di rischio e all’orizzonte scelto; la responsabilità è però tutta degli istituti di credito o degli intermediari che forniscono loro questi stessi prodotti, senza informarli nella maniera giusta e corretta.
Inchiesta Parmalat-Lactalis: ipotizzata appropriazione indebita
Il processo di acquisizione che ha visto coinvolti i francesi di Lactalis e Parmalat non smette di far discutere, neanche a grande distanza temporale di questi stessi avvenimenti: ora la Procura di Parma ha motivato l’ipotesi di reato alla base della sua inchiesta, vale a dire l’appropriazione indebita di tipo aggravato, anche se per il momento non risulta che vi sia qualche soggetto iscritto nel registro degli indagati. Le fonti giudiziarie hanno messo in luce questa situazione, ma che qualcosa bollisse in pentola si sta intuendo.
Anche a Parma una sentenza incoraggiante sui contratti 4 You
Con il termine piuttosto accattivante di “4 You” si intendono di solito quei contratti o piani finanziari che sono stati ritirati da tempo dal mercato, ma che allo stesso tempo vengono sottoscritti da cittadini ignari dei rischi a cui stanno andando incontro: molti tribunali del nostro paese si sono espressi su questa fattispecie, l’ultimo in ordine temporale è stato quello di Parma. Che cosa si è deciso nello specifico?
Una nuova sentenza incoraggiante sui bond Parmalat
Il caso dei bond Parmalat è una ferita ancora aperta e sanguinante, nonostante siano passati dieci anni, ma quando si apprendono determinate notizie, non può che tornare sul volto un accenno di sorriso: il Tribunale di Parma ha infatti emesso una sentenza favorevole nei confronti di due associati della Confconsumatori, i quali potranno beneficiare di un importante diritto al risarcimento, grazie alla preziosa opera dell’associazione appena menzionata. I fatti sono presto detti. I due soggetti coinvolti nel crack dell’azienda di Collecchio avevano provveduto ad acquistare verso la fine del 2002 delle obbligazioni societarie per una cifra totale di 23mila euro. La giurisprudenza recente si sta finalmente spostando nella giusta direzione e il tribunale emiliano non ha potuto che uniformarsi in tal senso.
Matteo Arpe viene reintegrato da Banca Profilo
Una volta tanto Matteo Arpe può fare affidamento su una notizia positiva: Banca Profilo ha infatti deciso di integrare nuovamente il banchiere milanese, noto per la sua carriera come dirigente d’azienda, ma anche e soprattutto per il rinvio a giudizio a seguito del crack Parmalat. L’istituto si è riunito ieri per il proprio meeting è la decisione in questione è stata adottata a maggioranza. In pratica, tale reintegro avrà luogo per quel che concerne la piena totalità delle funzioni di Arpe, vale a dire quelle di presidente e di amministratore delegato del gruppo, ruoli da cui il membro del Comitato Permanente dell’Abi Banche e Società si era autosospeso a causa della vicenda Ciappazzi-Parmatour. Bisogna ricordare che a novembre Arpe è stato condannato in primo grado dalla magistratura di Parma; i capi imputati si riferiscono alle azioni compiute nel biennio compreso tra il 2002 e il 2003, quando il banchiere era direttore generale di Capitalia.